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Enrico Deidda Gagliardo: “Ancora una volta, serve ripartire dai territori”

Enrico Deidda Gagliardo: "Ancora una volta, serve ripartire dai territori"
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L’intervista di Gianni Dominici ad Enrico Deidda Gagliardo, professore e prorettore vicario dell’Università di Ferrara, è una panoramica sull’evoluzione del pensiero accademico in materia di PA, dalla Traditional Public Administration fino al più moderno Public Value Governance. Ne parleremo anche a FORUM PA 2021

10 Giugno 2021

Enrico Deidda Gagliardo: "Ancora una volta, serve ripartire dai territori"

Questi difficili mesi di emergenza sanitaria hanno testimoniato una consistente capacità di reazione da parte delle istituzioni pubbliche e ci si è resi conto, finalmente, della necessità di mettere a sistema dei modelli organizzativi nuovi, migliori, che ci permettano di non farci trovare nuovamente impreparati. Per riflettere su questo tema, Gianni Dominici ha intervistato Enrico Deidda Gagliardo, professore e prorettore vicario dell’Università di Ferrara, chiedendogli di affrontare il problema della cultura organizzativa della PA da un punto di vista accademico.

Dalla Traditional public administration ai giorni nostri

Dando uno sguardo alla letteratura scientifica in materia di amministrazione pubblica si possono facilmente individuare varie scuole di pensiero, che si sono susseguite nei decenni in cerca di linee di uscita dalle criticità del momento. Si è partiti sicuramente dalla cosiddetta Traditional public administration, che basava tutto sull’adempimento legato al rispetto delle regole e che tuttavia abbinava ancora alla parola burocrazia un’accezione positiva.

L’avvento del New Public Management negli anni ’90 ha però cambiato le cose, spingendo le logiche privatistiche nel settore pubblico, mostrando tuttavia anch’esso dei grandi difetti, come una forte autoreferenzialità ed un approccio strettamente gerarchico. Vi era anche un grosso problema legato alla mancanza di misurazione dei risultati, motivo per cui venne introdotto il Performance management, rivelatosi però anch’esso eccessivamente autoreferenziale.

La Public Value Governance

La teoria più vicina ai giorni nostri è quella della Public Value Governance, che, come dice il nome stesso, si basa proprio sulla rottura di quelle cortine autoreferenziali in favore della collaborazione tra pubblico e privato con l’obiettivo di creare valore pubblico. In questo senso Deidda Gagliardo è chiaro: “Finalmente si parla di outcomes e non più di outputs”, facendo riferimento alla valutazione di impatto.

Quattro sono i pilastri su cui si basa la PVG: il primo è politico, ovvero la necessità di avere una classe politica con visione e commitment; il secondo è strettamente manageriale e comprende tutte quelle nuove competenze hard e soft ormai indispensabili; il terzo è partecipativo, legato alla capacità dei dirigenti di coinvolgere attivamente i dipendenti pubblici; e infine il quarto, definito funzionale, che si basa sul performance and risk management, ovvero nell’abilità di governare l’intero processo.


Il 23 giugno a FORUM PA 2021, il Talk “La ‘Public Value Governance’ del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza” coordinato da Enrico Deidda Gagliardo


Ripartire dai territori

“Bene avere dei modelli di riferimento – conclude il professore – ma corriamo il rischio che le riforme siano romano-centriche, quando invece serve ancora una volta ripartire dai territori”. La riforma della PA annunciata dal PNRR presenta sicuramente degli aspetti positivi in questo senso, soprattutto in materia di potenziamento delle competenze e di accesso ai giovani, resta qualche dubbio sull’effettiva capacità di visione e sulle misure volte ad integrare il mondo pubblico e quello privato.

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