Digitali (o meno), ecco le competenze che ci mancano: il DESI 2019 ce le racconta così
Il settore pubblico (ma anche quello privato) ha bisogno di un forte investimento in competenze, soprattutto digitali. Il DESI 2019, appena pubblicato, ci posiziona al 26esimo posto su 28 Paesi UE per gli indicatori legati al capitale umano. Dati che arrivano proprio in contemporanea al lancio di FPA Campus, nuova iniziativa di formazione che vi presentiamo in anteprima
12 Giugno 2019
Michela Stentella
Content Manager FPA
Ci risiamo, ogni volta che viene diffuso un nuovo rapporto o una ricerca che parla di competenze e, in particolare, di competenze digitali, dobbiamo prendere atto del ritardo del nostro Paese rispetto al resto d’Europa. Questa volta a ricordarcelo è il DESI 2019, la Relazione della Commissione Europea che ogni anno, dal 2015, mette a confronto la situazione degli Stati membri in materia di digitalizzazione dell’economia e della società, dedicando un capitolo proprio al tema del capitale umano.
Competenze digitali secondo il DESI 2019
La posizione dell’Italia non è certo incoraggiante: siamo in 26esima posizione su 28 Paesi per Capitale umano. Tra gli indicatori presi in esame ci sono le competenze digitali di base e, novità rispetto allo scorso anno, anche le competenze digitali superiori a quelle di base. In entrambi i casi siamo al di sotto della media UE: solo il 44 % degli italiani tra i 16 e i 74 anni, infatti, possiede competenze di base (57 % nell’UE) e il 19% possiede competenze avanzate (31% nell’UE).
La percentuale degli specialisti in TIC (Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione) rimane stabile, sebbene questi abbiano una minore incidenza sulla forza lavoro rispetto all’intera UE (2,6 % rispetto al 3,7 % nell’UE). La percentuale scende ancora se guardiamo esclusivamente alle donne che lavorano: solo l’1 % è specializzata in TIC, anche se in questo caso la differenza rispetto al resto d’Europa (1,4%) è meno accentuata. I laureati nel settore TIC, d’altro canto, sono l’1% contro il 3,5% della media UE.
Uso di internet in Italia: ancora lontani dall’obiettivo
E per quanto riguarda l’uso di Internet? Il DESI ci dice che il 19% delle persone residenti in Italia, quasi il doppio della media UE, non ha mai usato Internet. Ed è rilevante anche un dato riguardante i giovani: il 92 % delle persone di età compresa tra i 16 e i 24 anni usano abitualmente internet. Vi sembra un numero alto? In realtà siamo all’ultimo posto tra i 28 Stati membri, perché nell’UE la media relativa alle persone in questa fascia d’età è del 97%.
Eppure se, come sottolinea il DESI, “oltre al Piano nazionale per la scuola digitale, l’Italia non ha una strategia complessiva per le competenze digitali”, l’interesse sembra esserci sia da parte di imprese private che da parte di organizzazioni pubbliche. Lato PA, ricordiamo il Progetto Competenze digitali su cui a FORUM PA 2019 abbiamo fatto il punto nel corso di un convegno dedicato alla strategia nazionale sulle competenze dei dipendenti pubblici (qui tutti gli atti) e in un’intervista a Elio Gullo, Direttore Generale dell’Ufficio per l’innovazione e la digitalizzazione del Dipartimento della Funzione Pubblica.
Competenze dei dipendenti pubblici, un tema sempre più attuale
Il tema delle competenze dei dipendenti pubblici nel corso di FORUM PA 2019 è stato rilanciato da due ricerche realizzate da FPA: quella sul pubblico impiego e quella dedicata alla dirigenza pubblica. La prima ricorda come negli ultimi 10 anni il numero di laureati nella PA sia cresciuto del 24%, ma allo stesso tempo l’investimento in formazione sia quasi dimezzato (-46%, da 263 milioni di euro nel 2008 a 147 nel 2017): in pratica 49 euro per dipendente pubblico e, in media, solo 1,04 giorni di formazione l’anno.
La seconda ricerca parla di una dirigenza con un elevato livello di istruzione (il 97% dei dirigenti è laureato e il 16% ha un titolo superiore alla laurea), ma che raramente aggiorna le proprie competenze. I dirigenti hanno usufruito di 87.872 giornate di formazione nel 2017: qualche ora in più rispetto al resto del personale, ma comunque meno di due giornate l’anno a testa.
Non è un caso che il ministro Giulia Bongiorno in un’intervista realizzata prima di FORUM PA e poi nel corso della sua partecipazione alla Manifestazione abbia più volte posto l’accento sulla necessità imprescindibile di nuove assunzioni di personale non solo giovane, ma anche formato e qualificato.
FPA Campus: la nuova iniziativa di formazione per PA e privati
Proprio in questi giorni FPA torna sul tema, lanciando una nuova iniziativa dedicata a dirigenti e dipendenti pubblici, ma anche aziende e liberi professionisti che lavorano e collaborano con il mondo della pubblica amministrazione.
L’iniziativa si chiama FPA Campus, un nuovo spazio dove si terranno percorsi di formazione altamente specialistici attraverso workshop, seminari, laboratori e nuove metodologie didattiche interattive. Ad ospitare FPA Campus sarà la nuova sede di FPA all’interno del Campus Talent Garden di Ostiense a Roma, spazio appena inaugurato che mette a disposizione tecnologie avanzate e favorisce l’incontro e il confronto tra diverse realtà aziendali e pubbliche.
Il primo FPA Campus, in programma a settembre e al quale è già possibile iscriversi, rientra nel percorso Procurement pubblico e sarà dedicato alle novità introdotte con il cosiddetto decreto “sblocca-cantieri”. Prevede un ciclo di quattro incontri, curati e condotti dall’Avvocato Paola Conio, coordinatore di Patrimoni PA net.
Qui il programma completo e le modalità di partecipazione