L’Italia e l’Open Budget Index. Trasparenza, partecipazione e…open data?
E’ legittimo che, come sembrano suggerire anche i risultati in progress del sondaggio su opengov.it, in vetta alle urgenze di trasparenza sui dati pubblici ci siano i bilanci delle pubbliche amministrazioni. L’iniziativa legata all’OBI – Open Budget Index, la cui rilevazione su scala mondiale ha portato allo Studio sulla trasparenza del Bilancio 2010, non arriva a “reclamare bilanci aperti” ma si pone l’obiettivo di bilanci conoscibili e partecipati. Pur rimanendo a questo stadio di trasparenza, si scopre che c’è moltissimo da lavorare in tutto il mondo. Molto da lavorare in Italia. Vediamolo insieme.
26 Novembre 2010
Chiara Buongiovanni
E’ legittimo che, come sembrano suggerire anche i risultati in progress del sondaggio su opengov.it, in vetta alle urgenze di trasparenza sui dati pubblici ci siano i bilanci delle pubbliche amministrazioni. L’iniziativa legata all’OBI – Open Budget Index, la cui rilevazione su scala mondiale ha portato allo Studio sulla trasparenza del Bilancio 2010, non arriva a “reclamare” bilanci “aperti” ma si pone l’obiettivo di bilanci conoscibili e partecipati. Pur rimanendo a questo stadio di trasparenza, si scopre che c’è moltissimo da lavorare in tutto il mondo. Molto da lavorare in Italia. Vediamolo insieme.
Lo Studio sulla trasparenza del Bilancio 2010, condotto dalla International Budget Partnership – IBP – analizza l’accessibilità in ogni Paese degli otto documenti relativi al bilancio considerati fondamentali, valutando la completezza dei dati contenuti in ciascuno. La ricerca esamina anche quanto efficace sia la supervisione offerta dagli organi legislativi e dalle istituzioni di controllo oltre a valutare le opportunità che i cittadini hanno di partecipare ai processi decisionali per la formulazione dei bilanci nazionali.
Al centro della rilevazione l’Open Budget Index (Indice di trasparenza del bilancio), ottenuto sulla base di 92 quesiti sottoposti, per ciascun Paese, ad esperti in materia di bilancio, indipendenti e non legati in alcun modo al governo. L’Open Budget Index permette di stilare una classifica su base mondiale. Il punteggio medio per il 2010, sui 94 Paesi studiati, è 42/100.
Italia
L’Italia si colloca al di sopra della media con un punteggio di 58/100, il più basso tra i Paesi dell’Europa occidentale, insieme al Portogallo.
“Il risultato dell’Italia – spiegano gli analisti – indica che il governo diffonde solo parte delle informazioni sul bilancio e sulle attività finanziarie prese in considerazione dal questionario, base dello Studio. Risulta dunque difficile per i cittadini italiani controllare le attività del governo rispetto alla gestione delle risorse pubbliche”.
Per avere uno sguardo “sintetico” sui risultati dell’analisi, facciamo riferimento alla tabella in cui si riportano i risultati in termini di adeguatezza e disponibilità degli otto documenti chiave di bilancio, dove i "punteggi" sono indicati con lettere dell’alfabeto da E a A, come segue: E = informazione scarsa; D = informazione minima; C = informazione parziale; B = informazione significativa; A=informazione completa.
