Permessi da 104: più donne, più scuola, più Sud. I numeri nella Relazione annuale di Brunetta
Il Ministro Renato Brunetta ha presentato ieri la Relazione al Parlamento sullo stato della PA 2009. Al capitolo 5, dedicato a “Le assunzioni, il reclutamento e la gestione del rapporto di lavoro”, compaiono i dati sulla legge 104/92, rilevati su campione nel periodo luglio-ottobre 2009. “I risultati più significativi per i numeri rilevati e per il dettaglio delle informazioni raccolte – si legge nella relazione – sono quelli relativi ai permessi mensili”. Vediamo cosa ne è venuto fuori.
22 Ottobre 2010
Chiara Buongiovanni
Il Ministro Renato Brunetta ha presentato ieri la Relazione al Parlamento sullo stato della PA 2009. Al capitolo 5, dedicato a “Le assunzioni, il reclutamento e la gestione del rapporto di lavoro”, compaiono i dati sulla legge 104/92, rilevati su campione nel periodo luglio-ottobre 2009. “I risultati più significativi per i numeri rilevati e per il dettaglio delle informazioni raccolte – si legge nella relazione – sono quelli relativi ai permessi mensili”. Vediamo cosa ne è venuto fuori.
Ad usufruire dei permessi mensili ex legge 104/1992 è, in media, il 9% del personale delle amministrazioni che hanno costituito il campione della rilevazione. Tra i 1.700.000 dipendenti pubblici interessati alla rilevazione oltre 150.000 persone fruiscono dei permessi. Di queste, 123.667 (82%) li utilizzano per assistere i familiari. I permessi mensili sono utilizzati soprattutto per i genitori – circa il 50% del totale dei permessi – mentre per figli, altri parenti o coniugi la percentuale si aggira al 10%. Il maggior numero è concentrato nelle scuole, dove circa il 10% del personale usufruisce dei permessi. Percentuali significative si rilevano nelle Aziende e Enti del SSN (9%), mentre, in termini percentuali, risultano sopra la media le Agenzie (18%), gli Enti Pubblici nazionali (14%), i Comuni (10%).
La concentrazione maggiore di dipendenti fruitori dei permessi risulta a Sud, mentre la ripartizione tra beneficiari diretti e fruitori per l’assistenza dei familiari è quasi identica nelle tre circoscrizioni territoriali individuate (Nord – Centro – Mezzogiorno). Ad usufruire dei permessi sono in prevalenza le lavoratrici , raggiungendo il 79% nelle scuole e il 67% nelle amministrazioni.
Non solo numeri
A margine della presentazione dei dati, nella Relazione si considera che “la rilevazione effettuata ha rappresentato un’occasione, particolarmente significativa per dare evidenza a un fenomeno – quello dei benefici concessi ai lavoratori in relazione alla disabilità grave – che ha un grande rilievo sia per le caratteristiche dei soggetti direttamente o indirettamente interessati, sia per l’onere economico che esso comporta. (…) Segnalando solo incidentalmente che il fenomeno è probabilmente amplificato da casi di abuso o uso distorto, si può sostenere che i benefici previsti a favore dei familiari disabili solo in parte continuano ancora oggi a svolgere le funzioni per la quale erano stati concepiti, ovvero favorire l’inclusione sociale delle categorie più svantaggiate. Nel corso del tempo, infatti, sembra essersi prodotto uno spostamento di focus e presumibilmente alcuni benefici concessi ai lavoratori più che finalizzati all’inclusione sociale sono diventati – dando per scontato che siano utilizzati sempre ed esclusivamente a favore dei familiari per i quali vengono richiesti – veri e propri sostegni alle famiglie tesi a integrare servizi e prestazioni non sufficienti o, addirittura non garantiti”. Su questo ultimo punto si cita ad esempio,l’assistenza domiciliare integrata, riconoscendone, in alcune aree, la quasi totale assenza.
Una base per riformare?
Nelle conclusioni la Relazione sottolinea che il dibattito sulla riforma della Legge 104/1992 – negli ultimi tempi molto acceso – va “agganciato” da un lato ai dati numerici, frutto di un monitoraggio costante dell’utilizzo dei benefici per i lavoratori disabili e i familiari, dall’altro all’analisi delle connessioni tra questi benefici e le politiche di settore rivolte in particolare ai disabili e agli anziani non autosufficienti.
Il campione e le risposte La rilevazione è stata indirizzata a 19.717 unità organizzative – 9.024 amministrazioni di diverse tipologie e 10.693 istituti scolastici – cui è stato inviato un questionario on-line. Hanno inviato il questionario 8.253 amministrazioni (il 45% di quelle invitate), in rappresentanza di oltre 1.700.000 dipendenti, circa il 50% del complesso di dipendenti pubblici.