Enti inutili? L’esempio dal Texas, un “azzardo” forse da prendere in considerazione

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Ulteriori e piccoli spunti di riflessione dopo il nostro webinar dello scorso venerdì 13 aprile, durante il quale si è parlato anche del “Sunset Advisory Commission”, organismo in vigore nel Texas dal 1977 preposto alla valutazione ed eventuale soppressione degli enti federali che si sono dimostrati inutili. Parametri di valutazione e “aspettativa di vita” ridotta se non si dimostrano risultati positivi e concreti a fronte dell’eternità di certe nostre istituzioni, differenze numeriche abissali delle strutture della pubblica amministrazione presenti sui due distinti territori, risparmi registrati e possibili se messi a confronto. E un accenno al poker, che riporta ancora da quelle parti… 

18 Aprile 2012

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Tiziano Marelli

Articolo FPA

Solo qualche giorno fa, lo scorso venerdì 13 aprile, si è svolto un seminario on line organizzato da FORUM PA – in collaborazione con l’ambasciata degli Stati Uniti a Roma – dedicato all’Open Government made in Usa. All’incontro hanno partecipato collegandosi in molti, come tanti sono stati anche i lettori del resoconto che ne abbiamo fatto. A chi fosse finora sfuggito l’evento diciamo che protagonisti sono stati due giovani amministratori italiani, il consigliere regionale della Lega Nord dell’Emilia Romagna Manes Bernardini e il segretario del Pd metropolitano di Firenze Patrizio Mecacci. I due politici italiani erano di ritorno da un viaggio di tre settimane organizzato dal Dipartimento di Stato americano finalizzato all’approfondimento delle strategie USA di Open Government e supporto all’Innovazione, e particolare attenzione è stata data a modelli e strumenti di e-government e e-democracy applicati, sia a livello locale che statale.

Perché ne paliamo ancora, visto che il resoconto è ampiamente presente proprio su queste pagine? Lo diciamo subito. Nel corso del webinar, Manes Bernardini ha presentato e illustrato una serie di slide riferite al “Sunset Advisory Commission”, un organo legislativo creato in Texas nell’ormai lontano 1977, che mi hanno particolarmente colpito, e a chi fossero sfuggite mi permetto di scendere per un attimo nei particolari e azzardare – e sull’azzardo ritorno alla fine – dei parallelismi.

Dunque, la commissione in questione è un organo legislativo – dodici i membri che la compongono, dieci istituzionali e due in rappresentanza dei cittadini – creato appositamente per individuare ed eliminare gli sprechi, le duplicazioni e le inefficienze di oltre 130 agenzie (attenzione: centotrenta!) della pubblica amministrazione di quello Stato (sono escluse università e tribunali). Ogni agenzia, secondo le disposizioni dello Stato federale del Texas, dispone alla sua nascita di una possibilità di “vita” pari a dodici anni, poi scatta la sua abolizione automatica salvo che proprio il Sunset non disponga altrimenti. E come può farlo? Tenendo conto di un rapporto di valutazione che viene presentato dall’ente stesso analizzato periodicamente e dalle “raccomandazioni” fornite attraversi i commenti raccolti su di esso dai cittadini dello Stato. Quello che alla fine può decidere il Sunset è molto chiaro, e le opzioni sono solo tre: il proseguimento dell’attività, l’accorpamento con un’altra agenzia simile o il suo semplice scioglimento.

Vogliamo dare un po’ di numeri di quanto fatto dal ’77 ad oggi da quell’istituzione? Eccoli. In 34 anni sono state in totale 52 le agenzie abolite, 12 quelle confermate, 375 quelle migliorate attraverso la loro revisione. Soprattutto, sono stati ben 784 i milioni di dollari risparmiati in termine di sprechi ed inefficienze. Anche se è molto difficile paragonare quella situazione federale (quindi, lo Stato centrale si conserva senz’altro una sua “quota” di enti anche su quel territorio) con la nostra, che secondo i dati Istat 2011 (cfr. “La PA ai raggi X: quante sono e quanto ci costano”, ricerca di FORUM PA elaborata in collaborazione con L’Infografico) conta la notevole cifra di 9.867 enti connessi alla pubblica amministrazione (comprese università e tribunali, in questo caso), mi soffermo su qualche altro numero facile facile raffrontabile, e a qualche considerazione altrettanto semplice. Ad esempio, partendo dal fatto che il Texas ha una superficie di 695.622 chilometri quadrati – praticamente il doppio di quella italiana – ma solo poco meno di 25 milioni di abitanti, a fronte dei nostri circa 60 milioni; quindi, se solo si paragonasse quanto si sarebbe potuto risparmiare da noi se si fosse fatto lo stesso tipo di analisi su egual numero ricavato dal rapporto cittadini-enti presenti sul territorio tenendo per buono quello dello Stato americano in questione e se le conclusioni fossero le stesse, il risparmio sarebbe stato finora quantomeno doppio (facendo invece le stesse proporzioni, sarebbe come se da noi il “taglio” corrispondesse a ben 3.946 enti, ma mi rendo conto che forse è improponibile come confronto. O forse no). Facile anche immaginare che il dibattito sull’utilità delle province si sarebbe chiuso nell’89, quando dopo i 12 anni stabiliti, un eventuale Sunset nostrano nato nello stesso anno di quello texano e dotato delle stesse regole le avrebbe confermate, oppure cancellate con un semplice tratto di penna, tenendo anche abbondantemente conto dei “commenti” dei cittadini sulla loro utilità. Per non parlare di tutti quegli enti sparsi a piene mani sul nostro territorio e che ad ogni dibattito precedente o seguente il bisogno di consistenti tagli sulle spese superflue dello Stato vengono messi in discussione, salvo poi trovare quasi immancabilmente il modo di “sfangarla” e allungarsi la “vita”, in genere molto più di dodici anni canonici che in quello spicchio di Usa risulterebbero bastanti e avanzanti per decretarne la fine.

Parlavo di azzardo, e mi domandavo se qualcuno volesse mai provare ad esercitarne da noi davvero l’arte per porre finalmente mano alla questione, in un periodo come questo destinato a tagli e ridimensionamenti, come tutti stiamo corposamente toccando con mano e vivendo sulla nostra pelle. Per farlo, chi ne è preposto potrebbe ancora volgere uno sguardo proprio da quelle parti, dove oltre al Sunset è molto in voga anche l’Holdem. Per chi non lo sapesse, il Texas Holdem (o hold’em) è da qualche tempo il gioco d’azzardo ormai più diffuso al mondo, e soprattutto on line. Si tratta di un poker giocato con tutte le carte del mazzo e molto veloce nel “tagliar fuori” dal tavolo chi non si dimostra all’altezza. Rimangono in gara (in “vita”) solo i più forti, quelli che si sono dimostrati più meritevoli di continuare la partita. Gli altri via, a meditare sugli errori commessi ed eventualmente su come non commetterne più al prossimo giro, semmai si presentasse l’occasione di averne un altro a disposizione. 

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