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Contratto di apprendistato nella PA: un’occasione persa?

Contratto di apprendistato nella PA: un'occasione persa?
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Nel 2024 le pubbliche amministrazioni italiane hanno attivato solo 95 contratti di apprendistato. Il dato, che emerge da un recente studio pubblicato da ADAPT, mette in evidenza una criticità nell’adozione di quello che potrebbe essere invece un importante strumento per l’inserimento dei giovani all’interno della PA. Ne parliamo in questa nuova puntata della Rubrica “Le persone al centro. La strada maestra per innovare la PA” a cura di Antonio Naddeo, presidente dell’ARAN, e realizzata in collaborazione con FPA. Nella puntata anche il consueto punto sulla contrattazione 2022-2024.

14 Febbraio 2025

Sebbene si parli molto di giovani e di attrattività, gli strumenti a disposizione delle amministrazioni per attrarli non sono sempre utilizzati al meglio. Un recente studio di ADAPT ha rilevato che nel 2024 sono stati attivati solo 95 contratti di apprendistato nelle pubbliche amministrazioni. Questo nonostante un decreto del Ministro per la Pubblica amministrazione, emanato a fine 2023, per dare attuazione alle previsioni normative su apprendistati, dottorati e tirocini.

Il Ministro aveva stabilito che tali contratti potessero durare fino a 36 mesi con possibile trasformazione a tempo indeterminato. Nonostante queste previsioni, le amministrazioni non sembrano sfruttare appieno questa opportunità. E questo è dovuto, in parte, a una persistente impostazione conservativa nel reclutamento, che favorisce il turnover naturale anziché una pianificazione strategica delle assunzioni.

La contrattazione 2022-2024

Le trattative per i nuovi contratti nel settore pubblico, in particolare nella sanità e negli enti locali, sono in stallo, complicate da risorse finanziarie giudicate insufficienti da alcune organizzazioni sindacali. Questi contratti, avviati circa un anno fa, non sono ancora conclusi, il che è problematico considerando l’imminente rinnovo per il periodo 2025-27.

Un’altra novità riguarda il contratto delle funzioni centrali, che ora prevede il buono pasto anche per il lavoro agile, equiparando l’orario convenzionale a quello in presenza. Questa modifica, seppur inizialmente confusa, offre una maggiore flessibilità e chiarezza.

Contributo alla Rubrica “Le persone al centro. La strada maestra per innovare la PA”, a cura di Antonio Naddeo, Presidente ARAN

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