On line il nuovo MiniDossier a firma Openpolis: “Il Governo al tempo della crisi”
Quali le priorità, quante le leggi, le variazioni nella maggioranza e il rapporto con il Parlamento?
18 Febbraio 2015
Redazione FORUM PA
Quali le priorità, quante le leggi, le variazioni nella maggioranza e il rapporto con il Parlamento? L’Associazione Openpolis pubblica un nuovo mini dossier dal titolo "Il Governo al tempo della crisi", numero 2/2015 della collana di approfondimento MiniDossier, che si caratterizza per l’impostazione di data journalism ovvero verifica, l’analisi e la comparazione dei dati provenienti da fonti ufficiali per fare emergere notizie e proporre un altro punto di vista.
E così il primo anno del Governo Renzi è l’occasione per un’analisi comparata sulla composizione e le attività degli Esecutivi Berlusconi, Monti, Letta e Renzi.
Uno degli elementi più interessanti di confronto fra i diversi Governi è rappresentato dalle diverse priorità che hanno dato ai lavori parlamentari. Lavoro con Renzi (approvazione Jobs Act), il dibattito legato a province ed enti locali con Letta e il focus su imprese e efficienza della Pubblica Amministrazione con Monti, sono solamente alcuni esempi.
La transizione verso la “Terza Repubblica” è avviata su un percorso ancora non ben definito ma con alcune certezze. La principale non è che l’armonizzare da un punto di vista normativo ciò che è già prassi: il conferimento al Governo di maggiori poteri. Prova della centralità del Governo nel sistema politico italiano è la sua enorme capacità di determinare il processo di formazione delle leggi. Trattandosi di uno spostamento di potere, ovviamente, vi è chi ha subito la diminuzione delle proprie capacità, ed è il Parlamento.
Lo si evince da diverse analisi: Iniziativa (80% delle leggi di iniziativa del Governo – 20% di iniziativa del Parlamento), % successo (il 30% delle proposte del Governo diventa legge mentre neanche l’1% del Parlamento), tempi (mediamente una proposta del Governo diviene legge in 112 giorni mentre una del Parlamento in 337).
A tal fine è stato sempre maggiore il ricorso al voto di fiducia. Non solo sui provvedimenti particolarmente dibattuti ma anche come metodo consolidato per compattare la maggioranza e restringere il dibattito d’Aula. Il rapporto fra leggi approvate e fiducie richieste ha raggiunto nuove vette con gli esecutivi Monti e Renzi, entrambi intorno al 45%.
Compito del Parlamento è anche quello di vigilare sull’attività del Governo, operazione che svolge perlopiù attraverso la presentazione di interrogazioni e interpellanze. Le risposte che riceve però sono bassissime, in totale viene data attenzione solo al 35% dei quesiti, con la percentuale che tocca il punto più basso con il Governo Renzi, sotto il 25%.
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Fonte: Openpolis