Integrare l’IA negli “ingranaggi” dei processi dell’organizzazione

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L’introduzione dell’intelligenza artificiale nei processi organizzativi può incontrare resistenze significative non solo da parte di tutti gli interlocutori aziendali, ma anche del management. È quindi indispensabile sviluppare una nuova cultura aziendale che valorizzi l’IA come un alleato, migliorando la produttività e facilitando l’innovazione nei processi quotidiani dell’organizzazione. È possibile farlo attraverso una comunicazione trasparente, formazione mirata e coinvolgimento attivo del personale, trasformando la percezione dell’IA da minaccia a risorsa

18 Luglio 2024

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Alessandro Castelli

Direttore Risorse Umane, Comunicazione, ESG, Assetto Organizzativo – Crédit Agricole Vita S.p.A. | Crédit Agricole Assicurazioni S.p.A (AIDP Lombardia)

Foto di Łukasz Maźnica su Unsplash - https://unsplash.com/it/foto/un-gruppo-di-persone-in-piedi-fuori-6BIED5dhoZg

Partiamo da un dato. Secondo uno studio globale condotto recentemente da IBM Institute of Business Value, il management intervistato ha dichiarato che nei prossimi tre anni il 40% della forza lavoro dovrà essere riqualificata per poter utilizzare in modo opportuno strumenti di automazione dei processi e Intelligenza Artificiale. Questo cambiamento influenzerà soprattutto quei profili che non hanno alcuna esperienza in questi due campi.

L’AI si presenta quindi sempre più simile a una leva che potremo utilizzare per migliorare non solo la qualità dei servizi per cittadini e imprese, ma anche e soprattutto le attività lavorative svolte quotidianamente. Ma, come ci è stato insegnato in Fisica, la leva ha sempre bisogno di un fulcro stabile per poter agire, consentendoci di ottenere il massimo risultato con il minor sforzo. È facile intuire come Il “nostro” fulcro debba essere necessariamente la Formazione.

Operare l’integrazione: la conoscenza

Tutti i settori stanno rapidamente adottando tecnologie avanzate per migliorare le proprie operazioni, efficientare servizi e rimanere competitive sul mercato. Tuttavia, implementare con successo queste tecnologie, ed in particolare l’Intelligenza Artificiale, richiede una profonda conoscenza e comprensione di come questa funzioni e di come possa essere utilizzata in modo efficace a seconda dei settori di appartenenza.

Secondo quanto riportato nel recente “Osservatorio Artificial Intelligence” del Politecnico di Milano tenutosi a febbraio di quest’anno, circa 6 grandi imprese su 10 hanno dichiarato di avere almeno all’attivo, anche solo a livello di sperimentazione, un progetto di Intelligenza Artificiale. L’adozione di questa tecnologia scende al 18% tra le piccole e medie imprese (+3 punti percentuali rispetto al 2022). In ritardo, invece, l’applicazione dell’Intelligenza Artificiale nella Pubblica Amministrazione. Secondo una rilevazione interna di Cassa Depositi e Prestiti il 50% delle istituzioni non ha ancora attivato progetti in questo ambito e questo nonostante siano state definite linee programmatiche all’interno del Piano Triennale 2024-2026 redatto da AgID (Agenzia per l’Italia digitale).

Diventa quindi fondamentale assumere e formare profili professionali all’interno della propria organizzazione che siano in grado di guidare l’implementazione e l’utilizzo delle nuove tecnologie in modo strategico ed efficiente. Questo non deve necessariamente riguardare solo le figure dell’IT, che rimangono e sempre rimarranno fondamentali in quanto possiedono competenze tecniche e una solida comprensione delle esigenze e dei processi aziendali. Il coinvolgimento del Top Management in questa rivoluzione deve essere determinante come motore trainante del cambiamento.

Figure come l’Innovation Manager o esperti di apprendimento automatico e di dati diventeranno presto indispensabili anche all’interno della PA come nelle aziende private.

La formazione, il vero pillar

L’Intelligenza Artificiale, per portare a un vero cambiamento, deve necessariamente essere vista come un potente alleato e non un avversario, una tecnologia ormai già indispensabile per affrontare i prossimi scenari, da quelli economici a quelli culturali, con importanti riflessi su quelli sociali.

L’AI sta infatti già cambiando il modo in cui le Risorse Umane vengono gestite all’interno delle organizzazioni, vedi i processi di selezione del personale, la sua formazione e sviluppo, la valutazione delle prestazioni e quindi la sua gestione medesima.

