Infografiche, tutorial, star rating: i dati di OpenCivitas accessibili a tutti
Un aggiornamento dei dati più frequente, incontri sul territorio per spiegare come funziona il portale e a cosa serve, nuovi strumenti per rendere l’applicazione sempre più interattiva: ecco come, nei prossimi mesi, proseguirà lo sviluppo di OpenCivitas, il portale open data realizzato dal Dipartimento delle Finanze e SOSE. In tutte le iniziative la parola chiave è semplicità, per rendere chiari e accessibili a tutti i dati disponibili sul portale. Ne abbiamo parlato con Fabio Basile ed Emanuele Schirru, rispettivamente Responsabile Comunicazione e Marketing e Responsabile ICT di SOSE.
1 Luglio 2015
Michela Stentella
Un aggiornamento dei dati più frequente, incontri sul territorio per spiegare come funziona il portale e a cosa serve, nuovi strumenti per rendere l’applicazione sempre più interattiva: ecco come, nei prossimi mesi, proseguirà lo sviluppo di OpenCivitas, il portale open data realizzato dal Dipartimento delle Finanze e SOSE. Presentato nella sua nuova versione a FORUM PA 2015, OpenCivitas consente di accedere alle informazioni sull’erogazione dei servizi da parte degli enti locali (Comuni e Province) delle regioni a statuto ordinario. Navigando sul portale si può infatti: valutare la quantità dei servizi erogati; confrontare le prestazioni degli enti; conoscere i dati raccolti per la determinazione dei fabbisogni standard; comprendere gli elementi socio-economici che concorrono a determinare il fabbisogno complessivo.
Per capire meglio di cosa stiamo parlando, ecco un piccolo glossario.
Fabbisogni standard: misurano il fabbisogno finanziario di un ente in base alle caratteristiche territoriali e agli aspetti socio-demografici della popolazione residente.
Spesa storica: è l’ammontare effettivamente speso dal comune in un anno per l’offerta di servizi ai cittadini e ricalcolata con l’ausilio delle informazioni raccolte attraverso i questionari inviati dagli enti locali.
Livello standard dei servizi: è la quantità di servizi mediamente offerta dagli enti con caratteristiche simili in relazione a ciascuna funzione.
Livelli quantitativi delle prestazioni sintetizzano, in un valore numerico da 0 a 10, la capacità del comune di soddisfare la domanda di servizi locali espressa dai cittadini. Sono determinati confrontando, per ogni comune e per ogni servizio, la differenza tra la spesa storica e il fabbisogno standard con la differenza tra i servizi offerti e il livello standard di servizi.
OpenCivitas, quindi, è per i cittadini uno strumento di valutazione e controllo nei confronti degli enti e per gli amministratori locali un valido supporto per individuare strategie per una migliore gestione delle risorse. Come si è arrivati a questo risultato e quali i possibili sviluppi del portale? Ne abbiamo parlato con Fabio Basile ed Emanuele Schirru, rispettivamente Responsabile Comunicazione e Marketing e Responsabile ICT di SOSE.
“Quando il Dipartimento delle finanze – premette Basile – ha deciso di rendere pubblici i dati raccolti per la determinazione dei fabbisogni standard (della cui individuazione è stata incaricata SOSE come indicato nel D.lgs 216 del 2010) abbiamo cominciato a lavorare all’interfaccia e, come prima cosa, a luglio 2014 abbiamo restituito i dati agli enti locali, poi 4 mesi dopo, a novembre, li abbiamo restituiti anche ai cittadini. Da quel momento è iniziato un processo di miglioramento della user experience per semplificare la lettura dei dati ed evitare incomprensioni ad esempio sulla differenza tra fabbisogno e spesa storica che di per sé non è un indicatore di efficienza”.
Come è stato risolto questo problema?
“Partiamo dal presupposto che la data visualization non è un fine ma un mezzo straordinario per comprendere fenomeni, suggerire punti di vista e letture differenti delle dinamiche all’interno degli enti locali proprio grazie all’incrocio dei dati. – spiega Basile – Abbiamo quindi riprogettato l’applicazione inserendo delle indicazioni che oggi ci permettono davvero di valutare un ente. In questa direzione la grande novità nella nuova versione è l’introduzione dei livelli quantitativi delle prestazioni, grazie ai quali è possibile misurare in maniera omogenea per tutti gli enti la capacità di soddisfare la domanda di servizi locali espressa dai cittadini. Il nuovo portale poi è molto più friendly, la presentazione grafica è più accattivante con il ranking e lo star rating per indicare i livelli. In questo modo non vogliamo banalizzare, ma scatenare una sana competizione tra gli enti che si vedono valutati con una modalità intuitiva e comprensibile a tutti”.
