Franco Prampolini, responsabile del settore pubblica amministrazione di Atos, intervistato da Gianni Dominici, afferma che in emergenza un problema che sembra solo un fastidio in un momento normale può diventare urgente durante una pandemia per la pubblica amministrazione e i cittadini in generale. E come il digitale sia la soluzione per ripartire. Ad esempio, con la Robotica applicata alla PA
17 Giugno 2020
Redazione FPA
Durante l’emergenza causata dal COVID-19, ogni servizio fornito dalla pubblica amministrazione è diventato fondamentale: partendo, ad esempio, dalle piattaforme per inoltrare le domande per l’elargizione dei buoni pasto ai meno abbienti; anche molti altri servizi di assistenza sociale, sanitaria e amministrativa sono stati importanti, soprattutto perché i cittadini non sono potuti uscire dalle proprie case per portare avanti le pratiche che in un periodo di normalità sarebbero state più semplici e lineari.
I servizi online ai cittadini, dunque, diventano una necessità in un periodo d’emergenza. Di questo e di molto altro si parlerà durante FORUM PA 2020, dal 6 all’11 luglio, manifestazione che quest’anno si terrà in modalità digitale.
Di servizi digitali abbiamo parlato anche con Franco Prampolini, responsabile del settore pubblica amministrazione della Atos, in un’intervista a cura di Gianni Dominici. Come Atos, Prampolini ci ha anche parlato del ruolo dell’azienda, specializzata nel supporto allo sviluppo di conoscenze, istruzione e ricerca in un approccio multiculturale.
L’intervista
L’Italia, in effetti, è stato uno dei primi Paesi in Europa a dover affrontare in maniera molto dura il Coronavirus. La repentinità del virus ha imposto alle aziende un ripensamento veloce delle modalità di lavoro classiche: “L’Italia è stato il Paese pioniere di questa fase di emergenza. C’erano state delle avvisaglie: fatto sta che nel momento in cui è partito il lockdown, in due giorni, in Atos abbiamo completamente remotizzato ogni attività, passando in Smart Working. Il passaggio è avvenuto con una buona continuità”.
Di certo, per uscire dalla crisi (economica, sociale e sanitaria) sono fondamentali i dati, prodotti da PA, aziende e cittadini: “Negli altri Paesi europei, l’attenzione alla data privacy c’è” afferma Prampolini, “Uno degli elementi che potrebbe creare valore è poter integrare i dati raccolti da tutti i Paese europei, costituendo una piattaforma ampia che possa analizzare e studiare i dati, dando un contributo significativo anche alla ricerca sanitaria sul virus”.
Sul discorso dati, però, ci sono dei riscontri negativi: “In certi casi, in Italia le iniziative di integrazione e collaborazione sui dati anche per problematiche normative sono più complicate e complesse rispetto a quello che avviene negli altri Paesi” prosegue Prampolini, “Credo, però, che l’emergenza possa essere uno stimolo positivo per superare questo tipo di ostacoli anche nella realtà italiana, facendo un salto di qualità in senso positivo”.
Per concludere, tra gli aspetti negativi di questa pandemia, Prampolini riscontra la lentezza della PA che, in un momento d’emergenza, diventa insostenibile: “Si chiede alla PA di essere ancora più veloce e flessibile in emergenza” conclude Prampolini, “Alcune lentezze prima dell’emergenza erano percepite come un disagio: in certi casi, con la pandemia, la non velocità diventa un’urgenza vitale, in primis dal punto di vista sanitario ed economico”.