L’Inps e i falsi invalidi: uno su quattro non ce la fa più a fare il finto malato
Su 250mila controlli finora effettuati, sono quasi 72mila le posizioni che sono risultate non regolari, soggetti risultati “sani” ai quali la pensione è stata prontamente revocata. La media nazionale del raggiro in questo campo supera il 28% dei casi, con picchi regionali di dieci punti più alti. Il danno alla collettività è di almeno cinque miliardi di euro all’anno: una Finanziaria in più che pagano i cittadini onesti, e della quale si potrebbe e vorrebbe fare assolutamente a meno. E forse ce la faremo.
27 Marzo 2012
Tiziano Marelli
L’argomento delle truffe all’Inps da parte dei falsi invalidi è già stato trattato nel PAssepartout in altre occasioni. Lo abbiamo fatto quando si trattava di casi eclatanti ma pur sempre isolati, non riferiti a qualcosa di più generale. Stavolta, invece, sono stati resi noti e sono disponibili dati più ampi, e quello che ne esce è un quadro sconvolgente, ed è quindi doveroso tornare sull’argomento.
Partiamo dal fatto che da quando il nostro istituto nazionale di previdenza ha deciso di iniziare un nuovo corso controllando a tappeto la veridicità delle malattie agli “invalidi” che godono di pensione conseguente, i controlli sono stati finora 250mila. Grazie al solo fatto di averli avviati questi controlli, 36.902 pensioni (il 14,76% del totale monitorato) sono decadute subito per il semplice fatto che i “richiamati” non si sono nemmeno presentati alla visita, vedendosi così automaticamente tolto l’appannaggio (di conseguenza sono state avviate le indagini per constatare se esistono gli estremi della truffa, e arrivare così all’eventuale richiesta di restituzione totale del denaro versato). Rispetto invece alle visite effettuate, altri 34.752 finti menomati sono invece risultati “abili arruolati” al convivere civile, e da subito sono rimasti senza contributo, e anche per loro vale la regola del controllo “a posteriori” per verificare se esistono gli estremi della truffa.
Non disponendo dei dati relativi a Valle d’Aosta e Trentino Alto Adige (definiti dagli ispettori Inps “irrilevanti”), è utile sapere nel particolare che la media nazionale di malversazione specifica è pari al 28,42% dei casi finora accertati, e che a guidare questa speciale classifica del raggiro sono Campania (con il 37,90%), Basilicata (appena sotto: 37,64), Molise (35,93), ma poi arriva una quasi insospettabile Umbria (35,69) appena davanti al Lazio (34,68) e via via a scendere tutti gli altri, fino alle “quasi virtuose” Marche, dove però nemmeno lì manca un buon 14,29% di profittatori alle spalle di tutti noi.
A proposito del Lazio, è utile sapere che finora risulta essere l’unica regione ad aver preso in considerazione l’ipotesi che tutto l’iter per il riconoscimento dell’invalidità avvenga per via telematica: “stranamente” e trasversalmente, all’on line si oppongono finora tutte le altre, semplicemente ostentando l’inanità più assoluta. Evidentemente, è molto meglio affidarsi alle ”cure” di qualcuno che conosce corridoi e meandri della burocrazie di settore e magari anche di qualcuno della commissione medica preposta – soprattutto, guarda un po’, in periodo elettorale, quando le domande aumentano in media del 25% rispetto al normale – anche se quasi ovunque l’Inps è ormai presente con un suo rappresentante, e di conseguenza la truffa diventa impossibile.
E quando la copertura del territorio da parte dei medici Inps diventerà totale sarà molto più difficile far passare per malati anche i figli cardiopatici dei cardiopatici, e non stiamo scrivendo a vanvera, visto che un episodio del genere è successo a Napoli, dove padre, madre e tre frugoletti al seguito risultavano talmente messi male a livello di cuore da riuscire a riscuotere tutti e cinque la pensione. I controlli avviati sul caso hanno appurato che invece stavano tutti benissimo, magari adesso ne pagheranno anche le conseguenze, e un po’ di batticuore conseguente forse inciderà – ma speriamo non più di tanto, soprattutto ai pargoli – sul loro stato di salute generale.
Se genitori tanto premurosi sono stati prontamente denunciati, stessa sorte è toccata ad un altro beneficiato dal nostro sistema sanitario nazionale che non doveva esserlo, abitante sempre nella stessa città. Il malato, “immaginario” ma anche “immaginato” come tale da chissà quale onesta commissione, riscuoteva ben tre pensioni, e una era quella che certificava addirittura una sua totale “demenza”. Quando la Direzione antimafia del posto, nel corso di un altro tipo di indagine, ha scoperto in un muro della sua magione contante per ben otto milioni di euro, non è bastata la sua dichiarazione – che poteva senz’altro contribuire ad avvalorare la sua condizione di folle – rilasciata a verbale, cioè che il denaro era accumulato grazie ad una (onesta?) professione di “usuraio”: il nostro eroe è andato dritto in galera e con un appannaggio dello Stato dei tre precedentemente accumulati su cui poter contare in meno, con tanto di accusa di riciclaggio di denaro sporco (quella sull’appropriazione indebita nei confronti dell’Inps se la vedrà recapitata fra quattro mura).
Il bello è che proprio nel suo stesso quartiere, Santa Lucia, quasi ironicamente dedicato proprio alla santa protettrice dei non vedenti, si sia registrato il numero più alto di “finti ciechi” finora smascherati, particolare che può prestarsi a facili battute di spirito, ma che invece testimonia come la fantasia possa anche risultare estremamente sgradevole, se portata alla luce. Anzi: riportata, visto è (era) tanta la cecità registrata nel circondario: un miracolo, e nemmeno di San Gennaro, ma della più modesta Lucia, che sulla carità cristiana di molta gente del suo quartiere era evidentemente disposta a chiudere un occhio, se non due.
In soldoni, e proprio parlando di questi, il nostro Paese perde almeno 5 miliardi l’anno in elargizioni per pensioni che non dovrebbero essere pagate: un conto presto fatto tenendo conto della proiezione sui 250mila controlli finora effettuati e che quindi – unendo la percentuale di chi semplicemente non si presenta alla visita a quella di chi invece viene smascherato dopo averla fatta – fissa in almeno un falso invalido su quattro quelli che godono di pensione di invalidità non dovuta. Un totale che corrisponde ad una Finanziaria corposa, paragone che basta e avanza per farci girare la testa e magari anche a sentirci poco bene. Sintomi speriamo passeggeri e in nessun caso sufficienti per spingerci, comunque, a chiedere qualsivoglia tipo di invalidità dato che, come abbiamo visto, da qualche tempo c’è chi riesce a riconoscere le persone sane da quelle che accampano malesseri inesistenti, e agisce di conseguenza. Meglio evitare maldestri tentativi e pessime figure, ché prima o poi le conseguenze si pagano. Senza sconti, e con tanto di interessi.