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Enrico Mastrofini: nella PA servono persone che portino la cultura di progetto

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Enrico Mastrofini, Presidente dell’Istituto Italiano di Project Management – ISIPM, intervistato da Gianni Dominici, mostra quanto sia importante migliorare la capacità non solo di formulare progetti, ma anche di gestirli e di portarli a compimento

7 Ottobre 2020

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Redazione FPA

C’è la necessità di ripensare a un’innovazione di processo all’interno della pubblica amministrazione, emersa in molte occasioni durante il percorso di confronto con i protagonisti dell’innovazione per il rilancio del paese.
Come suggeriscono William D. Eggers e Stephen Goldsmith nel libro “Governare con la rete. Per un nuovo modello di pubblica amministrazione”, bisogna insegnare a coloro che lavorano nella PA a diventare da rematori a timonieri. E in epoca smart working il tema è diventato più centrale che mai.
In questa puntata, Gianni Dominici intervista Enrico Mastrofini, Presidente dell’Istituto Italiano di Project Management – ISIPM e portatore di competenze specifiche del project management.

L’intervista

L’Istituto Italiano di project management è un’associazione culturale senza fini di lucro, nata 15 anni fa in Italia per diffondere la cultura della gestione dei progetti, in quel momento in forte ritardo rispetto ad altri paesi europei.
L’istituto punta sia sulla messa a punto di percorsi formativi che sulla definizione delle conoscenze base di project management e ha ideato la Certificazione ISIPM-Base, che dovrebbero avere tutti coloro che operano in ambienti lavorativi dove si lavora per progetti.

“Questo schema di certificazione – afferma Mastrofini – , tarato e contestualizzato sulla realtà italiana, è stato apprezzato e utilizzato da molte aziende e università, ma anche dalla pubblica amministrazione. Di 13mila persone che in Italia hanno sostenuto gli esami di certificazione ISIPM base, il 25% appartiene alla pubblica amministrazione; circa 3mila persone divise uniformemente tra PA centrale, PA locale, aziende sanitarie e altre unità istituzionali”.

Nell’attuale fase in cui c’è attenzione in relazione all’utilizzazione dei fondi europei, per ottenere i quali è necessario predisporre dei progetti che possano essere approvati, l’interesse si sposta sul progetto. E questo è uno dei temi che ISIPM porterà a FORUM PA 2020 Restart Italia. “Il progetto non va inteso come documento progettuale di buone intenzioni, che serve essenzialmente per farsi approvare il finanziamento. Dobbiamo fare in modo – dice Mastrofini – che gli obiettivi del progetto siano raggiunti”.

Occorre passare da una cultura dell’adempimento, e il primo adempimento è la presenza fisica, a una cultura del progetto, dei risultati e degli obiettivi. E questo è fondamentale alla luce di una proposta della ministra Dadone, di voler mantenere tra il 30 e il 40% dei dipendenti pubblici in smart working.

Spostando l’attenzione sui risultati da raggiungere in certi tempi, diventa fondamentale anche il tema della valutazione delle performance individuali e organizzative.
Per Mastrofini, deve esserci coerenza tra il set di indicatori alla base del sistema di valutazione delle prestazioni individuali e l’insieme degli indicatori che rilevano l’avanzamento dei progetti assegnati alle singole organizzazioni pubbliche.

“Il project management ci insegna – afferma Mastrofini – che il monitoraggio deve essere ad ampio spettro, ovvero deve riguardare non solo l’avanzamento economico ma anche l’avanzamento dei risultati intermedi pianificati”.
Non esistono dati completi sul monitoraggio dei progetti europei. Mastrofini guarda all’Agenzia per la coesione territoriale che pubblica periodicamente i dati di monitoraggio dei propri interventi e dai dati elaborati al 30 giugno 2020 risultano oltre 600mila progetti finanziati dall’Unione Europea, afferenti al ciclo di programmazione ordinario 2014-2020. “Chiunque potrebbe pensare che, a sei mesi dalla fine del ciclo di programmazione, la maggior parte dei progetti siano conclusi, invece – racconta Mastrofini – sul sito di OpenCoesione, per il ciclo ordinario 2014-2020, i progetti conclusi sono solo il 6%, quelli in corso sono l’80%, quelli non avviati sono il 12%”.

Se le strutture che lavorano sul finanziamento del progetto stanno già lavorando anche per impostare il ciclo di programmazione ordinaria 2021-2027 e se a questi si aggiungeranno i 208 miliardi del recovery fund e di tutti gli altri fondi straordinari, è evidente che è necessario un potenziamento di queste strutture in termini numerici e anche di competenze.
È assolutamente necessario migliorare le capacità di gestione dei fondi ordinari e straordinari, per questo nel piano di incremento del personale e di formazione della pubblica amministrazione vanno inserite le competenze di project manager.

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