I “fannulloni”: più che sfaticati, demotivati.
Come un fil rouge assolutamente casuale il Forum del Pubblico Impiego di ieri ha ripreso il tema dell’attenzione alle persone che tanto ci aveva colpito nel convegno inaugurale: quello che Isaac Getz chiamava attenzione ai confini dell’organizzazione, che Giuseppe De Rita definiva riconoscimento della responsabilità individuale, il professore della Bocconi, Giovanni Valotti, chiama il bisogno delle persone di sentire che il proprio lavoro è valutato e, in quanto valutato, serve a qualcosa e conta qualcosa.
14 Maggio 2008
Come un fil rouge assolutamente casuale il Forum del Pubblico Impiego di ieri ha ripreso il tema dell’attenzione alle persone che tanto ci aveva colpito nel convegno inaugurale: quello che Isaac Getz chiamava attenzione ai confini dell’organizzazione, che Giuseppe De Rita definiva riconoscimento della responsabilità individuale, il professore della Bocconi, Giovanni Valotti, chiama il bisogno delle persone di sentire che il proprio lavoro è valutato e, in quanto valutato, serve a qualcosa e conta qualcosa.
La valutazione – come bisogno individuale prima che organizzativo – è stato il tema portante della I^ giornata del Forum Pubblico Impiego, dedicato alla memoria di Ubaldo Poti, Capo Dipartimento della Funzione Pubblica negli anni di Bassanini e D’Antona, con i quali ha lavorato alla costruzione dei grandi items della riforma del Lavoro Pubblico.
Due riflessioni ci hanno colpito in modo particolare. La prima: la valutazione ha un problema di credibilità. Se è vero che gli incentivi per il miglioramento della produttività sono stati previsti, per la prima volta, in un DPR del 1983, oggi possiamo dire di festeggiare le “nozze d’argento” della produttività senza che però questa cultura sia entrata nel DNA delle organizzazioni pubbliche. Siamo assolutamente convinti – è scritto in tutti i manuali di gestione del personale – che valutare sia un bene in assoluto, eppure in pochissimi abbiamo fiducia che il sistema di valutazione delle organizzazioni pubbliche sia in grado di dar conto e di premiare i meriti.
La percezione degli stessi dirigenti porta a identiche riflessioni: secondo uno studio condotto dall’Università Bocconi i dirigenti pubblici non si interrogano tanto sulla retribuzione – che, sembra, sia mediamente superiore, e non di poco, a quella dei manager privati del settore commercio; quanto sulla possibilità di essere valutati nel giusto modo, di far carriera, di vedere premiate le proprie competenze.
La seconda riflessione è che c’è un problema di management. I dati ci dicono che l’Ocse guarda ai sistemi di valutazione messi a punto in Italia come all’avanguardia nei processi incentivanti. Non è un abbaglio: rispetto ad una capacità eccellente di disegnare – che indubbiamente abbiamo – siamo pessimi nel mettere in pratica. Tutto quello che di meglio si poteva mettere sulla carta l’abbiamo messo: da qui a tradurlo in azioni concrete il passaggio è lungo.
Il Forum del Pubblico Impiego non si esaurisce con la giornata di ieri: domani altri due appuntamenti con l’empowerment delle risorse umane e il grande problema dell’accesso al Pubblico Impiego. Arrivederci a domani a FORUM PA.