Livelli di adeguatezza e disponibilità degli otto documenti chiave di bilancio
- Documento Programmatico pre-Bilancio – punteggio A – stato PUBBLICATO
- Proposta di Bilancio dell’Esecutivo – punteggio C – stato PUBBLICATA
Gli analisti rilevano la mancanza di informazioni su obiettivi e risultati della spesa pubblica. Inoltre, continuano "non vengono fornite informazioni su alcuni provvedimenti di natura fiscale che possono avere un forte impatto sulla possibilità per il governo di raggiungere gli obiettivi di politica fiscale definiti". (ad esempio sui provvedimenti relativi alle partite finanziarie extra-bilancio, a iniziative quasi-fiscali, alle spese fiscali, alle passività potenziali e future, e alle attività finanziarie e di altra natura). - Bilancio approvato – punteggio A – stato PUBBLICATO
- Bilancio indirizzato ai cittadini punteggio E stato NON PRODOTTO
Sebbene “il governo italiano abbia iniziato a produrre versioni brevi e semplificate del bilancio, queste vengono pubblicate troppo tardi per permettere ai cittadini di influenzare le politiche governative. - Relazioni d’andamento durante l’anno – punteggio B – stato PUBBLICATE
Al momento di compilare il questionario OBI per il 2010, la Trimestrale di Cassa del governo italiano per il Dicembre 2008 era disponibile, ma la pubblicazione dello stesso rapporto per marzo 2009 era in ritardo di sei mesi. "L’ultimo rapporto pubblicato – rilevano gli analisti – era piuttosto completo, ma in seguito l’Italia non ha più pubblicato regolarmente questo tipo di i rapporti trimestrali. Ciò impedisce il controllo del grado di attuazione delle politiche di bilancio". - Relazione di metà anno – punteggio B – stato PUBBLICATA
L’Italia pubblica un rapporto di metà anno abbastanza completo, ma con alcune lacune. "Ad esempio – spiegano gli analisti – non include un approfondimento dell’analisi". - Relazione di fine anno – punteggio C – stato PUBBLICATA
L’Italia pubblica un rapporto di fine anno (Rendiconto generale dello Stato), ma questo documento non risulta completo. Ad esempio – argomentano gli analisti "non spiega le difformità tra le previsioni macroeconomiche iniziali e i risultati finali dell’esercizio. Allo stesso modo, non spiega la differenza tra i dati non-finanziari e gli indicatori di performance originali e i risultati ottenuti". - Relazione dei revisori del bilancio – punteggio B – stato PUBBLICATA
L’Italia pubblica una relazione dei revisori di bilancio, nello specifico la Corte dei Conti, suprema istituzione di controllo, completa e accurata.
Controllo sul bilancio
Secondo lo Studio sulla trasparenza del Bilancio 2010, il controllo sul bilancio esercitato dagli organismi preposti in Italia – Parlamento e Corte dei Conti – è forte. Tuttavia, si legge nell’analisi, "non vi sono adeguati canali di comunicazione con i cittadini né per disseminare i documenti che l’attività di controllo produce né per ricevere critiche o suggerimenti. Inoltre l’esecutivo non pubblica informazioni sulle misure prese per adeguarsi alle indicazioni della Corte dei Conti".
In linea con l’analisi svolta, il Rapporto fornisce delle raccomandazioni specifiche per l’Italia, sintetizzate in quattro azioni:
- Aumentare la completezza delle informazioni contenute nella proposta di bilancio dell’esecutivo e nel rapporto di fine anno
- Produrre e pubblicare un bilancio per i cittadini in contemporanea alla presentazione della proposta di bilancio al Parlamento
- Pubblicare i rapporti trimestrali a intervalli regolari
- Dare più opportunità ai cittadini per contribuire alle audizioni legislative sul bilancio
Lo Studio propone degli spunti assolutamente interessanti, ma in pieno fermento "open data" viene da chiedersi: da qui a bilanci “aperti”? Dovrebbe aggiungersi evidentemente un’ulteriore prospettiva a quella, pur validissima, attualmente adottata nella rilevazione dell’OBI. Il famoso, immancabile next step. Ovvero riconoscere che la "partecipazione" dei cittadini possa arrivare anche nella fase di elaborazione dei dati di bilancio, di lettura “creativa” degli stessi, di interpretazione per combinazione "inaspettata" di categorie e dunque di valutazione. Andando oltre, la prospettiva "open" potrebbe anche suggerire che questa rileborazione può rappresentare un valore aggiunto per l’intera società, ma di fatto è un diritto del singolo cittadino: il diritto a riappropriarsi, se lo vuole, dei dati di bilancio pubblico. Troppo "open"? Ai giuristi, ai pensatori, ai cittadini la sentenza.