La PA come un’industria
Ieri pomeriggio il Ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione Renato Brunetta ha incontrato a Palazzo Vidoni le parti sociali e le associazioni dei consumatori ed ha presentato loro le “Linee programmatiche sulla riforma della Pubblica Amministrazione – Piano Industriale” che ha come obiettivi centrali il recupero di efficienza e l’acquisizione di benefici "di cassa" che, sommati, dovrebbero ammontare, in un periodo di 3-5 anni, a circa 40 miliardi di euro.
29 Maggio 2008
Redazione FORUM PA
Ieri pomeriggio il Ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione Renato Brunetta ha incontrato a Palazzo Vidoni le parti sociali e le associazioni dei consumatori ed ha presentato loro le “Linee programmatiche sulla riforma della Pubblica Amministrazione – Piano Industriale” che ha come obiettivi centrali il recupero di efficienza e l’acquisizione di benefici "di cassa" che, sommati, dovrebbero ammontare, in un periodo di 3-5 anni, a circa 40 miliardi di euro.
Sul sito del Ministero è possibile scaricare la bozza preliminare del Piano, focalizzato su una riflessione centrale: la dotazione di capitale umano della nostra Pubblica Amministrazione è commisurata a quella del settore privato o addirittura migliore per alcune voci significative (tassi di scolarità, presenza femminile e distribuzione “orizzontale” delle competenze). Anche i livelli retributivi sono allineati al settore privato e contrassegnati da una dinamica di crescita più favorevole. Tuttavia, a fronte di ciò, la produttività media dei dipendenti pubblici e l’efficienza media delle organizzazioni pubbliche sono assai basse e, comunque, inferiori sia al settore privato che alle altre amministrazioni europee. Questo deficit competitivo deriva sia da regole che da forme organizzative inadeguate. Primo passo per uscire da questa situazione è, dunque, introdurre nel lavoro pubblico la figura del datore di lavoro a cui sia possibile imputare l’eventuale responsabilità di un “fallimento” dell’Amministrazione, analogamente a quanto avviene per il fallimento civilistico nel settore privato.
Insomma si tratta di individuare responsabilità, ricercare la famosa "cultura del risultato", da sostituire a quella del "processo", e puntare sul merito per ottenere un aumento di produttività che possa avvicinare il settore pubblico agli standard di efficienza privati.
Il piano individua anche cinque elementi fondamentali che l’intervento legislativo non può tralasciare nell’ambito del lavoro pubblico:
- riconoscere e premiare il merito;
- potenziare e valutare con criteri moderni e trasparenti l’operato del personale delle amministrazioni pubbliche;
- ridefinire diritti e doveri del dipendente pubblico, restituendo dignità e prestigio a questo ruolo e consentendo di sanzionare chi lo svilisce con un comportamento scorretto;
- rivalutare il ruolo e i compiti del dirigente pubblico;
- potenziare la funzionalità delle amministrazioni attraverso la contrattazione collettiva e integrativa anche al fine di consentire la riorganizzazione dei luoghi di lavoro in accordo con i modelli dell’organizzazione del lavoro ad alta performance.
Parallelamente a questo occorrerà anche lavorare sull’organizzazione delle amministrazioni ed in particolare:
- introdurre meccanismi di mobilità delle funzioni.
- lavorare su qualità e customers’ satisfaction.
- ottimizzare l’utilizzo degli immobili.
- aprire le porte a sponsorizzazioni e project financing.
Per scaricare la bozza del "Piano industriale"
On line sul sito del Ministero tutti i commenti ufficiali al Piano