Nasce #RispondiPA per creare conoscenza tramite partecipazione
Ne siamo convinti da molto: una nuova PA, efficiente e in grado di gestire il futuro può solo nascere da un nuovo rapporto, radicalmente diverso, con i diversi attori che costituiscono il contesto delle sue azioni e i destinatari delle sue funzioni: cittadini, famiglie, imprese e gli stessi dipendenti pubblici. Non più semplicemente utenti, pazienti, clienti, fornitori, dipendenti, assistiti, consulenti, consumatori o, peggio, fannulloni e profittatori di una PA da mungere, ma partner di un nuovo modo di intendere l’azione pubblica e il bene comune da gestire e valorizzare insieme. E’ su questa base che lanciamo oggi il progetto RispondiPA.
18 Marzo 2015
Gianni Dominici
Ne siamo convinti da molto: una nuova PA, efficiente e in grado di gestire il futuro può solo nascere da un nuovo rapporto, radicalmente diverso, con i diversi attori che costituiscono il contesto delle sue azioni e i destinatari delle sue funzioni: cittadini, famiglie, imprese e gli stessi dipendenti pubblici.
Abbiamo bisogno di una cultura di governo delle istituzioni che consideri “l’altro” non solo come destinatario di servizi, portatore di interessi e di bisogni ma anche come possibile collaboratore e portatore di esperienze, di competenze e di soluzioni. E quindi non più semplicemente utenti, pazienti, clienti, fornitori, dipendenti, assistiti, consulenti, consumatori o, peggio, fannulloni e profittatori di una PA da mungere, ma partner di un nuovo modo di intendere l’azione pubblica e il bene comune da gestire e valorizzare insieme.
In occasione della lettera a firma Madia e Renzi di presentazione della riforma della PA scrivemmo: esiste oggi un ambito di bisogni che travalica il campo classico dei servizi offerti dalla PA e che obbliga l’amministrazione a ripensare il proprio ruolo e a ri-progettare le politiche pubbliche. Lo schema classico che vede pubblico e privato contrapporsi bipolarmente è oramai e da tempo superato: esiste una realtà in cui collaborano (e non competono) soggetti diversi: cittadini (organizzati e non), imprese, istituzioni. Un cambiamento che sancisce l’abbandono del "paradigma bipolare" a favore del paradigma sussidiario in cui la partecipazione civica viene considerata indispensabile nella creazione di valore pubblico.
RispondiPA nasce proprio da questi presupposti e vuole essere un laboratorio ed un esperimento di collaborazione e di creazione di conoscenza tramite il coinvolgimento dei diversi attori interessati. Non ci sono esperti eletti o cooptati, ma una piattaforma (open source) in grado di facilitare lo scambio orizzontale, peer to peer fra i diversi utenti. Un esperimento che in pochi giorni ha attirato l’attenzione e coinvolto utenti da tutta Italia, operanti all’interno della PA così come professionisti tra i più esperti del paese.
Se volete saperne di più vi rimando al nostro comunicato o – meglio – direttamente al sito. Aggiungo solo che come argomento di lancio non potevamo che scegliere la Fatturazione Elettronica, processo a cui stiamo dedicando tutte le nostre energie affinché non diventi l’ennesima occasione perduta bensì la vera killer application in grado di inoculare il virus del cambiamento e dell’innovazione nel corpaccione decisamente pigro che è la nostra PA. In queste ultime settimane trascorse di avvicinamento alla fatidica scadenza del 31 marzo la domanda di soluzioni, di interpretazioni, di chiarimenti sulle modalità di implementazione della Fattura Elettronica si è fatta sempre più pressante. Al nostro webinar della scorsa settimana abbiamo registrato 1.500 iscritti e una partecipazione da record da tutta Italia. Il nostro speciale dossier è diventato un punto di riferimento per approfondimenti e consultazione materiali.
Insomma, ne siamo sempre più convinti Fatturazione elettronica: si può fare! (anzi #sipuòfarese) e #RispondiPA può essere un importante contributo.