La formazione in ambito AI permette di migliorare l’Employee Experience e di avvicinare alla tecnologia le diverse fasce di età che lavorano all’interno sia della PA, sia delle imprese private. Infatti, per la prima volta nella storia, verranno a trovarsi fianco a fianco ben cinque generazioni diverse, da quella del boom economico fino alla Gen Z.

Affinché questo avvenga, diventa però necessario vincere le inevitabili resistenze al cambiamento. Perché queste ci sono e sempre ci saranno, ma possono essere mitigate. La formazione è un indispensabile strumento per inserire l’ingranaggio dell’AI all’interno dell’ambiente di lavoro, facilitando l’innovazione, l’automazione dei processi e, non certo ultima per importanza, la comunicazione.

Progettare il futuro con l’AI

Tra i principali punti di attenzione evidenziati dai vari studi di settore è in generale il ridotto numero di competenze STEM. Sarà quindi necessario attuare misure ancora più efficaci per attrarre e trattenere i talenti già presenti. L’Intelligenza Artificiale, come strumento di evoluzione dei servizi, si pone quindi come una soluzione alla richiesta di nuovi talenti, aiutando a sopperire a quel Talent Shortage che ormai è un fenomeno che sta impattando le aziende di ogni ordine e grado.

Un’attenta pianificazione delle figure professionali necessarie nel prossimo futuro permetterà di valorizzare tramite attività di reskilling e upskilling quelle già disponibili. Un altro fattore estremamente positivo per attrarre o trattenere in azienda i più giovani della Gen Z.

La progettazione del futuro deve necessariamente passare attraverso l’implementazione di sistemi digitali per la gestione del personale che possono supportare le organizzazioni a semplificare le procedure burocratiche, riducendo il carico di lavoro amministrativo e consentendo agli incaricati di concentrarsi sulle attività ad alto valore aggiunto. E, non certo ultimo, l’accesso rapido e intuitivo a informazioni cruciali come le politiche aziendali o il welfare può aumentare la fiducia e l’impegno dei dipendenti nei confronti dell’azienda.

Integrare processi efficaci e tecnologie innovative per facilitare le pratiche HR contribuisce a creare un ambiente di lavoro sempre più positivo e motivante, favorendo allo stesso tempo laproduttività e la Talent Retention all’interno dell’organizzazione, bilanciando carichi di lavoro e favorendo la sperimentazione.

Nel futuro l’IA può trasformare radicalmente il modo in cui le Risorse Umane sono gestite, consentendo a tutte le realtà aziendali di prendere decisioni più efficaci e mirate, migliorando l’esperienza dei dipendenti e aumentando la produttività complessiva. Tuttavia, sarà fondamentale per le organizzazioni adattarsi rapidamente a queste nuove tecnologie e garantire che vengano implementate in modo responsabile e sostenibile, portando sempre più valore nelle attività.

Integrare l’AI nei processi: un esempio pratico

All’interno delle Compagnie Assicurative Crédit Agricole Vita e Assicurazioni è in fase di introduzione la figura dell’HR Tech Coach, individuata all’interno del team HR. Questa persona non è quindi un responsabile IT ma un vero e proprio coach per l’implementazione della tecnologia, che opera come guida e consulente interno per garantire il successo dell’implementazione delle soluzioni di Intelligenza Artificiale lavorando sulle leve proprie delle expertise che appartengono alle Risorse Umane (es. soft skill, comunicazione). Il Tech Coach ha inoltre il compito di mantenersi sempre aggiornato sul tema, identificando potenziali utilizzi dell’AI e progettando soluzioni personalizzate a supporto anche delle stesse attività e strategie HR.

L’AI Tech Coach è quindi un facilitatore per l’implementazione e l’adozione di nuove tecnologie, che trasmette la conoscenza verticalmente a tutti i settori. La sua mission è quella di garantire un’efficace integrazione delle tecnologie, fornendo supporto ai colleghi e migliorando in tal modo l’esperienza complessiva dei dipendenti su questo tema, contribuendo all’evoluzione e al successo dell’azienda. Aver legato l’HR alla parte tecnologica rappresenta un grande cambio culturale.

La tecnologia deve aiutarci a sbloccare il nostro potenziale umano, per poter affrontare un futuro altamente tecnologico. Solo così non verremo scavalcati dalle tecnologie ma continueranno ad avere un enorme valore aggiunto nei processi aziendali. Ricordiamoci infatti che siamo sempre noi a decidere quanto “essere plasmati” dalle tecnologie.

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