La riforma Brunetta nei comuni: l’esperienza di Muggiò
Le norme previste dalla riforma Brunetta per diventare operative hanno bisogno di essere recepite dalle amministrazioni locali e diventare prassi. Il Comune di Muggiò, a pochi chilometri da Monza, si è dimostrato pioniere in questa attività di “recepimento”, varando, tra i primi in Italia, un nuovo regolamento comunale che accoglie le innovazioni del decreto legislativo 150.
9 Marzo 2010
Tommaso Del Lungo
Le norme previste dalla riforma Brunetta per diventare operative hanno bisogno di essere recepite dalle amministrazioni locali e diventare prassi. Il Comune di Muggiò, a pochi chilometri da Monza, si è dimostrato pioniere in questa attività di “recepimento”, varando, tra i primi in Italia, un nuovo regolamento comunale che accoglie le innovazioni del decreto legislativo 150.
Una piccola città di 24mila abitanti e circa 130 dipendenti, a due passi da Monza e Cinisello Balsamo nel cuore di quella Brianza che da decenni rappresenta la locomotiva dello sviluppo del nostro paese. È questa la carta di identità con cui si presenta Muggiò, il Comune che per primo ha raccolto la sfida lanciata dal Ministro della Pubblica Amministrazione e l’Innovazione Renato Brunetta e dalla sua riforma, riscrivendo, ex novo, un regolamento comunale che poggia le sue basi sulle novità organizzative previste dal decreto legislativo 150, meglio noto come riforma Brunetta.
Il nuovo regolamento
Lo strumento di cui si è dotata l’amministrazione comunale di Muggiò per riorganizzare le proprie strutture orientandole al cittadino è una specie di “Testo Unico sull’organizzazione del Comune”, come lo ha definito Carlo Lopedote, Segretario e Direttore Generale. Il nuovo regolamento, infatti, raggruppa i cinque regolamenti prima esistenti e, soprattutto, apre le porte ad alcune novità organizzative come l’autonomia e la responsabilità della dirigenza, la valorizzazione della meritocrazia, il raggiungimento delle performance e la trasparenza.
Il regolamento è la regola massima per l’organizzazione del comune. In circa 70 pagine regola 5 temi chiave: organizzazione dell’Ente (chi fa che cosa, ruoli e compiti); norme di accesso e modalità concorsuali; mobilità interna dei dipendenti; disciplina dei rapporti di collaborazione e consulenza; gestione dei procedimenti disciplinari.
Il percorso verso la riforma Brunetta
Abbiamo chiesto al Segretario e Direttore generale, Carlo Lopedote, di raccontarci come è nata questa idea e che cosa cambia da oggi per il Comune, per i suoi dipendenti e, soprattutto, per i cittadini. “Tutto parte – ci spiega Lopedote – da una precisa volontà politica presente nel programma della compagine che ha vinto le elezioni nel 2009. Uno tra i punti fermi del programma era, infatti, quello di rinnovare profondamente l’organizzazione dell’amministrazione in funzione di un miglior servizio ai cittadini”.
Una priorità politica quindi che si è sviluppata parallelamente alla discussione avviata dal Ministro Brunetta, ma non per caso. “Sebbene la nostra amministrazione avesse intrapreso questo percorso di ammodernamento in maniera autonoma dalla politica nazionale – spiega Lopedote – le riforme del Ministro erano nell’aria da tempo, e quando abbiamo cominciato a scrivere l’impostazione del regolamento lo abbiamo fatto tenendo conto di quelli che erano i capisaldi attorno ai quali si concentrava il dibattito”.
Dopo aver scritto una prima bozza di regolamento il gruppo di lavoro di Lopedote ha esaminato ed inserito le novità strutturali previste dalla riforma del Ministro Brunetta (entrata in vigore a novembre). “In particolare – continua Lopedote – abbiamo provveduto a trasformare quello che era il nucleo di valutazione interno, in un organismo indipendente di valutazione, che è quello che dovrà verificare la congruenza dei risultati gestionali con gli indirizzi e gli obiettivi politici di programmazione. Poi, avvalendoci delle competenze e delle capacità tecniche dei componenti del nuovo organismo, abbiamo ipotizzato un piano di lavoro per recepire le indicazioni della riforma. Come vede non si è trattato di un mero adempimento burocratico, ma abbiamo visto nelle nuove strutture proposte dalla normativa un vero e proprio grimaldello di cui servirci per dare concretezza alla riforma”.
Lo scoglio della meritocrazia.
Quando chiediamo a Lopedote in che modo sono state accolte le nuove indicazioni dalle risorse interne la risposta ci rimanda a qualche mese: “Rispetto ai temi «caldi» come la distribuzione del salario accessorio, il regolamento non riporta indicazioni specifiche se non il riferimento al fatto che parte del salario accessorio viene distribuito ai dipendenti secondo i criteri previsti dalla norma. È ovvio che l’implementazione del regolamento porterà ad un confronto con i sindacati. Questo confronto in parte è già cominciato dato che proprio in questi giorni stiamo iniziando ad elaborare un nuovo sistema di valutazione che tenga conto delle novità del d.lgs. 150.”
Il Regolamento “muggiorese” è già stato apprezzato da varie istituzioni, tanto che potrebbe essere utilizzato dall’ANCI come modello per chi andrà a realizzare un documento analogo.