Contributo di G. Caudo
Gentile Presidente,
per ora le mando solo un commento veloce. Del documento che mi ha inviato condivido le ragioni che lo ispirano, tra queste date le mie competenze, il richiamo ai territori è quello su cui mi soffermerei.
2 Novembre 2010
Giovanni Caudo
Gentile Presidente,
per ora le mando solo un commento veloce. Del documento che mi ha inviato condivido le ragioni che lo ispirano, tra queste date le mie competenze, il richiamo ai territori è quello su cui mi soffermerei.
Territorio/i è una parola molto utilizzata ultimamente con significati diversi e talvolta in modo contraddittorio. L’affermazione del federalismo è una delle spiegazioni di questo successo. Ma la storia italiana e la stessa realtà attuale ci chiarisce che il federalismo italiano non può che avere una forte base municipale prima che regionale. Territori abitati emergono da le nuove mappe del nostro abitare. Eppure la città, comunque intesa non è nell’agenda politica. Quale è lo stato delle nostre città? L’impossibilità di poter rispondere con dati certi e con rappresentazioni reali a questa domanda è già parte del problema. Eppure le espressioni di un malessere urbano sono diffuse e riguardano i diversi contesti urbani. Oggi nelle città ci si sposta più lentamente di quanto non avveniva in passato. La realizzazione della dorsale ferroviaria dell’alta velocità fa emergere le carenze nella mobilità urbana: il tratto finale dello spostamento, quello interno alla città, ha tempi di durata simili se non maggiori di quelli necessari allo spostamento principale. La difficoltà di vivere e lavorare in città emerge dalle condizioni del trasporto pendolare. Una geografia dinamica, come una sorta di respiro, mette in relazione il corpo della città con il suo territorio metropolitano ormai esteso alla scala interregionale: si è accolti e si è espulsi dalla città centrale in base alla condizione sociale ed economica. Non sarebbe questo il "luogo" nel quale sperimentare l’innovazione, cui lei fa cenno? Non sarebbe importante per il nostro Paese, per uscire dalla crisi economica, avviare un grande progetto di investimento sui territori dell’abitare urbano? Non servirebbe su questo una maggiore consapevolezza della politica sulla valenza strategica di livello nazionale di questo progetto?
La ringrazio per il suo messaggio e mi rendo disponibile ad essere inserito nello scambio di opinioni da lei promosso.