Government 2.0: come è andata a MALMO?
L’appuntamento di Malmo, in occasione della Conferenza interministeriale sull’e-gov, era stato annunciato come un importante palcoscenico per i fautori del “2.0 spinto”, ovvero quanti caldeggiano non una maggiore apertura della PA, ma “L”apertura della PA attraverso le potenzialità ICT. Con un processo creativo 2.0 era nata sul web la Dichiarazione aperta sui servizi pubblici europei che, sottoscritta da 2000 persone, è stata presentata a Malmo.
Allora, come è andata?
25 Novembre 2009
Chiara Buongiovanni
L’appuntamento di Malmo, in occasione della Conferenza interministeriale sull’e-gov, era stato annunciato come un importante palcoscenico per i fautori del “2.0 spinto”, ovvero quanti caldeggiano non una maggiore apertura della PA, ma “L”apertura della PA attraverso le potenzialità ICT. Con un processo creativo 2.0 era nata sul web la Dichiarazione aperta sui servizi pubblici europei che, sottoscritta da 2000 persone, è stata presentata a Malmo.
Allora, come è andata?
La Dichiarazione ministeriale
“Intendiamo lavorare insieme per dare più forza ai cittadini e creare una pubblica amministrazione più aperta. Renderemo più semplice per i cittadini e per le aziende europee muoversi attraverso i confini, mettendo gli uni e le altre in posizione di godere appieno delle opportunità offerte dal mercato interno. Allo stesso tempo creeremo un’amministrazione più efficiente, più semplice e più verde”. Così Mats Odell, Ministro svedese del Governo locale e i mercati finanziari e chair della Conferenza, sintetizza le priorità della Dichiarazione di Malmo sulle politiche di e-government, sottoscritta da 34 Ministri dell’Unione che si impegnano, in collaborazione con la Commissione, a raggiungere gli obiettivi fissati entro il 2015. Sono dunque quattro gli ambiti di azione individuati come prioritari per le politiche e-gov:
- empowerment di cittadini e imprese
- mobilità nel mercato interno
- efficienza ed efficacia dei processi amministrativi
- sviluppo delle specifiche tecniche e legali abilitanti (qui rientra la cooperazione applicativa e l’utilizzo di soluzioni open)
Trasparenza, Partecipazione, Empowerment
L’Open declaration on European public services individua tre capisaldi: la trasparenza (da intendersi come pubblicazione non discrezionale dei dati in formato riusabile), la partecipazione e l’empowerment completo del cittadino.
Quanto è stato recepito dalla Dichiarazione ministeriale?
La Dichiarazione adottata afferma l’impegno a dare maggiore forza a cittadini e imprese offendo maggiore accesso alle informazioni pubbliche, aumentando la trasparenza e predisponendo mezzi efficienti di coinvolgimento degli stakeholder nei processi di policy making. In particolare, agli artt. 10-11-12-13, si afferma che le amministrazioni dovranno:
- invitare parti terze a collaborare per lo sviluppo di servizi di e.gov
- aumentare la disponibilità di informazione dal settore pubblico pronta al riuso
- rafforzare la trasparenza dei processi amministrativi
- coinvolgere gli stakeholder nei processi di policy making
Ora la palla passa alla Commissione che, a partire dalla Dichiarazione, dovrà stabilire il Piano di azione, fissando gli obiettivi e stabilendo il cronogramma da qui al 2015.
I commenti dall’”altra” Malmo
Ton Zijlstra, sul suo blog Interdependent toughts, propone un sintetico ma interessante resoconto della Conferenza, facendo notare come la Dichiarazione da un lato non aggiunga niente di troppo nuovo alle indicazioni già presenti nella Direttiva sull’informazione in materia di servizi pubblici del 2003, dall’altro mantenga un linguaggio molto vago senza individuare obiettivi precisi. Sottolinea inoltre come siano scomparse dalla versione draft alcune frasi importanti come “pubblicare i dati in formato rieditabile” e come, in materia di open data, si restringa il campo anche rispetto alla precedente Dichiarazione di Visby “Creating impact for an eUnion 2015", redatta a Visby a margine della Conferenza sulla Società dell’informazione lo scorso 9 e 10 novembre.