“La versione attualmente on line – aggiunge Emanuele Schirru – nasce da un’analisi di user experience, abbiamo raccolto feedback dagli enti locali e abbiamo fatto tesoro di come gli utenti avevano utilizzato la precedente versione di OpenCivitas cercando di capire quali fossero gli argomenti e i servizi di maggiore interesse. Abbiamo quindi usato nuove tecniche e metodologie per comunicare con parole semplici un argomento complesso. Non è sufficiente fornire numeri, confronti e immagini, bisogna anche spiegare come interpretare queste informazioni. Per questo, usando un approccio descrittivo spieghiamo in ogni tabella come vanno letti i numeri e i grafici e cerchiamo di usare un linguaggio molto più comune rispetto a quello tecnico”.
Le tre sezioni fondamentali del portale permettono di cercare informazioni sul Comune di interesse, navigare tramite la mappa per capire quali sono gli indicatori più rappresentativi di ogni territorio e, infine, fare il confronto tra enti.
“Quello che serve oggi – sottolinea Basile – è riuscire a gestire grandi volumi di dati cercando di restituirli nella maniera più comprensibile. Non si ha bisogno di più informazioni ma di informazioni di qualità e soprattutto nei tempi giusti. Noi cerchiamo di aggiungere valore ai dati usando tutte le competenze che abbiamo al nostro interno, che sono quelle di statistici, economisti, informatici e comunicatori. Infografiche e videografiche servono proprio a veicolare le informazioni più curiose, soprattutto sui servizi di maggiore interesse per il cittadino, ovvero rifiuti, sociale, asili nido, polizia locale, trasporti.”
“Inoltre SOSE elabora ogni anno per gli studi di settore i dati sia di natura contabile che di tipo strutturale delle imprese. È un peccato – conclude Basile – che queste informazioni, disponibili on line già da qualche anno, non siano usate da imprese e associazioni di categoria, mentre potrebbero essere integrate con quelle delle amministrazioni e con altri dati disponibili, in un’ottica big data, per avere una descrizione complessiva del territorio, della sua economia, delle sue possibilità di sviluppo. L’obiettivo è mettere a fattor comune queste informazioni sempre più con funzionalità self service per gli utenti, incentivando imprese e community open data a rielaborarle con diverse finalità.”
Basile, ricorda poi che durante gli OpendataLab realizzati nei tre giorni di FORUM PA alcuni partecipanti hanno messo in evidenza che i dati non sono aggiornati perché fanno riferimento al 2010, e commenta: “L’obiezione è legittima, ma per arrivare ad un aggiornamento costante, magari annuale, abbiamo bisogno del prezioso contributo dei Comuni, per esempio attraverso qualche suggerimento per rendere il questionario più snello ma soprattutto con il rispetto delle scadenze, perché ad oggi, nonostante le numerose proroghe, oltre 2.000 comuni su 6.702 non hanno restituito il questionario con i dati del 2013.”
“In ogni caso – si inserisce Schirru – i dati possono sembrare vecchi ma in realtà la spesa storica dei comuni è diminuita di poco in questi anni, come mostreremo in una infografica che stiamo preparando e sarà on line a breve. Inoltre, nonostante i dati si riferiscano al 2010, l’aggiornamento è costante perché quando i comuni ci segnalano delle modifiche noi possiamo subito metterle on line.”
“Da oggi – conclude Schirru – è possibile confrontare le cosiddette “pagelle” dei Comuni, che rappresentano una sorta di rating per servizio del singolo comune. In questo modo un utente potrà confrontare il proprio comune con un altro e graficamente capire subito il posizionamento, chi spende di più e chi meno in un determinato servizio e chi ha un livello di prestazioni superiore rispetto all’altro. Per il futuro, poi, vorremmo rendere l’applicazione più interattiva realizzando una sorta di “fantacomune” in modo che il cittadino, dopo aver definito il proprio profilo, possa trovare il comune più adatto a lui. Un altro modo semplice e immediato per capire come funziona l’ente e come vanno valutati i vari servizi.”
Per proseguire l’esperienza avviata a FORUM PA 2015, è ora in programma un roadshow in tre date, nord centro e sud, che si svolgerà nei prossimi mesi e sarà un’occasione di confronto con gli enti e con la cittadinanza attiva. A breve sarà disponibile il calendario degli incontri.