Il contratto può essere un utile strumento per valorizzare le persone? Parte da qui il dialogo con Serena Sorrentino, Segretaria generale FP CGIL. Prendendo spunto dalle novità introdotte nell’ultima tornata contrattuale del pubblico impiego, emerge la definizione del contratto come strumento per tutelare i diritti individuali del singolo lavoratore, ma anche per aiutare l’organizzazione del lavoro in senso ampio. Seconda puntata degli “Speciali Dialoghi PA” per la Rubrica “Le persone al centro. La strada maestra per innovare la PA”, a cura di Antonio Naddeo, Presidente dell’ARAN, in collaborazione con FPA
23 Agosto 2023
Nell’ultima tornata contrattuale del pubblico impiego, ARAN e FP CGIL hanno trattato importanti accordi, tra cui quello della sanità e delle funzioni locali. Contratti che riguardano molti dipendenti, impegnati da un punto di vista sociale e il cui lavoro ha un impatto diretto sui cittadini. Il contratto può essere un utile strumento per valorizzare queste persone? Parte da questa domanda il dialogo tra Antonio Naddeo, Presidente dell’ARAN, e Serena Sorrentino, Segretaria generale FP CGIL.
Proseguono così gli “Speciali Dialoghi PA” della Rubrica “Le persone al centro. La strada maestra per innovare la PA”, a cura di Antonio Naddeo in collaborazione con FPA. Una serie di conversazioni con dirigenti e persone esperte di pubblica amministrazione.
“Il contratto può essere un utile strumento per valorizzare queste persone, ma non solo – risponde Sorrentino -. È uno strumento con cui tutelo i diritti individuali del singolo lavoratore, ma che aiuta anche l’organizzazione del lavoro. La PA è cambiata moltissimo negli ultimi vent’anni, non solo per l’impatto della digitalizzazione. Funzioni locali e sanità, i contratti che hai citato, racchiudono tanti aspetti professionali molto diversi e costruire un contratto che fosse una cornice uniformante dal punto di vista normativo, ma che valorizzasse anche gli aspetti professionali, è stata la vera sfida”.
“Un altro elemento importante dei contratti – aggiunge Sorrentino – è stata la riforma del lavoro a distanza, delle due forme che sono il lavoro da remoto e il lavoro agile. Siamo stati il primo paese in Europa a contrattualizzare nel sistema pubblico e privato la modalità di lavoro a distanza. Questo riguarda le sfide del prossimo contratto e penso che abbiamo in qualche modo acceso il focus su come deve cambiare anche il management dell’amministrazione pubblica in team che sono sempre più ibridi. Dobbiamo immaginare nuovi strumenti di organizzazione del lavoro, guardando ai nuovi modelli di organizzazione della PA. Abbiamo bisogno di strumenti che diano alle persone la possibilità di gestire una flessibilità organizzativa”.
“Ritengo che il tratto fondamentale del contratto sia questa capacità dinamica di leggere il cambiamento, senza dimenticare mai che il cambiamento cammina sulle gambe delle persone”.
Insomma, il tema non è solo la valorizzazione economica, certamente fondamentale, ma anche l’attrattività del lavoro pubblico: “Se la PA guarda all’innovazione di processo e alla capacità di leggere il cambiamento e governare le transizioni, allora il tema della selezione del personale della PA, di come inserire le professionalità giuste e mettere a valore le competenze selezionate diventa fondamentale”.
Un altro elemento centrale riguarda la dinamizzazione delle carriere e l’aggiornamento professionale. “Un ragazzo che viene assunto in un’impresa privata sa che gli viene fatta formazione all’inserimento, che ha un aggiornamento costante, che acquisisce competenze che gli danno la possibilità anche di cambiare il suo percorso di carriera nel corso del tempo – spiega Sorrentino – Nell’amministrazione pubblica questo non avviene con così incidenza come noi auspicheremmo”
“Ritengo che questi due filoni, quello della carriera e quello dell’aggiornamento delle competenze, siano le sfide del prossimo contratto”, conclude.