Il lavoro che cambia, tra iper-connessione e comunicazione: ecco quali tecnologie sono centrali
Come affrontare il tema dell’iper-connessione e delle barriere della comunicazione in un contesto di smart working o lavoro ibrido? Ecco alcuni suggerimenti per sopperire a questi gap grazie al supporto della tecnologia. Un focus in collaborazione con Impianti S.p.a.
17 Maggio 2022
Redazione FPA
Con la diffusione esponenziale e accelerata del “remote-working” e dello “smart working”, che ha segnato gli ultimi due anni, sono cambiati definitivamente gli scenari e le prospettive per il mondo del lavoro, pubblico e privato. Questo spinge a riflettere su quali limiti e barriere, culturali oltre che tecnologiche, siano presenti in questo contesto. Lavorare da remoto in apparenza sembra molto semplice: basta un PC e una connessione internet. In realtà occorre molto di più. Basterebbe pensare a quanto sia diverso il confronto sulle open topics o sulle strategie che si può avere da remoto o incontrando i colleghi nei corridoi dell’ufficio. Per questo, il corretto utilizzo di tutte le tecnologie a nostra disposizione richiede un apprendimento rapido e continuo. Da un’analisi di Impianti S.p.a., inerente all’iper-connessione e alle barriere della comunicazione, sono emersi suggerimenti per sopperire a questi gap, grazie al supporto della tecnologia.
Nuova modalità di lavoro, nuovi spazi e nuove tecnologie
Ecco alcune considerazioni e suggerimenti evidenziati dall’analisi di Impianti S.p.a:
- collegarsi da remoto significa lavorare in team e collaborare attraverso tool video che garantiscano l’avanzamento dei lavori senza che sia necessaria la presenza fisica;
- le app ideate per videoconferenze garantiscono elevati standard di qualità video/audio. Le tecnologie e le applicazioni collegate ai tool sono personalizzate in base alle esigenze dell’azienda; inoltre, la collaborazione è molto più fluida, avendo applicazioni e software compatibili e disponibili per l’intero team;
- oltre al lato software e connessione efficace, è determinante anche l’aspetto hardware. Avere a disposizione un display interattivo può garantire un’altissima qualità dei meeting e delle presentazioni. Uno degli aspetti da tenere sempre in considerazione durante una call è quello di coinvolgere al 100% tutti i partecipanti. Grazie ai display interattivi/collaboration display si possono condividere file e contenuti in maniera molto più fluida.
Effetto “booster digitale” per PA e imprese
La pandemia è stata un enorme spartiacque per la digital transformation e ha accelerato processi che altrimenti si sarebbero sviluppati in un lasso di tempo compreso tra i 3 e i 7 anni. Il digitale è diventato una priorità non soltanto per i reparti di information technology, ma per ogni settore aziendale, compresi soprattutto l’ambito human research e real estate. Oggi le risorse umane hanno potuto verificare come sia semplice e fondamentale la videocomunicazione e l’aggiornamento della dotazione per lo smart working e per il lavoro ibrido, dando come priorità la semplicità e il comfort.
Il termine videoconferenza è ormai superato e la videocomunicazione nella Pubblica Amministrazione è il nuovo focus. Quello che è cambiato è che mentre prima la videoconferenza era vista come una soluzione costosa e complicata, oggi invece c’è bisogno soprattutto di semplicità e di un costo sostenibile. Si possono usare le tecnologie di videocomunicazione nella PA non solo per risparmiare sulle trasferte, ma per migliorare la qualità del lavoro, facendo collaborare in modalità ibrida persone in presenza e da remoto.
L’analisi di Impianti S.p.a. rivela, inoltre, come la propensione al digitale sia in questo momento più alta nella PA che in molte piccole e medie imprese. Essendo tradizionalmente un ambiente più resistente al cambiamento, la Pubblica Amministrazione era finora rimasta indietro e, quindi, oggi è nella condizione di effettuare il passaggio in maniera più rapida e diretta, rispetto a chi si è avvicinato all’innovazione a piccoli passi e ha investimenti, già realizzati, da salvaguardare. La Pubblica Amministrazione è oggi un terreno fertile, soprattutto a livello centrale e nella parte alta delle amministrazioni locali, grazie anche agli investimenti che vengono dal PNRR che consentiranno l’ingresso di un grande numero di giovani più predisposti al digitale e all’innovazione.
Partnership, flessibilità e scalabilità: parole chiave per accompagnare la PA
“Con il PNRR aumenteranno le opportunità di business e la nostra sfida principale è quella di essere ben presenti sul territorio per sfruttare le opportunità e per offrire un servizio di alto livello”, sottolinea Simone Lo Russo, amministratore unico e fondatore di Impianti S.p.a. “Abbiamo già un network di partner tecnici in tutta Italia per andare in questa direzione: si tratta di una rete di aziende medio-piccole e altamente specializzate, grazie alle quali riusciamo a offrire un servizio in tempi ristretti sul territorio italiano. Di questi tempi la velocità nell’offrire il servizio è cruciale e, grazie a questi service level agreement, siamo in grado, per esempio, di garantire il ripristino dei servizi entro quattro ore. Il nostro modello è il Km 100. Puntiamo anche su un portfolio innovativo e su partnership consolidate per spingere la crescita, unendo l’approccio da system integrator al business development”.
“Abbiamo scelto un modello organizzativo che punta sulla presenza costante al fianco dei propri clienti e su un’offerta che sia in grado di anticiparne le necessità e di colmarne le criticità digitali, mettendo in campo il massimo della flessibilità e della scalabilità. Si potrebbe definire un modello a matrioska per la sua capacità di cambiare pelle e adattarsi volta per volta alle necessità del momento, intervenendo con soluzioni su misura rispetto alle esigenze dei clienti”, conclude Simone Lo Russo.