Contributo “Riflessioni di un ex direttore amministrativo ASL” di A. Tanese

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Caro Carlo,
innanzitutto grazie per l’invio del documento che ho letto con interesse (Ti anticipo che da alcuni mesi non sono più Direttore Amministrativo della ASL Roma E, e mi farebbe piacere se un giorno tu organizzassi un incontro tra "reduci", perché credo che provare a fare il Direttore Amministrativo di una ASL romana (e a farlo sul serio) per cinque anni sia un po’ come andare in legione straniera… Avrei molto da raccontare.

29 Ottobre 2010

A

Angelo Tanese

Articolo FPA

Caro Carlo,
innanzitutto grazie per l’invio del documento che ho letto con interesse (Ti anticipo che da alcuni mesi non sono più Direttore Amministrativo della ASL Roma E, e mi farebbe piacere se un giorno tu organizzassi un incontro tra "reduci", perché credo che provare a fare il Direttore Amministrativo di una ASL romana (e a farlo sul serio) per cinque anni sia un po’ come andare in legione straniera… Avrei molto da raccontare.
Detto questo, ti confermo la mia disponibilità a continuare lo scambio su ForumPA 2011 e ho subito alcuni commenti a caldo sul tuo documento.

  • Prima riflessione
    E’ vero che non c’è un’alternativa al "fare rete" come giustamente dici. Ma forse più che ragionare sulla struttura della rete occorre concentrarsi sul processo di apprendimento che la genera. La rete non può essere positiva di per sé o perché dichiarata (e tra quelle che tu citi ce ne sono molte che sono mere "intenzioni di reti"), ma nel momento in cui si costruiscono dei sistemi di relazioni che modificano il comportamento dei singoli, ossia ogni componente della rete si comporta in modo diverso da come si comporterebbe se fosse da solo, e così facendo contribuisce a rafforzare e dare identità alla rete come soggetto collettivo. In altri termini, occorre distinguere la "volontà di fare rete" dalla "capacità di fare rete". Mi concentrerei sulla seconda e sulle molte esperienze positive che ci sono, come quelle che segnala Michele Bertola.
  • Seconda riflessione
    Tu hai un punto di osservazione molto più ampio e aggiornato dal mio, e non so se condividi la mia impressione che rispetto ad alcuni anni fa (all’epoca di Cantieri, per intenderci) ci sia molta più retorica sui temi della modernizzazione, molta più sfiducia negli operatori, e molta più incertezza su dove stiamo andando e chi tiene le fila del cambiamento (in sanità. ma anche in altri settori). Non mi piace essere pessimista, e credo ci siano ancora molti margini di manovra, ma senza dubbio temi come responsabilità, meritocrazia e empowerment, se bruciati attraverso mere dichiarazioni contraddette da fatti o da decreti inapplicati e inapplicabili non fanno che contribuire a generare confusione anziché cambiamenti concreti.
    E, se questo è vero, temo che i punti di vista dei diversi attori dell’innovazione, che dovrebbero convergere, siano sempre più divergenti. Noto in questi ultimi anni una maggiore tendenza alla difesa dei propri interessi, anziché una crescente disponibilità a una reale apertura al confronto e a fare rete.
    Proprio per queste ragioni, però, trovo molto interessante e convincente la tua idea di facilitare momenti aggregativi e introdurre nuove modalità espositive al Forum. E l’idea di coltivare un laboratorio di riflessione permanente. In particolare, se lo riterrai utile, posso dare un contributo ad alcuni temi, quale quello del merito e della trasparenza, o quello dell’empowerment dei cittadini, sul quale sto lavorando ad alcune iniziative.

    Un caro saluto e buon lavoro
     

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