Lavoro agile per il diversity management: il processo innovativo di Trieste
Il Lavoro agile, supportato dalle tendenze normative degli ultimi anni che ne hanno garantito una buona spinta in avanti, si configura sempre meno come la mera evoluzione del telelavoro, e diventa a tutti gli effetti uno strumento di innovazione culturale delle organizzazioni pubbliche e private. Ne discutiamo con Elisabetta Belullo e Ornella Luis, Direzione Generale e Risorse Umane del Comune di Trieste.
22 Novembre 2019
Marina Bassi
Project Officer Area Ricerca, Advisory e Formazione FPA
A poche settimane mancanti dalla conclusione del progetto di Formazione Specialistica promosso dal Dipartimento Pari Opportunità in collaborazione con P4I – Partners 4 Innovation e FPA, abbiamo ragionato insieme ad alcune delle amministrazioni coinvolte sulle situazioni di partenza di ciascuna di loro, e delle opportunità date dal percorso di formazione.
Smart Working nel Comune di Trieste
Dopo l’esperienza del Comune di Marnate e dell’Unione della Romagna faentina, parliamo dell’esperienza del Comune di Trieste con Elisabetta Belullo e Ornella Luis (Dir. Gen. e Risorse umane).
“Le caratteristiche morfologiche del territorio triestino hanno contribuito molto all’approccio al nuovo modello organizzativo – ha sottolineato in apertura Belullo -. Si tratta di un territorio composto da altipiani e costa, e il raggiungimento degli uffici comunali può richiedere a volte fino a un’ora e mezza di spostamento per i dipendenti”.
Il Lavoro agile ha significato dapprima per il Comune un’opportunità di risparmio di tempo ed energie che si sarebbe potuto investire in lavoro più efficiente. Da questo punto di partenza risalente al 2017, tuttavia, il Comune ha lavorato alla costruzione di un vero e proprio processo culturale che ha coinvolto tutta la macchina amministrativa, oggi attenta alle esigenze delle persone, viste come opportunità di crescita dell’amministrazione stessa.
Smart Working con il coinvolgimento di uno psicologo del lavoro
Non a caso, lo stesso percorso di Lavoro agile innescato ha visto il coinvolgimento di uno psicologo del lavoro – Ornella Luis – che ha permesso di approfondire l’analisi della cultura organizzativa vigente, per poterne implementare i meccanismi di lavoro agile. “La mia figura professionale – racconta Luis – è nata nel 2009 sulla spinta della normativa in materia di sicurezza su lavoro e sulla necessità di effettuare misurazioni di quello che allora era un nuovo rischio ovvero sia lo stress lavoro correlato, in linea con l’attenzione dimostrata dall’Amministrazione alle tematiche del Benessere Organizzativo.
Anche su impulso di questo genere di analisi sono emersi con sempre maggiore evidenza i bisogni di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. In un momento (parliamo ormai di dieci anni fa) in cui lo psicologo del lavoro poteva risultare in certi casi una figura quantomeno insolita negli uffici, il Comune di Trieste ne vedeva un’opportunità di innovazione organizzativa”.
A partire dal 2017 il Comune ha avviato il suo percorso di innovazione agile coinvolgendo anche la dottoressa Luis e, di concerto con lo staff della Formazione, gli appuntamenti webinar da subito sono stati capitalizzati, usandoli per coinvolgere una trentina di colleghi, tra dirigenti, responsabili di posizione organizzativa e dipendenti.
“Ci vuole engagement in questo processo – spiega Luis -, e per farlo abbiamo attivato, parallelamente all’avvio del percorso DPO Lavoro agile, uno spazio interno di formazione facilitato utile al commento in tavola rotonda a seguito di ciascun incontro”.
Obiettivi
L’obiettivo del Comune di Trieste è di seminare per tempo quanto appreso durante il percorso formativo del Dipartimento, puntando alla fiducia, alla responsabilizzazione data dall’autonomia dei dipendenti, consapevoli che tutto questo deve necessariamente essere accompagnato dalla capacità di delega dell’amministrazione stessa.
“Noi ci siamo, abbiamo capito gli obiettivi e come raggiungerli. Con DPO e la formazione in atto stiamo facendo in modo che la consapevolezza sia ben radicata in tutto il gruppo di lavoro”.