I tagli di Obama

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Neanche Obama ride: spinto dalla crisi, da una crescita minore del previsto e dalla recente vittoria elettorale dei repubblicani ha dovuto inviare ieri al Congresso un bilancio pieno di tagli anche dolorosi.
Lo slogan della manovra è che l’America e la sua amministrazione devono riabituarsi a vivere secondo i propri mezzi, per poter sperare di prosperare in futuro.
Sono frasi che abbiamo sentito tante volte anche da noi, eppure ci sono differenze profonde: nella comunicazione, nella visione del futuro, nelle priorità… vediamole.

16 Febbraio 2011

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Carlo Mochi Sismondi

Articolo FPA

Neanche Obama ride: spinto dalla crisi, da una crescita minore del previsto e dalla recente vittoria elettorale dei repubblicani ha dovuto inviare al Congresso un bilancio pieno di tagli anche dolorosi. Lo slogan della manovra è che l’America e la sua amministrazione devono riabituarsi a vivere secondo i propri mezzi, per poter sperare di prosperare in futuro.
Sono frasi che abbiamo sentito tante volte anche da noi, eppure ci sono differenze profonde: nella chiarezza della comunicazione e delle scelte, nella visione del futuro, nella priorità data a innovazione, ricerca, scuola pur in una fase di risorse calanti.
Sono andato allora a leggermi direttamente dal sito della Casa Bianca come fanno e comunicano i tagli al di là dell’Oceano ed è stata una lettura molto istruttiva.

La prima cosa che mi ha colpito è stata l’occasione che è stata scelta: Obama ha esposto per la prima volta il suo budget (in pratica la sua legge finanziaria per il 2012 che si chiama “Winning the future”) durante una visita ad una scuola media di eccellenza nelle tecnologie. La spiegazione la dà lo stesso sito del Presidente: perché “nelle dure scelte che sono di fronte alla nazione quel che è in gioco è il futuro dei nostri ragazzi”. Non mi è sembrata una “furbata”, ma un segno politico molto forte che si unisce alla scelta di non tagliare, ma anzi di incrementare, nonostante la drammatica riduzione della spesa pubblica proposta dal budget (meno 1.100 miliardi di dollari in dieci anni), gli investimenti nell’istruzione, nella ricerca e nell’innovazione.
Mi ha colpito poi la chiarezza dei messaggi: l’abbondanza delle cifre spiegate a tutti, una mappa interattiva per sapere dove andranno a finire i soldi dei contribuenti, la schiettezza con cui si mettono a nudo anche i tagli chiarendo che sono duri (la parola “tough” ricorre molto spesso), ma più di tutto l’indicazione precisa delle priorità, di quei settori quindi in cui non solo non si disinveste, ma si aumenta l’impegno.

Vale la pena che ne elenchi le prime quattro, raccontandovi anche le prime quattro righe della presentazione:

1.      Education: Gli Stati Uniti sono scesi dal primo al nono posto nella classifica dell’educazione. Per vincere il futuro, per far meglio dei nostri concorrenti nel mercato globale dobbiamo formare centomila nuovi insegnanti di materie scientifiche, dobbiamo potenziare i programmi per i migliori, dobbiamo rendere più accessibili ed economiche le università.

2.      Innovation: Investire nell’innovazione e nell’ingegno è cruciale per vincere le sfide del lavoro e dell’industria del futuro. Per questa ragione il Presidente Obama ha spinto l’investimento nella ricerca al massimo livello mai raggiunto dal tempo della presidenza Kennedy e ha sfidato gli scienziati e gli ingegneri americani a sviluppare le migliori tecnologie per un’energia pulita.

3.      Build (infrastrutture): per competere nel mercato globale dobbiamo avere le più veloci e affidabili strade per far muovere le persone, le merci e le informazioni. Da collegare l’80% degli americani con reti ferroviarie ad alta velocità, sino a collegare il 98% degli americani con la banda larga (high-speed Internet), il Presidente Obama ha steso un chiaro percorso per vincere il futuro costruendo più infrastrutture dei nostri concorrenti.

4.      Reform: L’amministrazione pubblica ha un ruolo da giocare nel proteggere le famiglie americane, ma ci sono aree in cui dobbiamo lavorare con maggiore efficienza. Facendo diventare l’amministrazione più forte, più veloce e più trasparente taglieremo gli sprechi e daremo migliori servizi ai cittadini.

Questo vuol dire avere le idee chiare e dare, quindi, chiari obiettivi al paese. Questo ci si aspetta dal leader di una grande nazione che vuol rimanere tale.

Un ultimo accenno ad uno specifico programma su banda larga e accesso wireless a Internet:
Obama chiederà al parlamento Usa e al governo di stanziare circa 20 miliardi di dollari, nei prossimi anni, per banda larga, wireless e telefonia mobile di nuova generazione (4G). Il primo passaggio sarà raddoppiare l’accesso alla banda larga wireless per computer e cellulari. L’obiettivo è che almeno il 98 per cento degli americani possa accedere alla rete wireless a banda larga, attraverso un investimento da 5 miliardi di dollari.

Lascio a voi commenti e confronti.

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