Il FOIA alla prova del nove. Un approfondimento a FORUM PA 2017
Spunti di riflessione sul delicato tema della trasparenza e sulle spinosissime vicende relative ai poteri dell’ANAC in tema di controlli sulla regolarità degli appalti pubblici e alla disapplicazione ad opera della stessa ANAC delle norme sui dati pubblici. A FORUM PA 2017 un convegno su “Trasparenza e partecipazione” per capire, di volta in volta, quali correttivi poter approntare per rendere la nuova disciplina impattante sulle amministrazioni e sul loro modo di gestire provvedimenti e di detenere informazioni
24 Aprile 2017
Morena Ragone, giurista, Stati Generali dell'Innovazione, Regione Puglia
Che la trasparenza sia il tema fondamentale di questo momento storico, parrebbero non esserci dubbi. Sono davvero pochi i recenti fatti di cronaca e le principali questioni politiche nei quali le “informazioni pubbliche” e la possibilità più ampia del loro “accesso” non siano stati al centro di qualche polemica.
Giusto per fare un esempio – e per condividere con i lettori il mio ragionamento di questo momento – penso alla recente vicenda relativa ai poteri della Antorità Anticorruzione (ANAC) in tema di controlli sulla regolarità degli appalti pubblici, come inizialmente prevista dall’art. 211, comma 2, del riformato Codice di cui al D. Lgs. 50/2016.
Non credo sia azzardato definire surreale tale vicenda: una norma regolarmente approvata – “qualora l’ANAC, nell’esercizio delle proprie funzioni, ritenga sussistente un vizio di legittimità in uno degli atti della procedura di gara invita mediante atto di raccomandazione la stazione appaltante ad agire in autotutela e a rimuovere altresì gli eventuali effetti degli atti illegittimi, entro un termine non superiore a sessanta giorni”, pena sanzione pecuniaria a carico del Dirigente responsabile e incidenza sul sistema reputazionale di cui all’art. 36 – inspiegabilmente soppressa in sede di riforma del Codice, in assenza di qualsivoglia esplicita paternità/maternità politica della volontà di rimozione stessa, seppure a seguito di consueto iter.
Se poi aggiungiamo quanto sia, invece, stata caldeggiata la sua reintroduzione – meglio, la modifica della modifica, per tacere del palleggio di responsabilità che ne è nato tra Governo e Consiglio di Stato – cui era stata inizialmente imputata la richiesta di abrogazione, e che si è di fatto trovato nella scomoda posizione di dover chiarire di non aver mai chiesto la soppressione dell norma in questione, e di aver esclusivamente richiamato nel parere 2017 quello reso nell’anno precedente, che sul punto era stato ignorato , il quadro è perfettamente delineato.
Ma, ancora, penso alla disapplicazione, questa volta ad opera della stessa ANAC con la Delibera n. 382 del 12 aprile 2017, del comma 1-bis del nuovo art. 14 del D. Lgs. n. 33/2013 riformato dal D. Lgs. n. 97/2016, a norma del quale “le pubbliche amministrazioni pubblicano i dati di cui al comma 1 per i titolari di incarichi o cariche di amministrazione, di direzione o di governo comunque denominati, salvo che siano attribuiti a titolo gratuito, e per i titolari di incarichi dirigenziali, a qualsiasi titolo conferiti, ivi inclusi quelli conferiti discrezionalmente dall’organo di indirizzo politico senza procedure pubbliche di selezione”, a seguito del ricorso proposto – e di sospensiva ottenuta – dai Dirigenti del Garante Privacy, cui era seguita nota dell’Avvocatura dello Stato.
Sull’opportunità e legittimità dell’operato di una autorità indipendente che disapplica una norma vigente dello Stato potremmo discutere per ore e mi piacerebbe questo fosse uno spunto per farlo davvero.
Come si vede, sono solo un paio delle spinosissime questioni che, praticamente ogni giorno, ci mostrano la necessità di fare maggior luce e chiarezza non solo sui dati pubblici, ma, anche e soprattutto, sulle procedure che li accompagnano.
Non nascondo una mia personale preoccupazione proprio su quest’ultimo punto: che si stia lavorando solo su un fronte – importante, necessario, pregevole – senza, di contro, modellare e semplificare il sistema delle procedure e dei processi, strutturati e nativi, che soli possono reggere un nuovo sistema di responsabilità, giuridiche e morali, anziché fare il consueto affidamento sulla buona volontà del singolo o sull’oberato da carico di lavoro di turno.
E su tale fronte, non sono certa che si stia procedendo nel modo che tutti auspichiamo.
Sarà importante, pertanto, non solo monitorare costantemente l’applicazione della nuova disciplina – che già in tanti, vedo e apprezzo, stanno effettuando (monitoraggio che si rivela particolarmente efficace soprattutto adesso, approssimandosi la sua piena entrata a regine il prossimo 23 giugno) – ma anche capire, di volta in volta, quali correttivi poter approntare per renderla allo stesso tempo meno impattante (sull’organizazione delle PA, sempre in debito di risorse umane e strumentali) e più impattante (a livello di benefici che può apportare).
Ne parleremo nell’ambito di Forum PA 2017 il 25 maggio, dalle 15.00 alle 18.00, nell’incontro dedicato a FOIA e Trasparenza – qui il link a programma e iscrizioni – per declinarlo sia lato pubblico, sia lato cittadino.
All’incontro è stato invitato anche il dott. Cantone, che, spero, vorrà essere presente per interagire con i tanti collegi che quotidianamente sostengono la sua stessa battaglia.