Il policy making per lo sviluppo sostenibile: questioni chiave, cautele, applicazioni

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Per dare seguito all’Agenda 2030 occorre ragionare sulle condizioni istituzionali, organizzative ed attuative e sugli strumenti per assicurare politiche di sviluppo sostenibile. In questo articolo un focus su: elementi caratterizzanti l’intervento pubblico, misure basate sulle caratteristiche dei luoghi e delle comunità, elementi di governance, condizioni procedurali, strumenti finanziari e non solo

24 Novembre 2022

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Elio Manti

Esperto politica di Coesione, ASVIS

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Al fine di dare seguito allo scenario operativo prefigurato dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, è necessario ragionare sulle condizioni istituzionali, organizzative ed attuative e sugli strumenti per assicurare politiche di sviluppo sostenibile che guardano agli SDGs (Sustainable Development Goals) e ai relativi Target: elementi del quadro programmatico, governance, assetto organizzativo, condizioni procedurali, modelli di valutazione, stili di ingaggio degli stakeholder e delle comunità, strumenti finanziari, regole e funzioni di accountabilty. Il policy making va ripensato alla luce delle sfide dell’Agenda 2030 per le politiche pubbliche.

Avvisi preliminari: elementi dell’azione pubblica orientata allo sviluppo sostenibile

Alcuni elementi caratterizzanti l’intervento pubblico da prendere in considerazione allorquando si assume come paradigma l’Agenda 2030 e, più in generale, i temi dello sviluppo sostenibile e della valorizzazione dei beni comuni, riguardano i seguenti punti:

  1. le politiche per lo sviluppo sostenibile sono multilivello, multiattore, multidisciplinari e, per tale ragione, devono prevedere procedure di condivisone, forme di trasparenza, pratiche di co-progettazione spinte;
  2. le politiche per lo sviluppo sostenibile richiedono stili decisionali appropriati: sono partecipate, sono faticose, consumano tempo;
  3. lo sviluppo sostenibile non è un adempimento aggiuntivo alle politiche ordinarie – decido e poi verifico la coerenza – ma deve essere incorporato nel ciclo decisionale fin dal suo avvio; lo sviluppo sostenibile è l’essenza stessa della decisione;
  4. perché l’Agenda 2030 qualifichi davvero l’azione pubblica, è necessario fare i conti con l’effettiva praticabilità amministrativa, lavorare nel dettaglio delle procedure e capitalizzare gli spazi di autonomia decisionale che le norme assicurano;
  5. qualificare l’azione amministrativa nel senso dell’Agenda 2030 è l’esito di procedure decisionali che vanno presidiate, alimentate, supportate, aggiornate; lo sviluppo sostenibile è un processo non è un prodotto;
  6. perché l’Agenda 2030 accada nella concreta pratica amministrativa vanno assicurate condizioni abilitanti che sono: (i) il mandato politico, (ii) la collocazione delle funzioni di coordinamento nell’organigramma dell’ente, (iii) l’attivazione di una funzione amministrativa dedicata a presidio dei processi.

Coerenza delle opzioni selezionate nelle fasi della filiera decisionale

Assicurare la coerenza interna ed esterna delle strategie, delle politiche, degli interventi/misure implica che per ciascuno step del processo decisionale sia verificato:

  • l’incardinamento della opzione selezionata con SDGs e Target (verifica delle interdipendenze);
  • il contenuto degli interventi (verifica di merito degli impatti attesi);
  • l’approccio decisionale selezionato (verifica dell’applicazione dei principi di partecipazione, apertura, trasparenza).

La coerenza deve essere sistematicamente presidiata e rappresenta un “valore in sé” e va considerata come una “condizione di esercizio” di processi decisionali articolati, che fondano la loro efficacia sulla integrazione e sul coordinamento multilivello.

Integrazione e complementarietà

Definire programmi di sviluppo usando un approccio strategico che abiliti all’integrazione di misure e interventi basati sulle caratteristiche dei luoghi e delle comunità, e collegare le decisioni, gli strumenti e le condizioni di attuazione all’insieme interrelato degli SDGs dell’Agenda 2030.

Rafforzare la complementarità tra le politiche e gli interventi, attivando meccanismi di coordinamento per determinare interventi che si consolidino e verificando la possibilità di armonizzazione delle regole dei programmi.

Governance e stile decisionale

La produzione di politiche per lo sviluppo sostenibile presuppone qualità organizzative avanzate e capacità di coordinamento operativo tra le strutture e i soggetti coinvolti e devono essere rispettate alcune condizioni di esercizio:

