L’Europa plaude alla direttiva italiana sul riutilizzo dei dati pubblici

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La Commissione ha accolto con favore l’adozione della nuova regolamentazione italiana volta ad adempiere gli obblighi derivati dalla direttiva UE sul riutilizzo dell’informazione pubblica e ha pertanto chiuso il procedimento di infrazione aperto nei confronti del nostro paese.

 

1 Ottobre 2010

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Redazione FORUM PA

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La Commissione ha accolto con favore l’adozione della nuova regolamentazione italiana volta ad adempiere gli obblighi derivati dalla direttiva UE sul riutilizzo dell’informazione pubblica e ha pertanto chiuso il procedimento di infrazione aperto nei confronti del nostro paese.

 

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Nel 2009 la Commissione ha inviato all’Italia una lettera di costituzione in mora nella quale richiedeva delucidazioni in merito all’attuazione di diverse disposizioni della direttiva sull’Informazione del Settore Pubblico (ISP). Nella fattispecie in Italia non erano disponibili per il riutilizzo i dati relativi alla proprietà terriera e alle ipoteche, che comprendono le informazioni catastali nonché i dettagli concernenti la proprietà, l’occupazione, l’ubicazione precisa, i confini di ogni parcella di terreno e l’utilizzo dei beni immobili per garantire l’assunzione di prestiti negli stessi termini disposti per altri dati del settore pubblico ai sensi della normativa UE.

La Commissione esprimeva preoccupazione per il fatto che la normativa italiana potesse non rispecchiare in modo sufficientemente accurato la portata e la definizione del riutilizzo, i requisiti procedurali in materia di trattamento delle richieste, le condizioni specifiche, inclusi i formati disponibili, la tariffazione e la non discriminazione. 

L’Italia ha ora modificato la sua legge sull’ISP e le modifiche sono entrate in vigore il 10 luglio 2010. Più in particolare, queste modifiche integrano il principio generale dell’articolo 3 della direttiva UE sul riutilizzo dell’informazione pubblica in possesso degli enti pubblici e modificano altre disposizioni che in precedenza restringevano la portata della legislazione sul riutilizzo a causa della mancanza di proprietà dei dati richiesti da parte dell’ente pubblico interessato o per loro stessa natura (p. es. proprietà terriera o dati statistici).
Alla luce della nuova legge, la Commissione si dichiara soddisfatta che l’Italia si sia conformata agli obblighi derivati dalla direttiva UE sull’informazione del settore pubblico.

I dati elaborati dal settore pubblico, di valore non inferiore a 27 miliardi di euro l’anno nella UE secondo uno studio del 2006, possono essere riutilizzati in diversi prodotti e servizi, quali i sistemi di navigazione a bordo dei veicoli, le previsioni meteorologiche o le applicazioni per l’informazione turistica (le cosiddette "app", scaricabili sugli smartphone), e i servizi finanziari e assicurativi. La direttiva UE relativa al riutilizzo dell’informazione del settore pubblico, adottata nel 2003, invita gli Stati membri a garantire che tali informazioni siano rese disponibili e che il settore pubblico e tutte le persone interessate a fruire di tali dati siano a conoscenza dei propri diritti e obblighi. È attualmente in corso una consultazione pubblica per migliorare la direttiva  sull’utilizzo dell’Informazione del Settore Pubblico.

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