L’innovazione nel Mezzogiorno: un’indagine di FORUM PA
Puntare sul merito: è questa la ricetta per un Sud più efficiente, secondo un panel di operatori della PA e di stakeholder istituzionali, intervistati da FORUM PA con l’obiettivo di rilevare la percezione e gli ostacoli ai processi di innovazione da parte di chi li vive quotidianamente e ne è in parte artefice. La ricerca PanelPA Mezzogiorno è stata presentata il 17 febbraio scorso a Napoli, in occasione del FORUM DELL’INNOVAZIONE Mezzogiorno.
22 Febbraio 2010
Letizia Pica
Puntare sul merito: è questa la ricetta per un Sud più efficiente, secondo un panel di operatori della PA e di stakeholder istituzionali, intervistati da FORUM PA con l’obiettivo di rilevare la percezione e gli ostacoli ai processi di innovazione da parte di chi li vive quotidianamente e ne è in parte artefice. La ricerca PanelPA Mezzogiorno è stata presentata il 17 febbraio scorso a Napoli, in occasione del FORUM DELL’INNOVAZIONE Mezzogiorno.
Il sondaggio ha interessato non un campione rappresentativo a livello statistico, ma un panel altamente qualificato composto da operatori della PA e stakeholder istituzionali di Basilicata, Calabria, Campania, Molise e Puglia, ed è stato condotto tra il 29 gennaio e il 15 febbraio 2010 tramite un questionario on line (sono 651 le interviste valide).
Dalla ricerca emerge che per il 72% del campione negli ultimi cinque anni la PA è diventata più efficiente, grazie agli investimenti nel processo di digitalizzazione e informatizzazione. Per fare ulteriori passi avanti, tuttavia, è necessario rimuovere alcuni ostacoli: la mancanza di meritocrazia, al primo posto tra le cause di inefficienza (22% degli intervistati), seguita dalla rigidità nell’organizzazione (20%) e dalle ingerenze politiche (19%). Per una PA che funzioni davvero, quindi, bisogna puntare sul merito, sulla misurazione delle performance e della produttività e sull’innovazione tecnologica. Ma anche sulla trasparenza, in particolare per quanto riguarda l’utilizzo delle risorse pubbliche: per il 65% del campione, infatti, sapere come vengono spesi i soldi pubblici è la base per realizzare una vera accountability.
Leggi il Dossier completo, che integra i dati del PanelPA Mezzogiorno con quelli di altre fonti[1].
Di seguito, una sintesi del PanelPA Mezzogiorno.
La PA migliora. Per il 72% degli intervistati, negli ultimi cinque anni gli investimenti in digitalizzazione e informatizzazione hanno prodotto un sensibile miglioramento nell’efficienza della pubblica amministrazione. Il dato è sicuramente apprezzabile, ma rispetto all’analogo sondaggio effettuato in occasione del FORUM PA NORD OVEST, dove l’83% degli intervistati dava un giudizio positivo, evidenzia una maggiore difficoltà dei processi di innovazione nella PA del Mezzogiorno.
In particolare, è nel settore della fiscalità e dei pagamenti che si apprezza di più il contributo delle nuove tecnologie (per il 32% del panel è il settore in cui il servizio è migliorato di più), seguito dal rapporto con il cittadino sia allo sportello che attraverso call center e altre modalità multicanale (indicato dal 31% del panel). Arranca invece l’innovazione negli altri settori: in particolare i cittadini del Mezzogiorno non vedono ancora la “scuola digitale” (appena il 3% degli intervistati) o l’infomobilità del futuro (anche qui la percentuale è del 3%). Meglio sanità e previdenza dove per il 10% degli intervistati c’è qualche nota apprezzabile di innovazione tecnologica.
