Nuovo Codice dei contratti pubblici: come cambia il ruolo del RUP e quali competenze sono richieste

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Il nuovo Codice dei contratti pubblici – che, a meno di rinvii, dovrebbe essere operativo per tutti i nuovi procedimenti a decorrere dal 1° aprile 2023 – ridisegna la portata e la figura del RUP, che diventa Responsabile Unico del Progetto e non più del Procedimento. Questo dal 1° luglio 2023 varrà anche per tutti i procedimenti già in corso. Viene poi riconfermato il ruolo del RUP come Project Manager. Diventa quindi sempre più evidente la necessità di una specifica formazione professionale, soprattutto per riuscire a gestire i progetti del PNRR

22 Marzo 2023

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Enrico Mastrofini

Past President dell'Istituto Italiano di Project Management, Presidente ISIPM Professioni

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In ambito pubblico i progetti non sono orientati al business bensì al raggiungimento di risultati (ad esempio opere pubbliche), alla fornitura di servizi ai cittadini oppure riguardano la reingegnerizzazione e l’innovazione organizzativa con il rilascio di nuove regole, procedure, modalità di erogazione (è il caso dei numerosi progetti di digitalizzazione della PA). Nella maggior parte dei casi i progetti sono affidati in appalto pertanto il loro successo dipende dalla capacità della committenza pubblica di “governare” questi progetti, ad iniziare dalla scelta dei RUP (Responsabili Unici del Procedimento), con il problema che nella PA non sempre sono disponibili le competenze necessarie in numero sufficiente, nonostante le campagne lanciate per ingaggiare personale specialistico per i progetti del PNNR.

Il RUP e le competenze di project management

Come è noto nella ‘Linea Guida ANAC n. 3, di attuazione del Decreto Legislativo 18 aprile 2016, n. 50” (codice degli appalti pubblici), è previstoche il RUP abbia una specifica formazione professionale in tema di project management con riferimento alle norme ed agli standard di conoscenza Internazionali e Nazionali.

Nelle “Linee guida per la redazione del progetto di fattibilità tecnica ed economica da porre a base dell’affidamento di contratti pubblici di lavori del PNRR e del PNC” si fa poi riferimento alla Norma UNI ISO 21502 (Guida alla gestione dei progetti) che è indirizzata proprio agli appalti pubblici.

Nuovo Codice dei contratti pubblici: come cambia il ruolo del RUP

Tale impostazione risulta confermata nel testo del nuovo Codice dei contratti pubblici che, a meno di rinvii, dovrebbe essere operativo per tutti i nuovi procedimenti a decorrere dal 1° aprile 2023 e dal 1° luglio 2023, anche per tutti i procedimenti già in corso, il RUP diventa Responsabile Unico del Progetto.

Infatti nell’Art. 15 comma 1 dello Schema definitivo del Codice dei contratti pubblici viene  ridisegnata la portata e la figura del RUP, che diventa un responsabile “di progetto” (o di “intervento”) e non più di “procedimento”: infatti  si tratta del responsabile di una serie di “fasi” preordinate alla realizzazione di un “progetto”, o un “intervento pubblico” (fasi per il cui espletamento si potrà prevedere inoltre la nomina di un “responsabile di fase”, a sostegno dell’attività del RUP).

Nel comma 4 dell’art.15 infatti si legge: “Ferma restando l’unicità del RUP e se il RUP lo richiede, le stazioni appaltanti e gli enti concedenti, ciascuno secondo il proprio ordinamento, nominano un responsabile di procedimento per le fasi di programmazione, progettazione ed esecuzione e un responsabile di procedimento per la fase di affidamento. Le relative responsabilità sono ripartite in base ai compiti svolti in ciascuna fase, ferme restando le funzioni di supervisione, indirizzo e coordinamento del RUP”.

Quindi si prevede la possibilità per le stazioni appaltanti di nominare un responsabile per le fasi di programmazione, progettazione ed esecuzione e un responsabile per la fase di affidamento. Tale opzione presenta il vantaggio di evitare un’eccessiva concentrazione in capo al RUP di compiti e responsabilità direttamente operative, spesso di difficile gestione nella pratica. In tal caso rimangono in capo al RUP gli obblighi, e le connesse responsabilità di supervisione, coordinamento, indirizzo e controllo, mentre sono ripartiti in capo ai primi i compiti e le responsabilità delle singole fasi a cui sono preposti. Si introduce, quindi, un principio di “responsabilità per fasi”.

