Donne e PA: a FORUM PA 2010 il “rating delle pari opportunità” nelle Pubbliche Amministrazioni.
Le donne mancano negli apparati dirigenziali di I^ e II^ fascia della Pubblica Amministrazione italiana; più ancora mancano nei vertici della politica. E’ quanto evidenzia un’indagine condotta da FORUM PA per l’Osservatorio Donne nella PA in collaborazione con futuro@lfemminile e INAIL – che riprende e aggiorna i dati già rilevati nel 2008 – e presentata oggi a FORUM PA 2010.
18 Maggio 2010
Maria Di Paolo
Le donne mancano negli apparati dirigenziali di I^ e II^ fascia della Pubblica Amministrazione italiana; più ancora mancano nei vertici della politica. E’ quanto evidenzia un’indagine condotta da FORUM PA per l’Osservatorio Donne nella PA in collaborazione con futuro@lfemminile e INAIL – che riprende e aggiorna i dati già rilevati nel 2008 – e presentata oggi a FORUM PA 2010, nel corso del convegno Le azioni per le pari opportunità nelle Pubbliche Amministrazioni alla presenza di Francesca Quadri, Capo Ufficio Legislativo del Ministero per le Pari Opportunità e Mariella Cozzolino, Capo della Segreteria Tecnica del Ministero per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione. E’ il "rating delle Pari Opportunità" nelle Regioni, Province e Comuni capoluogo in Italia che incrocia – in un indice sintetico – la percentuale media della componente femminile all’interno di Consigli, Giunte e Apparati dirigenziali.
Il Conto Annuale della Ragioneria generale dello Stato rileva che, di fatto, il 55,1% dei dipendenti pubblici a tempo indeterminato è donna: se la componente femminile continua a crescere finanche nei settori dov’è tradizionalmente minoritaria, non altrettanto accade ai livelli apicali.
In generale. Ad influire in negativo sul dato complessivo è sempre la componente politica: a livello dirigenziale il dato medio è complessivamente più alto. Torino, ad esempio, ha complessivamente un 18% di donne ai vertici politici, il 26% alla dirigenza apicale e il 42% nella II^ fascia. Il gap geografico tra Nord e Sud sembra confermato: ai vertici della classifica ci sono i Comuni, le Province e le Regioni del Nord, fanalini di coda le amministrazioni del Sud. Con le dovute eccezioni: il Comune di Treviso è al 103° posto; Venezia al 68°, Palermo al 13°.
I Comuni capoluogo. Maglia rosa al Comune di Forli’ con il 36,14% di presenza femminile ai vertici; poco distanti il Comune di Ravenna (35,23%), quello di Torino (33,23%), Genova (33,54%) e Padova (33,33%). Foggia, Avellino e Benevento – tutti al di sotto del 6% – occupano le ultime tre posizioni. Solo 6 donne (erano 8 nel 2008) sono sindaci; 12 donne (qualcosina in più delle 8 nel 2008) sono a capo dei Consigli comunali: ma quasi tutti i comuni con sindaci e presidenti di consiglio donna si attestano al di sopra del valore medio.
In generale le citta’ metropolitane hanno migliorato la loro posizione rispetto al 2008: Torino, Roma, Palermo e Napoli sono al di sopra del valore medio, un bel passo avanti rispetto ai valori quasi imbarazzanti del 2008. Fanalini di coda rimangono Catania (14%) e Messina (13%).
Le Regioni. Le Regioni confermano il posizionamento del 2008, con un dato interessante: tra le prime posizioni il valore medio si è abbssato in modo sensibile. La Regione Lazio, per esempio, oggi al 33,73%, aveva una media percentuale del 45,97% nel 2008.
Le Province. E’ l’unico dato per il quale non è possibile un confronto, non essendo stato rilevato nel 2008. Nelle Province la media della componente femminile è al 18,31%. In generale ci sono 18 province con Presidenti di Giunta o di Consiglio donne: di queste,13 sono al di sopra della media e ben 5 sono tra le prime 7 posizioni. Nello specifico: prima in classifica con il 39,02% la Provincia di Trieste, seguita da Pistoia (37,04%) e Reggio Emilia (36,67%). Ultime in classifica Agrigento (4,69%) e Avellino (3,92%).
“I dati in sé parlano da soli – commenta Carlo Mochi Sismondi, Presidente di FORUM PA, nel presentare la ricerca –, ma se li guardiamo in dettaglio scopriamo delle differenze: dove le donne possono entrare nella stanza dei bottoni tramite concorso, le cose vanno molto meglio e i numeri sono più accettabili. Quando è invece il capo, ad esempio il sindaco – che in generale è uomo – che deve scegliere su base fiduciaria il top management, la cooptazione è quasi certa: gli uomini scelgono uomini”. Una questione quindi di cultura, ma anche di potere: chi ce l’ha, fa fatica a privarsene. “Il dato viene confermato per i Comuni dove il sindaco è donna, che si attestano in buone posizioni nella classifica delle pari opportunità. Per questo le quote rosa" – aggiunge Mochi Sismondi – "possono essere, in un periodo di transizione, un’azione positiva e utile. Abbiamo bisogno di fare uno sforzo culturale e formativo: anche questa edizione di FORUM PA ha cercato di fare la sua parte con seminari, workshop e incontri dedicati alle pari opportunità e alle donne che nella Pubblica Amministrazione sono interessare ad emergere e occupare posti di vertice”.
Roberta Cocco, responsabile di futuro@lfemminile – il progetto di responsabilità sociale di Microsoft in collaborazione con Acer – spiega l’impegno del progetto: “Siamo convinti che la sinergia tra enti pubblici e aziende private sia d’importanza strategica per contribuire a ridurre il divario tra uomini e donne nel nostro Paese, a partire dalle istituzioni che lo governano a livello centrale e locale. L’Osservatorio Donne nella PA nasce proprio da questa convinzione, ponendosi un duplice obiettivo: sostenere la crescita professionale delle donne nella Pa, attraverso l’utilizzo di strumenti tecnologici avanzati come volano per valorizzarne il talento e stimolare la riflessione collettiva sulle pari opportunità, e favorire nuove politiche pubbliche che si ispirino alla cultura di genere.
"La Pubblica Amministrazione sta attraversando un momento di grande fermento e di grande slancio verso l’innovazione" conferma Antonella Ninci, Presidente Comitato Pari Opportunità di INAIL. "Finalmente anche in Italia la PA sembra stia intraprendendo un’evoluzione senza precedenti che la porta a staccarsi da quel modello di conchiusura involuta che, fino a poco tempo fa, ne rappresentava il tratto distintivo. Per questo motivo INAIL è più che lieta di collaborare con futuro@lfemminile in un momento in cui le nostre aziende e le Istituzioni stanno avviando collaborazioni particolarmente proficue per la promozione delle pari opportunità".
Ascolta gli interventi audio del convegno