L’innovazione nel Sistema Nord Ovest: un’indagine di FORUM PA

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Un territorio che riconosce un miglioramento nei servizi della PA, ma chiede ancora maggiore semplificazione e trasparenza. Questa la fotografia che emerge dal PanelPA NORD OVEST, sondaggio on line che ha interessato un panel altamente qualificato composto da operatori della PA e stakeholder istituzionali di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta.

21 Dicembre 2009

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Letizia Pica

Articolo FPA

Una PA più efficiente, grazie agli investimenti in informatizzazione e digitalizzazione, ma che deve fare ancora passi avanti, puntando sul dialogo informatico tra pubbliche amministrazioni diverse e sulla semplificazione amministrativa. E’ un ritratto in chiaro scuro quello che emerge dal PanelPA NORD OVEST, un’indagine condotta da FORUM PA e presentata il 16 dicembre scorso a Genova, in occasione del FORUM DELL’INNOVAZIONE NORD OVEST.
Obiettivo della ricerca era rilevare la percezione dei processi di innovazione e dei relativi ostacoli da parte di chi li vive quotidianamente e ne è in parte artefice. Il sondaggio ha interessato non un campione rappresentativo a livello statistico, ma un panel altamente qualificato composto da operatori della PA e stakeholder istituzionali di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, ed è stato condotto nella prima metà di dicembre tramite un questionario on line (sono 415 le interviste valide).

Leggi il Dossier completo, che integra i dati del PanelPA NORD OVEST con quelli di altre fonti[1].

Di seguito, una sintesi del PanelPA NORD OVEST.

La PA migliora. Per l’83% degli intervistati, negli ultimi cinque anni gli investimenti in digitalizzazione e informatizzazione hanno prodotto un sensibile miglioramento nell’efficienza della pubblica amministrazione. In particolare, è nel settore della fiscalità e dei pagamenti che si apprezza il contributo delle nuove tecnologie (per il 31% del panel è il settore in cui il servizio è migliorato di più), seguito dal rapporto con il cittadino sia allo sportello che attraverso call center e altre modalità multicanale (indicato dal 29% del panel). Passi non da gigante, ma comunque in grado di produrre un miglioramento apprezzabile, anche nei servizi sanitari (19%).

Puntare alla semplificazione. I processi di innovazione della PA devono essere indirizzati verso l’interoperabilità dei sistemi informativi (scelta indicata dal 36%), cioè verso il dialogo informatico tra pubbliche amministrazioni diverse che consente di alleggerire il carico burocratico che grava sul cittadino, e verso una robusta azione di semplificazione amministrativa (indicata dal 32%).
Del resto, proprio la semplificazione amministrativa e la riduzione della burocrazia sono indicati come fattore da potenziare per migliorare il rapporto tra PA e cittadino (38% del panel), assieme alla riduzione dei tempi di risposta nell’erogazione dei servizi pubblici (30% del panel).

Rigidità dell’organizzazione come causa di inefficienza della PA. Per il 34% del campione il maggiore ostacolo all’efficienza della PA è il fatto di non poter agire sulla leva organizzativa e sulla gestione del personale, per una serie di vincoli nell’assetto del pubblico impiego. A seguire, con uguale peso (16% del panel), la mancanza di meritocrazia, l’assenza di misurazioni e di pratiche di accountability e l’ingerenza della politica che spesso è fonte di distorsioni nell’agire amministrativo. Fanalino di coda il “lassismo dei dipendenti pubblici” (3%): come a dire che, va bene la lotta ai fannulloni, ma questi non sono la causa (semmai il prodotto) dell’inefficienza della PA.

Persone e tecnologie per una PA più efficiente. Sono due gli ingredienti per una PA che funziona e, quindi, le leve su cui agire: autonomia nell’organizzazione del personale e delle strutture (scelta indicata dal 25%) e innovazione tecnologica (il 21% del panel). A seguire robusti sistemi di misurazione delle performance e della produttività (19%).

Dicci come spendi i soldi pubblici. Questo chiede il nostro panel, che per il 70% considera la rendicontazione sull’utilizzo delle risorse pubbliche il vero strumento di trasparenza della PA, il mezzo più efficace per realizzare una vera accountabilty e una corretta informazione ai cittadini sull’uso delle risorse.

Le iniziative di Brunetta per una Pa più vicina al cittadino…chi le conosce? Ancora in pochi conoscono ‘Reti Amiche’ (37% del panel) e il call center unico della PA ‘Linea Amica’ (32%). Più popolare, invece, l’iniziativa di rilevazione della customer satisfaction attraverso le emoticon ‘Mettiamoci la Faccia’ (62%). Ben l’87% del panel, infine, conosce la Posta Elettronica Certificata.

Abbasso il digital divide. È il digital divide culturale, quindi la mancanza di competenze informatiche da parte dei cittadini, il principale freno allo sviluppo dei servizi di e-gov (scelta indicata dal 54%), seguito dalla mancanza o inadeguata diffusione degli strumenti di identità e accesso digitale, come CIE e posta certificata (indicata dal 16%). Ma non manca chi indica tra le cause la presenza di servizi e contenuti on line di scarso interesse per i cittadini (10%).

 

 


[1] Indagine “Gli italiani e le nuove tecnologie”, realizzata dall’Istituto di ricerca GPF per l’Osservatorio il Futuro della Rete (aprile 2009); Rapporto “La disponibilità dei servizi di e-government a livello locale” dell’Osservatorio Servizi on Line, CRC-CNIPA (dicembre 2008) su dati 2007; rilevazione dell’Osservatorio Piattaforme di Between (2009) sull’evoluzione delle piattaforme per l’erogazione di servizi web based nei grandi ambiti verticali (scuola, sanità, infomobilità etc.); dati Istat.

 

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