Nell’ambito della rubrica che FPA realizza in collaborazione con Assinter, alcuni referenti delle in-house ci hanno raccontato perché le competenze digitali (ma non solo) sono un elemento chiave per la realizzazione e lo sviluppo personale, la cittadinanza attiva, l’inclusione sociale e l’occupazione. Così come affermato dal Parlamento europeo e il Consiglio dell’Unione europea
9 Dicembre 2021
Eleonora Bove
Digital Content Strategist, FPA
Nuova puntata, dell’edizione 2021 della rubrica “Voci dal territorio” che FPA realizza in collaborazione con Assinter Italia. Questa uscita è dedicata alle competenze necessarie al settore pubblico per affrontare le sfide dei prossimi anni. Perché le competenze digitali (ma non solo) sono un elemento chiave per la realizzazione e lo sviluppo personale, la cittadinanza attiva, l’inclusione sociale e l’occupazione.
Ne parliamo con: Enrico Zanella, Direttore Generale di INVA e Presidente Onorario Assinter; Pietro Pacini, Direttore Generale di CSI Piemonte e Alessandra Benvenuti, Responsabile Insiel Digital Academy.
Le competenze nel quadro europeo
Il Parlamento europeo e il Consiglio dell’Unione europea hanno inserito le competenze digitali tra le otto competenze chiave per la realizzazione e lo sviluppo personale, la cittadinanza attiva, l’inclusione sociale e l’occupazione.
La parola “competenze” è presente 203 volte nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, a cominciare dal Capitolo sugli “Obiettivi strutturali e generali del Piano”. In questo capitolo leggiamo: “Le competenze digitali di cittadini e lavoratori devono aumentare, così come la loro capacità di accesso a strumenti e servizi”.
Uno degli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è quello di rafforzare le competenze del personale nella Pubblica amministrazione. Per questa azione, il Piano prevede un investimento di 489,9 milioni di euro.
Le competenze per il settore pubblico
Ma quando parliamo di competenze, in riferimento al settore pubblico, si intendono solo le competenze digitali? Nella Raccomandazione del Consiglio europeo del 2018 le competenze sono definite come una combinazione di conoscenza, abilità e atteggiamenti. Spieghiamo meglio il concetto:
- la conoscenza si compone di fatti, idee e teorie che sono già stabiliti e che forniscono le basi per comprendere un certo settore o argomento;
- per abilità si intende l’essere capaci di eseguire processi e applicare le conoscenze esistenti al fine di ottenere risultati;
- gli atteggiamenti descrivono la disposizione e la mentalità per agire o reagire a idee, persone o situazioni.
Quindi non parliamo solo di competenze digitali, ma anche di
- Competenze trasversali
- Competenze manageriali
- Competenze organizzative
- Competenze professionalizzanti.
Le azioni dei prossimi anni saranno indirizzate a incrementare la cultura tecnico-gestionale degli amministratori, con misure che stimolino l’adozione di un approccio consapevole e proattivo alla transizione digitale, che privilegino il raggiungimento dei risultati, e facciano leva sull’etica e sullo spirito di missione dei civil servant.
La leva della formazione
La formazione è una leva fondamentale per ripensare la Pubblica amministrazione e renderla il motore dello sviluppo del nostro Paese. Ma sulla formazione dei dipendenti pubblici l’Italia continua ad investire poco. Secondo i dati raccolti nella ricerca annuale sul pubblico impiego di FPA, nel 2019, l’ultimo anno fotografato dalla Ragioneria dello Stato, l’investimento complessivo è stato di poco superiore ai 163,7 milioni di euro, praticamente 110 milioni in meno rispetto a 10 anni fa, che corrispondono in media a poco più di un giorno di formazione l’anno.
Secondo i dati Istat, la formazione interna è soprattutto su competenze tecnico specialistiche e giuridico – normativa, mentre solo una minoranza ha svolto corsi per accrescere le competenze digitali o di project management.
Se vediamo il quadro generale, i laureati nella PA sono il 41,5%, sì, cresciuti del 21,5% negli ultimi 10 anni, ma con un predominio di giuristi: infatti tre dipendenti pubblici su dieci sono laureati in giurisprudenza.
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza obbliga a innovare e ripensare la PA e impegna 900 milioni di euro proprio sulla formazione. Sono previste attività di reskilling e upskilling del capitale umano focalizzate sulle priorità del Piano: Trasformazione Digitale, Transizione verde e Social Innovation.
Spazi e luoghi abilitatori di competenze
Anche gli spazi fisici, adeguatamente progettati, possono fungere da acceleratori di innovazione e diventano strategici per il rafforzamento di competenze o l’acquisizione di nuove.
Talenti, idee innovative, professionalità e processi produttivi si incontrano in una relazione di reciprocità, in cui si dà e si riceve competenza o informazioni.
Tra questi luoghi abilitatori di competenze si annoverano i centri di trasferimento tecnologico, volti a supportare progetti di ricerca e sperimentazione verso PMI e start-up. Gli ambiti di applicazione sono Blockchain, IoT e intelligenza artificiale, collegati allo sviluppo delle reti di nuova generazione come il 5G.
Parliamo delle Case delle Tecnologie Emergenti, la cui realizzazione è finanziata dal Ministero dello Sviluppo Economico, complessivamente con 25 milioni di euro.
Qui il dossier con tutte le uscite della Rubrica che FPA realizza in collaborazione con Assinter Italia.