Il ruolo del Ministero dell’Ambiente nell’attuazione della Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile

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L’ultimo anno è stato un anno di definizione degli obiettivi strategici attraverso la Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile e la Strategia Energetica Nazionale. L’attuazione è la prossima tappa su cui dovrà muoversi il nuovo Governo e su cui sicuramente avrà la possibilità di intervenire rivedendo obiettivi. Una riflessione di Francesco La Camera, Direttore generale per lo sviluppo sostenibile presso il Ministero dell’Ambiente

10 Aprile 2018

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Patrizia Fortunato

Nel corso degli ultimi due anni, in Italia, sono state messe in campo una serie di iniziative che traducono in atti concreti l’Accordo di Parigi, sottoscritto da 175 Paesi ed entrato in vigore il 4 novembre del 2016. La chiave per il futuro è l’attuazione dell’Accordo di Parigi nell’ambito del quadro sovraordinato della Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile (SNSvS). Dopo un anno di consultazione pubblica delle associazioni interessate, la Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile, che integra gli obiettivi indicati dalle Nazioni Unite nell’Agenda 2030, è stata presentata al Consiglio dei Ministri e approvata con una delibera del CIPE il 22 dicembre del 2017. Il lungo iter di riconoscimento della Strategia si è concluso con un provvedimento di indirizzo da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri che istituisce una “Commissione nazionale per lo sviluppo sostenibile”, presieduta dal Presidente del Consiglio. Una serie di elementi essenziali, dunque, che consentono di avviare l’operatività della Governance di attuazione della Strategia, alla quale si intreccia il ruolo di coordinamento degli interventi del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. Parte da qui la riflessione di Francesco La Camera, Direttore generale per lo sviluppo sostenibile presso il Ministero dell’Ambiente, sul ruolo attribuito al Ministero dell’Ambiente per l’apertura del Forum della società civile e la collaborazione con gli altri ministeri nel predisporre il report sullo stato di attuazione della Strategia.

Cosa riprendere e sviluppare: revisione continua dell’azione del Governo per raggiungere gli obiettivi definiti a livello strategico
Fermo restando che la Strategia ha un respiro a lungo termine, il suo continuo aggiornamento avverrà sulla base del monitoraggio e dei report che verranno effettuati annualmente dalle amministrazioni centrali alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Tali report consentiranno di valutare i contributi che la loro azione politica porta all’attuazione della Strategia di sviluppo sostenibile. Si va nella stessa direzione anche con l’individuazione degli obiettivi su base regionale attraverso il lavoro comune e la costruzione del tavolo MATTM/Regioni sullo sviluppo sostenibile.
Uno degli aspetti più rilevanti è quello di assicurare questo lavoro sinergico, coordinato da parte delle amministrazioni centrali, regionali e dei privati. Il Ministero dell’Ambiente promuove un’azione che troverà espressione in un bando che dovrebbe essere pubblicizzato nei prossimi giorni, in cui daremo le risorse aggiuntive per consentire agli uffici regionali di rafforzare le proprie strutture operanti in quest’area.
Stiamo incontrando le Regioni, garantendo una forma di incoraggiamento finanziario perché le strutture vengano adeguate a queste nuove sfide. All’interno dell’utilizzo dei Fondi Strutturali abbiamo anche un’azione di affiancamento delle Regioni per realizzare gli obiettivi della Strategia.

Occorre che vi sia un chiaro senso comune di dove stiamo andando e che il mercato assecondi questo senso comune. A questo scopo la sinergia con la società civile è molto importante. Il Forum aperto alla società civile, che abbiamo programmato per il mese di giugno, sarà l’occasione di confronto sui temi della Strategia. Abbiamo anche promosso le iniziative dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) e il loro Festival (22 maggio – 7 giugno 2018) proprio per assicurare la massima disseminazione dei temi e il massimo coinvolgimento della società civile nella costruzione del processo di attuazione della Strategia.
Speriamo che la pubblica amministrazione sia in grado di affrontare questa sfida in maniera adeguata, accompagnata dai processi di informazione e partecipazione del pubblico che possono confermare la coscienza della sostenibilità e portare idee all’interno del processo.

Prospettive future per il nuovo Governo: la Strategia Energetica Nazionale tira le fila dell’attuazione domestica dell’accordo di Parigi nella sua declinazione in ambito europeo
Elemento importante è quello che il Paese si sia dotato nei tempi brevi di una Strategia Energetica Nazionale (SEN), in linea con gli obiettivi di Parigi. In sede europea sono stati approvati strumenti come l’Emissions Trading system (ETS), la direttiva sullo scambio dei permessi di emissione e la copertura anche degli altri settori come quello dell’agricoltura, dei trasporti, dell’edilizia, oltre quelli vincolati alla negoziazione dei permessi con l’Effort Sharing.
Per il settore dei trasporti si prefigura un passaggio importante verso la mobilità elettrica, i processi di efficientamento degli edifici prevedono un cambio di tecnologia notevole per quanto riguarda le modalità per il riscaldamento e per il raffreddamento. C’è sicuramente uno sforzo importante da condurre e questo potrebbe rappresentare delle criticità da affrontare, anche se mi sembra di poter affermare che il mercato ha in qualche modo internalizzato gli accordi di Parigi e le compagnie, le imprese, si muovono già con atteggiamenti che sembrano scontare la coerenza agli accordi di Parigi

Il mercato può essere orientato con dei sussidi, che rendono i prezzi per certi prodotti e servizi più favorevoli, o diminuendo i sussidi che vengono dati a quei prodotti che contengono un alto contenuto di CO2. Il Ministero dell’Ambiente ha prodotto con la collaborazione delle amministrazioni interessate e competenti un “rapporto sui sussidi perversi”. Incidere, in misura progressiva, puntuale su questi aspetti potrebbe comportare degli effetti sui prezzi che possano favorire le produzioni più favorevoli all’ambiente.

Per quanto riguarda i permessi negoziabili e la seconda edizione della direttiva europea, in qualche modo il Paese è relativamente preparato e quindi non dovrebbero esserci scossoni considerevoli, nonostante gli obiettivi siano ambiziosi.

Nei prossimi mesi, oltre che seguire l’attuazione della Strategia Energetica Nazionale, l’obiettivo è di elaborare il piano per il clima e l’energia 2030, che è l’altro strumento di politica strategica che ci viene chiesto dall’accordo di Parigi e dalla sua declinazione in termini di obblighi comunitari.

Infine, su una dimensione esterna, il ministro dell’Ambiente è impegnato a promuovere l’attuazione dell’Accordo di Parigi nei Paesi in via di sviluppo in diverse parti del mondo. Abbiamo tre aree prioritarie: l’Africa, le piccole isole del Pacifico e le isole dei Caraibi. È lavorando a fianco dei paesi in via di sviluppo che riusciamo a far sì che la crescita, che in qualche modo sta avvenendo in quei Paesi, possa essere raggiunta, anche con l’intervento delle migliori tecnologie nel rispetto degli obiettivi dell’Accordo di Parigi.

L’ultimo anno è stato un anno di definizione degli obiettivi strategici attraverso la Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile e la Strategia Energetica Nazionale. L’attuazione è la prossima tappa su cui ci si dovrà muovere. Sarà sempre possibile una revisione degli obiettivi individuati, fermo restando la coerenza dell’approccio rispetto alla determinazione europea di queste due grandi voci dello Sviluppo sostenibile e dell’Accordo di Parigi.

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