La misurazione e i city managers
Misurazione e valutazione sono due cose diverse ed entrambi sono attuabili all’interno della pubblica amministrazione come hanno dimostrato in più occasioni gli enti locali. Questo è il concetto chiave dell’intervista a Michele Bertola, Direttore Generale del Comune di Imola e Presidente di ANDIGEL.
Il Decreto legislativo 150 da molto spazio al tema della valutazione, arrivando ad istituire un Autorità centrale per la valutazione, ma Bertola suggerisce di fare attenzione ai termini che si usano.
25 Novembre 2009
Redazione FORUM PA
Misurazione e valutazione sono due cose diverse ed entrambi sono attuabili all’interno della pubblica amministrazione come hanno dimostrato in più occasioni gli enti locali. Questo è il concetto chiave dell’intervista a Michele Bertola, Direttore Generale del Comune di Imola e Presidente di ANDIGEL.
Il Decreto legislativo 150 da molto spazio al tema della valutazione, arrivando ad istituire un Autorità centrale per la valutazione, ma Bertola suggerisce di fare attenzione ai termini che si usano.
Misurare vuol dire controllare l’efficienza di una struttura o di un servizio: quanto costa, quanto ci si mette per realizzarlo, quanta gente impegna.
Valutare vuol dire, invece, esprimere un giudizio su un’azione in relazione ad un obiettivo.
Dato che ogni realtà si pone degli obiettivi propri in relazione alla propria storia e alle priorità individuate dai referenti politici, è impensabile impostare un sistema di valutazione univoco, che individui degli standard di risultato “universali”. “Al contrario – afferma Bertola – sarebbe molto utile individuare a livello centrale degli standard di efficienza: un paniere di servizi a cui assicurare indicatori di efficienza”. Il ruolo della famosa agenzia centrale prevista dal decreto Brunetta, potrebbe essere proprio questo.
Per Bertola l’esperienza accumulata dagli enti locali, in particolare modo dalle città medie, non dovrebbe essere sprecata, ma, al contrario, dovrebbe costituire la base dalla quale partire per estendere le esperienze pilota e gli strumenti più innovativi al resto delle amministrazioni pubbliche. Le città medie sono, infatti, territori privilegiati: sono abbastanza grandi da avere strutture organizzative tali da consentire un confronto al proprio interno e, al tempo stesso, hanno una scala sufficientemente contenuta tanto da garantire un controllo diretto da parte della cittadinanza.
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