  • Adottare meccanismi e strumenti di coordinamento verticale tra i livelli di governo territoriale per rafforzare la coerenza con il sistema degli SDGs, per identificare le opportunità e le strozzature, per gestire in modo congiunto le competenze, per garantire risorse adeguate, per creare fiducia tra gli attori a diversi livelli del governo;
  • Adottare procedure e strumenti di coordinamento orizzontale tra le amministrazioni territoriali per assicurare forme di cooperazione tra istituzioni locali e comunità, aumentare l’efficienza attraverso economie di scala e per rafforzare le sinergie tra interventi e misure;
  • Operare secondo principi di sussidiarietà rafforzata definendo il livello di governo più appropriato responsabile dell’attuazione degli interventi in modo che sia rispettata la «giusta distanza» tra soggetto attuatore e destinatari;
  • Coinvolgere le parti interessate della società civile (rappresentanze organizzate e stakeholder) nella progettazione e nell’attuazione di strategie per lo sviluppo sostenibile assicura nella fase decisionale (policy design) una più precisa rilevazione dei fabbisogni e delle preferenze e nelle fasi attuative feedback informati ai fini della valutazione e della correzione delle politiche. I processi di consultazione a tutti i livelli di governo dovrebbero essere informati, inclusivi, aperti e trasparenti;
  • Il mandato politico forte insieme alla forza e alla chiarezza con le quali l’Amministrazione regionale al più alto livello politico delle decisioni assume la responsabilità dello sviluppo sostenibile rappresentano “condizioni minime di funzionamento”;
  • Stabilire un set di indicatori e target rilevati ed aggiornati regolarmente che consentano il monitoraggio appropriato delle prestazioni della Strategia e la valutazione del grado di coerenza e dell’avanzamento degli interventi programmati, dei risultati raggiunti e del loro impatto.

Gli strumenti dell’Amministrazione a servizio dello Sviluppo Sostenibile

Le procedure e gli strumenti che le norme stabiliscono per il funzionamento agli enti locali sono sufficientemente elastici da incorporare metodi e forme dello sviluppo sostenibile: l’Agenda 2030 si attua potenziando e revisionando la «cassetta degli attrezzi amministrativa» in uso ordinario presso gli Enti.

  • Ciclo di programmazione – Ciclo della performance – Documento di Economia e Finanza Regionale – Documento Unico di Programmazione/Piano esecutivo di Gestione (comune) per rafforzare le funzioni di programmazione e di gestione e controllo considerando obiettivi legati agli SDGs e allo sviluppo sostenibile. Piano della performance/valutazione e merito per la misurazione delle prestazioni dirigenziali introdurre obiettivi legati agli SDGs e allo sviluppo sostenibile.
  • Acquisti d beni e servizi (procurement) – Verificare con la centrale di committenza, la stazione appaltante, il RUP, l’introduzione di criteri di acquisto ulteriori rispetto ai criteri ambientali minimi normati. Peraltro, la stazione appaltante, allo scopo di migliorare la qualità della progettazione e della programmazione complessiva, può, nell’ambito della propria autonomia organizzativa e nel rispetto dei limiti previsti dalla vigente normativa, istituire una struttura stabile a supporto dei RUP, anche alle dirette dipendenze del vertice della pubblica amministrazione di riferimento (Codice degli appalti, art. 31).
  • Pianificazione settoriale – Considerare la dimensione tematica e settoriale dello sviluppo sostenibile inserendo gli SDGs nei piani a titolarità comunale (strumenti urbanistici, gestione dei rifiuti, piano della mobilità e dei trasporti, gestione patrimonio, realizzazione opere pubbliche, ecc.). Si tratta di assicurare la piena armonizzazione delle strategie dei programmi settoriali agli obiettivi della Strategia Regionale per lo Sviluppo Sostenibile delineando chiaramente i collegamenti esistenti. Si struttura così un quadro strategico, settoriale ed integrato, in grado di orientare lo sviluppo delle politiche intestate a ciascun Dipartimento regionale.
  • Valutazioni (VIA, VAS, AIR) – Introdurre Obiettivi e Target dell’Agenda 2030 nella valutazione degli impatti per la valutazione predittiva e preventiva degli effetti sui cittadini e sulle imprese delle norme e delle disposizioni amministrative e la verifica delle implicazioni sulle attività, sull’organizzazione e sul funzionamento delle pubbliche amministrazioni, mediante comparazione di opzioni alternative.
  • Programmazione comunitaria e nazionale (FESR, FSE+, FEASR, FSC) – Esplicito richiamo agli SDGs nella preparazione dei Programmi Operativi 2021-2027, verifica di coerenza con la S3 regionale.
  • Strategia territoriale (aree urbane, aree interne, contratti di fiume) – Considerare la dimensione territoriale dello sviluppo sostenibile inserendo gli SDGs nelle strategie di sviluppo delle aree urbane, aree interne e negli altri agglomerati territoriali (es. contratto di fiume). La finalità è promuovere un approccio integrato per lo sviluppo sostenibile delle aree urbane, interne e periferiche e contrastare i fenomeni di spopolamento valorizzando il capitale naturale, culturale e paesaggistico e migliorando la dotazione di servizi civici.
  • Enti strumentali (controllate, partecipate, in house): Arpa, Agenzia di sviluppo, Agenzia del lavoro, ecc. – La Regione, ai fini della realizzazione di attività, ha trasferito nel tempo parte delle funzioni pubbliche ad enti strumentali (aziende o agenzie), appositamente costituiti, rinunciando a spazi di sovranità in nome dell’efficienza amministrativa. L’ente strumentale è chiamato ad attuare parte delle politiche pubbliche che l’ordinamento assegna alla Regione assicurando che gli interventi messi in campo siano coerenti con le finalità perseguite dall’Amministrazione in generale, e in tema di sviluppo sostenibile che assicurino un contributo al conseguimento degli obiettivi della Strategia e siano conformi al mandato dell’Agenda 2030.

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