Puntare alla semplificazione. I processi di innovazione della PA devono essere indirizzati verso l’interoperabilità dei sistemi informativi (scelta indicata dal 28%), cioè verso il dialogo informatico tra pubbliche amministrazioni diverse che consente di alleggerire il carico burocratico che grava sul cittadino, e verso una robusta azione di semplificazione amministrativa (indicata dal 28%), oltre che verso il completamento delle iniziative di e-government (15%). E il 31% del panel indica proprio nella semplificazione amministrativa il fattore da potenziare per migliorare il rapporto tra PA e cittadino.
Mancanza di meritocrazia come causa di inefficienza della PA. Per il 22% del campione il maggiore ostacolo all’efficienza della PA nel Mezzogiorno è la mancanza di meritocrazia, seguita dalla rigidità dell’organizzazione, e cioè la farraginosità dei processi di adeguamento delle strutture alle esigenze della “domanda” (20%), e dall’ingerenza della politica nella gestione (19%). Solo il 6% indica il “lassismo dei dipendenti pubblici”: come a dire che, va bene la lotta ai fannulloni, ma questi non sono la causa (semmai il prodotto) dell’inefficienza della PA.
A differenza di quanto rilevato nell’analoga indagine sul Nord Ovest (dove la principale causa di inefficienza era ravvisata nella rigidità dell’organizzazione, con netto distacco su tutte le altre), nel Mezzogiorno evidentemente pesano ancora i retaggi di una PA che a lungo è stata un ammortizzatore sociale improprio e che, quindi, non ha ancora compiuto un percorso di emancipazione verso una nuova cultura dell’amministrare.
Merito e innovazione per una PA più efficiente. Viste le cause di inefficienza individuate, sono ovvie le misure chieste per ridare slancio al processo di modernizzazione della PA meridionale: riconoscimento del merito e introduzione di sistemi incentivanti (26% delle risposte), misurazione delle performance (20%) e innovazione tecnologica (20%).
Dicci come spendi i soldi pubblici. Questo chiede il nostro panel, che per il 65% considera la rendicontazione sull’utilizzo delle risorse pubbliche, quindi far sapere ai cittadini come e dove sono stati impiegati i soldi dei contribuenti, il vero strumento di trasparenza della PA, il mezzo più efficace per realizzare una vera accountabilty e una corretta informazione ai cittadini sull’uso delle risorse. La stessa risposta era arrivata dal sondaggio effettuato in occasione del FORUM PA NORD OVEST.
Le iniziative di Brunetta per una Pa più vicina al cittadino…chi le conosce? Ancora in pochi conoscono il call center unico della PA ‘Linea Amica’ (38% del panel) e ‘Reti Amiche’ (43%). Più popolare, invece, l’iniziativa di rilevazione della customer satisfaction attraverso le emoticon ‘Mettiamoci la Faccia’ (60%). La quasi totalità del panel, invece, conosce la Posta Elettronica Certificata (93%).
Abbasso il digital divide. È il digital divide culturale, quindi la mancanza di competenze informatiche da parte dei cittadini, il principale freno allo sviluppo dei servizi di e-gov (scelta indicata dal 52%). Tra le altre, la mancanza o inadeguata diffusione degli strumenti di identità e accesso digitale, come CIE e posta certificata (indicata dal 13%), e la presenza di servizi e contenuti on line di scarso interesse per i cittadini (12%).
E quali potrebbero essere contenuti e servizi su cui puntare per incontrare le reali esigenze dei cittadini? Per il nostro panel, in primo luogo i servizi per il matching domanda/offerta di lavoro (26% delle risposte) seguiti da strumenti per la prenotazione on line di servizi e prestazioni pubbliche, come biglietterie per musei e trasporti o prenotazioni sanitarie (20%).
Sorprende per alcuni versi l’importanza attribuita agli strumenti di partecipazione on line ai processi decisionali (18%): probabilmente internet e la rete sono visti come strumenti per ridurre il deficit democratico (nei termini della partecipazione attiva alla vita pubblica e al controllo sulla cosa pubblica) che affligge il Mezzogiorno più che altri contesti territoriali.