Sebbene altri commentatori siano più positivi riguardo alla Dichiarazione nel suo complesso, l’approccio relativo alla trasparenza e al riuso dei dati pubblici non è apparso soddisfacente. “Parole troppo morbide e vaghe su trasparenza e riuso”, sembra un appropriato giudizio sintetico, postato sulla bacheca del gruppo Open declaration su Facebook.
Nel post dall’emblematico titolo “Government 2.0 perso nella dichiarazione europea”, Andrea Di Maio conclude che "se il government 2.0 ha a che fare con la discontinuità, con l’abilitazione di flussi bidirezionali e con il coinvolgimento attivo di nuovi stakeholder, allora la Dichiarazione europea ha fallito su tutti i fronti". In particolare, secondo Di Maio, la Dichiarazione ministeriale conferma la visione asimmetrica che molti hanno dimostrato di avere riguardo al government 2.0: l’informazione viaggia dall’amministrazione ai cittadini mentre l’impegno muove dai cittadini all’amministrazione. In realtà, in ottica genuinamente 2.0, l’inverso è da considerarsi altrettanto rilevante
Un giudizio complessivamente negativo è stato dato alla Dichiarazione dell’Industria, marcata come "transparently greedy" (letteralmente: “trasparentemente avida”)
L’intera Conferenza ministeriale è stata riportata passo, passo su Twitter.
I successi del 2.0
David Osimo, che ha presentato l’Open Declaration a Malmo, sottolinea gli aspetti positivi emersi da questo confronto. “La presentazione dell’Open declaration è stata accolta molto positivamente e tra i commenti c’è stato quello di chi ha sottolineato che finalmente il 2.0 sembra passare dai discorsi all’azione. L’aspetto più interessante è vedere come è cambiato l’atteggiamento dei partecipanti alla Conferenza verso l’Open declaration, prima e dopo la nostra presentazione. Mentre in apertura l’iniziativa è stata a malapena citata, in chiusura molti dei relatori vi hanno fatto riferimento e il Ministro Odell ha concluso dicendo che i governi dovrebbero fare propria la sfida dell’Open declaration".
Tra i successi del 2.0 a Malmo va anche segnalato “Malmo ‘09”, il barcamp sui temi dell’e-gov aperto ai cittadini e organizzato a latere della Conferenza interministeriale. Il lavoro di questa due giorni non-formale, come racconta Ton Zijlstra, è stato scandito da una serie di iniziative: dalla presentazione dei cd “pertinent works of art” alla discussione sui temi dell’Unione europea, dell’identità e dell’e-gov, alla stesura di un insieme di tesi e raccomandazioni sulle politiche europee in materia di e-gov. Da sottolineare che il Ministro svedese Odell ha partecipato alla sessione conclusiva, con una presentazione in stile pecha-kucha. Parallelamente ai premi “ufficiali” e-Gov 2009, sono stati assegnati i Pertinent Art Award, vinti, nell’ordine, da Statebook dal Regno Unito, Woberator dall’Olanda e dall’italiano Evasori.info.
Ora apriamo il Piano di azione
Ancora David Osimo traccia la roadmap a partire da Malmo. “Decisamente abbiamo lasciato un segno. Ora siamo nella posizione di avere una certa influenza sulle politiche. Come ci muoviamo? La nostra idea è di aprire il processo istituzionale di stesura del Piano di azione ufficiale e di influenzarne i contenuti. Abbiamo bisogno di strutturare la nostra proposta in modo da renderla il più concreta possibile. Per questo chiediamo alle amministrazioni di tutti i livelli di sottoscrivere l’Open declaration, come ha già fatto il Comune di Bologna”.
Per l’organizzazione del prossimo lavoro si fa riferimento al blog eups20 e al gruppo su Facebook.