L’intervista di Gianni Dominici a Giovanni Xilo, esperto di servizi pubblici locali. La pandemia ci ha insegnato che lavorare a distanza e digitalizzare le relazioni è possibile e funziona, ciò non toglie che ancora una volta il paese si sia fatto trovare impreparato di fronte a una crisi preventivabile
9 Marzo 2021
Redazione FPA
La crisi sanitaria ha costretto tutti noi ad una nuova vita, scandita da riunioni di lavoro da remoto e da metodologie organizzative alternative che hanno dimostrato ormai, a quasi un anno dal primo lockdown, che lavorare a distanza è possibile. La questione diventa più complessa quando si parla invece di creare patti di fiducia…qui le relazioni in presenza pare facciano ancora la differenza.
In questa puntata Gianni Dominici intervista Giovanni Xilo, esperto di servizi pubblici locali, con un lungo passato nella PA.
“Ogni quattro generazioni sembra che perdiamo la memoria” esordisce Xilo, sottolineando come la pandemia che stiamo vivendo fosse un fenomeno sì imprevisto, ma non imprevedibile. Questa emergenza ha rivelato la debolezza delle istituzioni nell’applicare modelli preventivi.
“Prima della pandemia si stava provando a rendere operativa la Strategia nazionale per le aree interne”, continua Xilo, ovvero quelle aree soggette al circolo vizioso legato allo spopolamento e alla mancanza e scomparsa dei servizi pubblici, a partire dalle scuole, passando per i presidi sociosanitari fino a quelli legati al mondo della cultura. Con la pandemia e la digitalizzazione delle relazioni sociali (pensiamo soprattutto alla diffusione dello smart working) “si sta cambiando il rapporto centro-periferia” spiega Xilo, consapevole però che non basta dotare questi territori di una connessione dati per rigenerarli, bensì serve gradualmente riportare a regime anche i servizi menzionati sopra.
“Servono politiche di lungo periodo – conclude Xilo – che abbiano una capacità di risposta nel tempo”. Più nello specifico, serve dotare i comuni più piccoli di una tecnostruttura, che oggi è in alcuni casi totalmente assente, valorizzando le esperienze territoriali migliori e permettendo loro di andare avanti con le proprie gambe. Fondamentale, infine, rimediare alla mancanza di valutazione delle politiche pubbliche.