La misurazione del benessere è un processo intrinsecamente complesso, implica la misurazione di indicatori in costante cambiamento. Come l’Istat si è attivata per far fronte a questi cambiamenti? E in che modo le nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale, stanno supportando la raccolta, l’elaborazione e la diffusione dei dati? Ne parliamo in questa puntata del nostro videopodcast insieme a Massimo Fedeli, Capo Dipartimento Sviluppo di Metodi e Tecnologie per la Produzione e Diffusione dell’Informazione Statistica dell’Istat, e Monica Frassoni, Presidente di European Alliance to Save Energy (EUASE)
4 Dicembre 2024
Redazione FPA
In una società sempre più data driven, assumono un’importanza rilevante l’informazione accurata e la qualità dei dati, insieme al monitoraggio e alla possibilità di valutarne gli effetti: dalle politiche implementate ai progressi compiuti, agli obiettivi raggiunti. È evidente come la misurazione del benessere sia un processo complesso, implica la misurazione di indicatori in costante cambiamento. Come si è attrezzato l’Istat per far fronte a questi cambiamenti?
Abbiamo scelto di parlarne in questo nuovo videopodcast che ci porta nel cuore dei nostri eventi attraverso estratti audio-video commentati con ospiti. Lo facciamo con Massimo Fedeli, Capo Dipartimento Sviluppo di Metodi e Tecnologie per la Produzione e Diffusione dell’Informazione Statistica di Istat, e Monica Frassoni, Presidente di European Alliance to Save Energy (EUASE). La puntata è condotta da Michela Stentella e Maurizio Costa e rientra in un percorso di collaborazione tra FPA e Istat, in particolare con il “Dipartimento Sviluppo di Metodi e Tecnologie per la Produzione e Diffusione dell’Informazione Statistica”, avviato da qualche anno, che ci ha portato a realizzare numerosi approfondimenti sul tema della gestione strategica dei dati.
Del rapporto tra statistica e politiche per il benessere equo e sostenibile parleremo anche durante il nostro Digital Talk “Misurare il benessere oltre il PIL: nuove metriche per lo sviluppo sostenibile“, in programma mercoledì 11 dicembre.
È ufficialmente riconosciuto da diversi anni che il PIL non può essere l’unico indicatore di benessere di un paese. Su questo tema, l’Istat, già dal 2010, ha introdotto il sistema di indicatori BES (Benessere Equo e Sostenibile), che valuta il benessere non solo economico, ma anche sociale e sanitario. Assumono rilevanza aspetti come l’istruzione e le disuguaglianze.
“Non c’è benessere se questo benessere non è per tutti i gruppi sociali e non è in tutti i territori”, Miria Savioli di Istat
Massimo Fedeli sottolinea quanto i dati rivestano un’importanza strategica: sono ormai un patrimonio e vengono definiti come un asset, a cui si attribuisce un valore economico; su di essi si possono fare una serie di analisi e valutazioni. Altro aspetto fondamentale riguarda la trasparenza e la responsabilità. Prendere decisioni con dati comunicati e spiegati in modo trasparente rafforza la fiducia nelle istituzioni. Infine, c’era la necessità di ideare e implementare un framework multifonte per fornire risposte più tempestive e seguire fenomeni complessi e multidimensionali in continua evoluzione. La digitalizzazione del contesto nazionale permette, inoltre, di sfruttare nuove fonti – il sistema integrato dei registri, gli archivi amministrativi, le informazioni provenienti dal web e dai social network – che, se integrate con le altre, migliorano la qualità e la tempestività delle informazioni fornite.
Ci siamo posti anche un altro interrogativo: quanto sono importanti i dati nell’adozione di politiche corrette in materia ambientale e nel confutare la “narrazione” della transizione ecologica spesso vista come impossibile e “utopica”?
“Se non abbiamo i dati – sottolinea Frassoni – è molto difficile individuare le soluzioni”. Tuttavia, le soluzioni possono essere difficili e a volte contraddittorie. Se in una città si verifica un aumento significativo della temperatura, è necessario riprogettare l’ambiente urbano affinché gli edifici e le abitazioni possano gestire tali cambiamenti. Piantare alberi nelle strade può, ad esempio, ridurre la temperatura nelle aree urbane. Ognuna di queste scelte, però, comporta ulteriori decisioni che richiedono dati, numeri e conoscenze.
Nel videopodcast, gli estratti video di:
- Miria Savioli di Istat – Conferenza nazionale di statistica, Roma, 3-4 luglio 2024
- Monica Brezzi, Responsabile Divisione Indicatori di Governance e Performance dell’OCSE – Festival della Statistica e della Demografia, Treviso, 17-20 ottobre 2024