“Giovani, al lavoro!” Una proposta concreta al problema della disoccupazione giovanile
Lo scorso 23 novembre l’associazione Italia Futura ha pubblicato la ricerca “Giovani, al lavoro!”. Più che un rapporto sullo stato sociale ed economico del mercato del lavoro che si apre ai giovani, il documento è una vera e propria proposta operativa per rilanciare l’economia del paese partendo proprio dall’occupazione giovanile, dal merito e dalla valorizzazione dei talenti.
21 Dicembre 2010
Tommaso Del Lungo
Lo scorso 23 novembre l’associazione Italia Futura ha pubblicato la ricerca “Giovani, al lavoro!”. Più che un rapporto sullo stato sociale ed economico del mercato del lavoro che si apre ai giovani, il documento è una vera e propria proposta operativa per rilanciare l’economia del paese partendo proprio dall’occupazione giovanile, dal merito e dalla valorizzazione dei talenti.
“Abbiamo scelto di concentrarci sulla disoccupazione giovanile e sulle politiche per contrastarla, perché il tema dei giovani non è un dettaglio ma il cuore di un grande paese”. Con queste parole inizia il rapporto “Giovani e lavoro” presentato a fine novembre da Italia Futura – l’associazione vicina a Montezemolo nata per “promuovere il dibattito civile e politico sul futuro del Paese”.
Lo spunto di riflessione da cui prende l’avvio il ragionamento è la constatazione che i dati relativi alla disoccupazione giovanile in Italia sono superiori alla media dei paesi dell’Europa occidentale. Le conseguenze della stagnazione economica italiana sono avvertite soprattutto dai giovani. E questo significa che – a meno di un intervento tempestivo – la prospettiva è ancora più difficile della situazione di oggi, perché la stagnazione economica sta indebolendo socialmente ed economicamente la spina dorsale dell’Italia del futuro prossimo.
La proposta operativa, dunque, è indirizzata al decisore politico per scardinare quel sistema fatto di “declino e potenzialità; di opportunità negate e di rendite prepotenti che convivono accanto ad una straordinaria capacità di lavoro, di dedizione, di impegno” e si concentra su alcuni aspetti cardine del mercato del lavoro nel nostro paese ed avanza tre proposte concrete:
La pressione fiscale: il recupero dell’evasione dovrebbe essere utilizzato per ridurre l’imposizione. A cominciare proprio dai giovani.
Fare impresa: occorre intervenire sull’accesso al credito, dando maggiori garanzie se l’imprenditore o la maggioranza dei titolari ha meno di 34 anni e non è titolare di impresa; occorre intervenire sulla semplificazione fiscale, attraverso la completa esenzione dagli oneri fiscali per le nuove imprese in cui la maggioranza dei titolari abbia meno di 34 anni e non risulti già titolare di altre imprese; occorre intervenire, infine, sulla semplificazione normativa, con l’istituzione in maniera selettiva e non casuale di centri per l’imprenditoria giovanile.
Disoccupazione intellettuale: aumentare drasticamente il numero di borse di studio per merito, fino ad un minimo di 100mila studenti universitari distribuiti sui diversi anni di corso (1,2 miliardi di euro l’anno). Questa misura potrebbe esser finanziata attraverso l’aumento permanente di un anno dell’età di pensionamento per le pensioni di vecchiaia e anzianità, sia per gli uomini che per le donne.
La struttura del rapporto
Il rapporto “Giovani, al lavoro!” si struttura in tre parti. La prima è quella dell’analisi, per capire nel dettaglio quanto è rilevante il problema della disoccupazione giovanile e cosa si fa nel resto del mondo. Irene Tinagli traccia un quadro molto difficile, sottolineando quanto nel nostro paese la crisi abbia colpito soprattutto i giovani, mentre la politica ha deciso di sottovalutare il problema.
Allo stesso tempo, lo sguardo sui vicini europei mostra anche un’amplissima varietà di interventi possibili per invertire la rotta. La seconda parte è quella delle proposte. Marco Simoni ne individua tre, che riguardano il fisco e l’evasione fiscale; l’imprenditoria giovanile; la formazione del capitale umano.
La terza parte suggerisce un focus importante: quello sull’artigianato. Stefano Micelli spiega come quest’ultimo sia uno degli anelli di congiunzione più forte tra l’economia globalizzata e la nostra cultura. L’appendice a questi capitoli offre un ampio compendio di dati comparati, utili alla lettura, ma soprattutto a fotografare la situazione di estrema difficoltà della nostra economia e della nostra società.
Scarica il rapporto “Giovani, al lavoro!”