Il tema del lavoro e, in particolare, del lavoro nella PA è molto attuale. Si parla tanto del fenomeno della “great resignation”, le “grandi dimissioni”, e il Ministro Enrico Giovannini ha messo di recente in evidenza la difficoltà a reperire candidati per i concorsi pubblici. Sul senso che sta oggi acquistando il lavoro e sul rapporto tra lavoro e innovazione ci siamo confrontati con Marco Bentivogli, coordinatore e co-fondatore di BASE ITALIA, in questa intervista realizzata da Carlo Mochi Sismondi in vista di FORUM PA 2022
31 Maggio 2022
Redazione FPA
Aspettando FORUM PA 2022, che si terrà dal 14 al 17 giugno all’Auditorium della Tecnica di Roma, abbiamo voluto intervistare una rete di persone che hanno molto da dire sui temi della ripartenza del Paese, proprio i temi che saranno anche al centro del nostro evento di giugno. In questa intervista Carlo Mochi Sismondi, Presidente di FPA, intervista Marco Bentivogli, coordinatore e co-fondatore di BASE ITALIA. Con lui ci confrontiamo sul senso che oggi sta acquistando il lavoro, per le nuove generazioni ma non solo, e sul rapporto tra lavoro e innovazione.
Il tema del lavoro e, in particolare, del lavoro nella PA è molto attuale. Si parla tanto del fenomeno della “great resignation”, le “grandi dimissioni”, dimissioni volontarie che interessano il 60% delle aziende e riguardano diverse decine di migliaia di posizioni, soprattutto persone fra i 26 e i 35 anni e perlopiù impiegati in aziende del Nord Italia. E nel settore pubblico qualche giorno fa il Ministro Enrico Giovannini ha messo in evidenza la difficoltà a reperire candidati per i concorsi, specie per posti nelle regioni del Nord.
Cosa significa oggi ridare un senso al lavoro? Partiamo dal libro di Bentivogli “Il lavoro che ci salverà. Cura, innovazione e riscatto: una visione prospettica”. “Da momenti di grande difficoltà si può uscire solo restituendo protagonismo alle persone”, sottolinea prima di tutto Bentivogli e sul senso che oggi si può dare al lavoro dice “le nuove generazioni stanno testimoniando con forza che il lavoro deve essere importante e realizzativo, ma non deve mortificare il resto della vita. Oggi abbiamo grandi opportunità per questo tipo di bilanciamento tra tempo di vita e di lavoro”.
Qual è in questo senso il ruolo dell’amministrazione pubblica? “Il lavoro pubblico può essere un terreno di innovazione – sottolinea Bentivogli – la PA può affrontare i suoi problemi spesso legati al lavoro guardando in avanti e offrendo una strada di sostenibilità, diventare posto che assolve i suoi compiti e dove allo stesso tempi si lavora bene, mettendo insieme il benessere delle persone e la produttività”.
“Quello che mi spaventa di più – aggiunge Bentivogli – è che non esiste un Osservatorio nazionale indipendente che fornisca dati complessivi e non a campione sul lavoro pubblico. Sarebbe fondamentale invece avere queste informazioni per verificare la produttività del lavoro, per evitare di fare dichiarazioni che generalizzano e non aiutano le realtà più virtuose”.
Fondamentale poi il tema della partecipazione, fondamentale e purtroppo passato in secondo piano anche nella redazione del PNRR. “L’innovazione è un’impresa collettiva, un processo partecipato – sottolinea Bentivogli – si possono introdurre le migliori innovazioni, ma affinché abbiano una ricaduta sociale non c’è strada alternativa alla partecipazione”.
Infine, un passaggio sulle tecnologie più innovative, come l’intelligenza artificiale. “Serve un po’ di spirito di frontiera – conclude Bentivogli – Ci sono sempre pericoli nascosti nell’uso di nuovi algoritmi avanzati, ma non dobbiamo fermarci solo ad essi senza guardare in faccia anche le potenzialità”.