Infine viene riconfermato il ruolo del RUP come Project Manager nell’Allegato I.2 – Attività del RUP all’articolo 5 – Requisiti di professionalità del RUP per appalti, concessioni di lavori e per servizi attinenti all’ingegneria e all’architettura il cui comma 4 recita: “Nelle procedure di affidamento di lavori particolarmente complessi, il RUP possiede, oltre a un’esperienza professionale di almeno cinque anni nell’ambito delle attività di programmazione, progettazione, affidamento o esecuzione di appalti e concessioni di lavori, una laurea magistrale o specialistica nelle materie oggetto dell’intervento da affidare nonché adeguata competenza quale Project Manager, acquisita anche mediante la frequenza, con profitto, di corsi di formazione in materia di Project Management”.

Tempi, costi e qualità: le tre parole chiave per il RUP

Il project management si focalizza sulla triangolazione tra tempi, costi e qualità di prestazioni, prodotto e livelli di erogazione di un servizio. Si tratta di tre aspetti che possono essere in contraddizione tra loro come tre lati di una coperta corta e stretta. Se si vogliono diminuire i costi non si può pensare di accorciare i tempi e migliorare la qualità. E se guardiamo al PNNR i finanziamenti impongono dei vincoli temporali stringenti da rispettare e ai quali in Italia non siamo abituati, per cui è necessario compiere anche un salto di qualità su questo versante.

Infatti le ricerche sui tempi di realizzazione di un appalto pubblico parlano di una durata media di circa 5 anni, che salgono a 10 anni per quelli più complessi, con il 40% del tempo impiegato in attività burocratiche amministrative che si potrebbero facilmente comprimere se presidiate adeguatamente (ed è necessario farlo per rispettare i vincoli temporali del PNRR). I margini di miglioramento sono in definitiva ampi e il project management può dare un grande aiuto in tal senso.

Il percorso di certificazione e qualificazione di ISIPM

Per acquisire le competenze di project management richieste per il RUP è particolarmente indicato il percorso di certificazione e qualificazione proposto dall’Istituto Italiano di Project Management (ISIPM), che fa riferimento ai contenuti definiti dalle Norme UNI ISO 21500 e 21502 ed è riconosciuto valido per conseguire la Certificazione del Project Manager in conformità alla Norma UNI 11648 (Guida al Project Management: Definizione dei requisiti di conoscenza abilità e competenza).

Il percorso è coerente con le indicazioni contenute nel codice appalti attuale e nel nuovo testo in corso di approvazione (la frequenza con profitto di corsi di formazione in materia è attestata dal superamento dell’esame, gestito da ISIPM che è soggetto terzo rispetto all’ente che eroga il corso; i contenuti fanno riferimento alle Norme UNI ISO 21500 e 21502 che sono ora esplicitamente citate negli allegati del nuovo codice appalti).

Il percorso è articolato nel modo seguente:

  • Livello Base: Certificazione ISIPM Base, attesta il possesso delle conoscenze base di project management; è riconosciuta valida per l’esonero dalla prima prova scritta per accedere alla Certificazione UNI 11648 (vedi punto 3).
  • Livello Avanzato: Qualificazione ISIPM-Av, attesta il possesso delle conoscenze avanzate di project management e delle relative abilità nella applicazione; è riconosciuta valida per accedere alla Certificazione UNI 11648 ( vedi punto 3) sostenendo soltanto il colloquio orale, con esonero dalle  due prove di esame scritto. 
  • Certificazione del Project Manager in conformità alla UNI 11468, che viene rilasciata soltanto dagli Organismi di Certificazione accreditati da Accredia, prevede l’inserimento nello specifico Registro Accredia delle figure professionali riconosciuto in ambito UE e garantisce il possesso dei requisiti definiti dalla Norma UNI 11648 per la specifica figura professionale del Project Manager (che fanno riferimento ai contenuti delle UNI ISO 21500 e 21502).

I corsi per i diversi livelli di certificazione ISIPM sono disponibili all’interno del Catalogo di FPA Digital School nella categoria “Competenze organizzative e manageriali”.

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