Negli ultimi anni, il sistema degli acquisti pubblici è cambiato, soprattutto con l’introduzione del nuovo Codice dei contratti pubblici, ed è ancora in continua evoluzione. C’è stata una spinta verso la digitalizzazione, ma questa non è ancora avvenuta in modo così pervasivo come ci si sarebbe aspettati. Qual è il contesto attuale, cosa sta cambiando, quali prospettive apre l’utilizzo dell’intelligenza artificiale? Ce ne parla in questa intervista Paola Conio, Avvocato e Senior Partner dello Studio Legale Leone, con cui da diversi anni ci confrontiamo e collaboriamo sui temi del procurement pubblico
27 Settembre 2024
Michela Stentella
Direttrice testata www.forumpa.it
Strumenti digitali avanzati e soluzioni di automazione stanno trasformando radicalmente anche i processi di acquisto pubblico, puntando per esempio a rendere le procedure più snelle e meno suscettibili a errori o frodi. Strumenti innovativi, piattaforme di business Intelligence, tool di intelligenza artificiale possono essere uno strumento importante anche per orientarsi in questo mercato complesso, andando quindi a sostegno della conoscenza e delle decisioni sia per le pubbliche amministrazioni che per le aziende, consentendo di raccogliere, incrociare e analizzare una mole di dati sempre più grande e proveniente da fonti diverse. Tuttavia, per raggiungere questi obiettivi, è indispensabile un equilibrio tra tecnologia e supervisione umana, oltre a una formazione continua per tutti gli attori coinvolti. Solo così sarà possibile sfruttare appieno le opportunità offerte dal nuovo contesto normativo e tecnologico.
Di tutto questo abbiamo parlato con Paola Conio, Avvocato Cassazionista, Senior Partner dello Studio Legale Leone, con cui da diversi anni collaboriamo su queste tematiche.
Ecco alcuni spunti emersi dall’intervista.
Nuovo Codice dei contratti pubblici e cambiamenti nel mercato degli acquisti
Negli ultimi anni, il mercato degli acquisti pubblici è cambiato, soprattutto con l’introduzione del nuovo Codice dei contratti pubblici, che ha portato un momento di vero e proprio shock nel mercato. Il Codice ha accelerato il processo di digitalizzazione, imponendo una transizione rapida che ha generato un impatto notevole sia sulle amministrazioni pubbliche che sugli operatori economici. Il passaggio verso la digitalizzazione non è stato privo di difficoltà, richiedendo adattamenti continui e una maggiore integrazione delle tecnologie disponibili.
Il nuovo Codice cerca anche di trovare dei modi diversi di dialogo tra operatori economici e pubblica amministrazione. È necessario rifondare in modo più collaborativo questo rapporto, in particolare per quanto riguarda gli appalti di innovazione, che sono centrali per lo sviluppo e la competitività del Paese.
Innovazione negli appalti pubblici
Gli appalti di innovazione, sebbene rappresentino una porzione limitata del totale, hanno un ruolo cruciale nel promuovere la crescita economica e tecnologica del Paese. Le direttive europee e documenti, come il recente Rapporto Draghi, sottolineano l’importanza di questi appalti come motore di sviluppo.
Ci sono nel Codice diversi strumenti pratici e procedurali per favorire l’acquisto di innovazione negli appalti pubblici, come ad esempio il partenariato pubblico-privato e i dialoghi competitivi. È però fondamentale un cambio di mentalità e un processo di formazione costante per le amministrazioni e gli operatori economici.
Intelligenza artificiale e futuro del procurement
Il nuovo Codice incoraggia l’uso di procedure automatizzate e strumenti di supporto decisionale basati sull’IA e le pubbliche amministrazioni stanno già utilizzando strumenti di intelligenza artificiale e banche dati intelligenti. Naturalmente è essenziale essere consapevoli delle criticità di queste tecnologie: la tecnologia può facilitare l’incrocio di dati in maniera strutturata e amplissima, ma resta sempre fondamentale la supervisione umana per valutare i risultati.
Semplificazione e formazione
Per sfruttare appieno le nuove tecnologie, è fondamentale che le amministrazioni pubbliche dispongano di strumenti facili da usare e che gli operatori economici siano adeguatamente formati. La tecnologia deve essere “amichevole” per supportare sia le amministrazioni che gli operatori del mercato, facilitando l’incrocio di dati in maniera strutturata.