EDITORIALE

Il 2023 e la PA: prime riflessioni per il nuovo anno

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In questo momento di passaggio e di grande incertezza per il futuro, il nostro sguardo si sofferma ancora una volta sul ruolo che la PA dovrà e potrà svolgere di fronte alle sfide aperte da crisi più o meno recenti, dallo scenario internazionale in continuo mutamento, dai dati sulla ripresa che si prospettano diversi da quelli che immaginavamo appena un anno fa. Quali le azioni fondamentali per realizzare un effettivo cambiamento nelle amministrazioni, affinché possano portare avanti le tre grandi trasformazioni, digitale, ecologica e organizzativa, e gestire la mole enorme di risorse messe a disposizione dal PNRR e dalla nuova Programmazione europea? Per un confronto su questi temi vi diamo appuntamento, il prossimo 27 gennaio, alla presentazione dell’Annual Report di FPA, giunto quest’anno all’ottava edizione. Intanto, ecco qualche riflessione da cui partire

12 Gennaio 2023

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Michela Stentella

Foto di Valery Fedotov su Unsplash - https://unsplash.com/it/foto/CqX6IhVj2TI

Il prossimo 27 gennaio presenteremo l’ottava edizione dell’Annual Report di FPA, la nostra più importante pubblicazione che offre una “guida alla lettura” dei principali fenomeni che hanno caratterizzato l’anno appena concluso e dei futuri scenari per l’innovazione della PA. Sarà quindi l’occasione per fare un bilancio del 2022 e per confrontarci sulle prospettive per il nuovo anno. In questo momento che è certamente di passaggio e di grande incertezza per il futuro, il nostro sguardo si sofferma ancora una volta sul ruolo che la PA dovrà e potrà svolgere di fronte alle sfide aperte da crisi più o meno recenti, dallo scenario internazionale in continuo mutamento, dai dati sulla ripresa che si prospettano diversi da quelli che immaginavamo appena un anno fa.

Parlando di bilanci e di prospettive, non possiamo non partire dal PNRR. Lunedì scorso, 9 gennaio, su La Stampa è uscito un articolo dal titolo significativo “PNRR, le sabbie mobili”, in cui si ricorda che sono 149 gli obiettivi e i traguardi da raggiungere nel 2023 per non perdere le prossime tranche di finanziamento e si citano diversi aspetti che potrebbero rappresentare una criticità forte. Senza dimenticare l’impatto di variabili impreviste e imprevedibili – “Abbiamo avuto guerra e shock inflazionistico: impensabili. Non sappiamo a quali altri cigni neri andremo incontro”, ha sottolineato il Ministro per gli affari europei, il sud, le politiche di coesione e il Pnrr Raffaele Fitto in una recente intervista de la Repubblica – tra le preoccupazioni maggiori c’è soprattutto la capacità degli Enti locali di mettere a terra i progetti. Come abbiamo sottolineato in tante occasioni, mancano troppo spesso nelle nostre amministrazioni le competenze adatte a sostenere questo impegno nelle modalità e nei tempi richiesti. L’attuazione, quindi, come nodo critico: se è vero che nel 2022 sono stati raggiunti tutti i 55 obiettivi previsti dal Piano, si riscontra già un ritardo nella spesa dei fondi impegnati perché molti lavori non sono partiti.

Quali aspetti quindi dobbiamo mettere al centro quando parliamo del ruolo della PA in questo contesto? Quali le azioni fondamentali per il prossimo anno? Come realizzare un effettivo cambiamento all’interno delle organizzazioni per metterle nelle condizioni di portare avanti le tre grandi trasformazioni, digitale, ecologica e organizzativa? Come superare debolezze certamente ataviche, ma ora accentuate ed “esplose” proprio per la necessità di gestire la mole enorme di risorse messe a disposizione dal PNRR e dalla nuova Programmazione europea?

I temi sono tanti e vanno dalla valorizzazione delle persone alla semplificazione, dal “governo con la rete” alla qualità della dirigenza. Li troverete tutti nel nostro Annual Report. Senza anticipare in maniera troppo dettagliata quanto emerge dalla nostra analisi, qui intanto partiamo da alcuni spunti.

Prima di tutto – come evidenziato in un recente editoriale in cui Carlo Mochi Sismondi commentava le linee programmatiche dal Ministro per la PA, Paolo Zangrillo – non occorre una nuova riforma della PA, ma si deve dare concretezza alle tante iniziative che hanno visto la luce nel 2022. Un esempio? La riforma dei concorsi. Uno dei nodi centrali è certamente la mancanza di personale, soprattutto negli enti locali, e il Ministro Zangrillo ha annunciato per quest’anno un ricambio per 156mila dipendenti pubblici per coprire i pensionamenti, mentre altre 10mila assunzioni sono previste nella legge di bilancio. Non si tratta però solo di assumere nuove persone, ma di assumere le persone più adatte ai fabbisogni delle amministrazioni, valutandone le reali competenze e attitudini. Si tratta inoltre di capire come rendere la PA attrattiva per i giovani più qualificati e di come “trattenere” e valorizzare queste persone una volta che sono entrate nelle amministrazioni.

Un altro tema a noi molto caro è quello della valorizzazione delle reti e dell’ascolto dei territori e delle diverse componenti della società civile. In questo senso ci auguriamo che l’iniziativa del Ministro Zangrillo, “Facciamo semplice l’Italia. PArola ai territori”, partita questa settimana da Perugia e che toccherà nel 2023 tutte le regioni italiane, possa rappresentare una vera spinta all’ascolto e alla condivisione di obiettivi e progetti. Perché c’è ancora tanta strada da fare per realizzare quel cambio di visione e di approccio necessari a fondare un modello organizzativo che metta al centro la cooperazione, la condivisione di esperienze, la crescita dei beni relazionali e del capitale sociale, la collaborazione virtuosa tra PA, imprese, cittadini e terzo settore.

Infine, il tema del digitale, che deve diventare sempre più strumento per ridurre e non per accrescere le disuguaglianze. Un esempio? A novembre scorso abbiamo presentato i risultati di ICity Rank, la ricerca con cui ogni anno misuriamo lo stato di digitalizzazione dei Comuni capoluogo italiani: è emersa da un lato un’importante accelerazione nei percorsi di trasformazione digitale degli enti locali, dall’altro la persistenza di una forte disomogeneità territoriale. Il digitale, e l’innovazione in generale, non può e non deve essere un ulteriore fattore che alimenta e accentua le asimmetrie tra i territori e tra le persone, purtroppo ancora fortemente presenti nel nostro paese in tutti gli ambiti, dall’occupazione alla dispersione scolastica, solo per citarne due.

Ripartiamo, perciò, in questo inizio anno, da queste riflessioni che troverete con un grande dettaglio di analisi all’interno del nostro Annual Report (l’evento del 27 gennaio in presenza è esclusivamente su invito, mentre per seguire la presentazione online è sufficiente iscriversi) e che, come vi abbiamo anticipato, porteremo avanti nei prossimi mesi in vista di FORUM PA 2023, in programma dal 16 al 18 maggio presso il Palazzo dei Congressi di Roma.

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