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Filippo Dani: “La chiave della ripartenza sta nel lavoro delle città metropolitane”

Filippo Dani: "La chiave della ripartenza sta nel lavoro delle città metropolitane"
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L’intervista di Gianni Dominici a Filippo Dani, Direttore generale della Città Metropolitana di Torino, sul tema della ripartenza della PA. Dopo aver imparato che lavorare in smart working è possibile e non influenza negativamente la produttività, si è capito che è necessario ragionare per processi e non per adempimenti per rilanciare la PA. Un ruolo fondamentale è e sarà quello delle Città Metropolitane, il cui lavoro di pianificazione in prospettiva può essere la chiave per valorizzare gli effetti dello sviluppo tecnologico

30 Novembre 2020

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Redazione FPA

Filippo Dani: "La chiave della ripartenza sta nel lavoro delle città metropolitane"

L’emergenza sanitaria ha svelato l’assoluta importanza del mondo dell’ICT, grazie al quale è stato possibile mantenere la continuità dei servizi pubblici ed evitare il tracollo dell’economia del paese. Chi, tra pubblico e privato, aveva avviato già il processo di transizione al digitale si è trovato leggermente avvantaggiato ma ha subito comunque gli effetti di una crisi che ha accelerato però il cambiamento di paradigma lavorativo e organizzativo.
In questa puntata Gianni Dominici intervista Filippo Dani, Direttore generale della Città Metropolitana di Torino, dirigente esperto della PA e con un passato nell’ufficio dedicato all’innovazione e alla transizione digitale. Proprio la sua esperienza lo ha portato a ricoprire il compito di DG, ruolo fondamentale nel mediare tra i vari enti che compongono la città metropolitana.

“Serve mettere in piedi un sistema di valutazione dall’esterno”, spiega Dani, riferendosi al fatto che soprattutto in questo periodo il lavoro della PA sia tornato al centro dell’attenzione pubblica, facendo riemergere lo stereotipo del dipendente fannullone. Per contrastare infatti questa narrazione è necessario raccontare alle persone quel che avviene dentro la PA, facendo della trasparenza e della valutazione della performance due dei principi della ripartenza.
“Lo smart working ha aperto a dei cambi culturali notevoli”, continua Dani, toccando due temi di fondamentale importanza per la PA. Il primo è il superamento della logica dell’adempimento, ovvero la necessità di prendere in considerazione i risultati e di iniziare a lavorare per processi, valorizzando il lavoro del dipendente. Il secondo è proprio legato alla produttività e al personale, che ha bisogno di essere supportato dall’automazione quando è possibile, di essere riqualificato e integrato con nuove assunzioni di giovani motivati e al passo con l’innovazione tecnologica.
“Serve sicuramente valorizzare il lavoro dei comuni” conclude Dani, sottolineando il ruolo delle città quali istituzioni più vicine alle esigenze dei cittadini, ma anche quello delle città metropolitane, che in quanto incaricate di curare sia lo sviluppo economico che la digitalizzazione del territorio, si trovano spesso a dover gestire aree di cittadinanza enormi. In questo senso il lavoro di pianificazione in prospettiva sarà fondamentale, sia nel creare una struttura digitale che garantisca l’accesso alla rete a tutti i cittadini, ma anche nel gestire i cambiamenti derivanti da una pratica come lo smart working che porterà inevitabilmente ad una nuova geografia dei bisogni della cittadinanza.

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