L’intelligenza artificiale e il low code cambieranno (anche) il procurement pubblico

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Le pubbliche amministrazioni hanno fiducia nel potenziale della tecnologia, come dimostrano gli ultimi dati sugli acquisti ICT da parte della PA. Le attività di approvvigionamento beneficiano di software modulari che velocizzano il workflow con l’RPA, ma il valore aggiunto sono l’Intelligenza Artificiale e la capacità di unificare i dati e produrre report utili nella fase decisionale, il tutto a vantaggio della creazione di servizi moderni per il cittadino

13 Febbraio 2024

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Patrizia Licata

Giornalista

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La funzione acquisti è uno degli elementi centrali per la pubblica amministrazione che si digitalizza ed è, essa stessa, chiamata a rinnovare il proprio modo di lavorare con piattaforme moderne, potenziate da funzionalità di automazione e intelligenza artificiale. La trasformazione digitale della PA è, del resto, bene avviata, con il 2023 che ha segnato un significativo aumento degli investimenti in tecnologia da parte degli enti, per un valore di 2,2 miliardi di euro solo nei primi sei mesi dello scorso anno, come registrato da Consip. L’acquisto di beni e servizi ICT rappresenta il 20% del procurement complessivo della PA.

Appian, come piattaforma di automazione di processo, è attivamente coinvolta nei contratti Consip (tramite business partner, system integrator e aziende di consulenza) per contribuire agli obiettivi di efficienza e snellimento dei processi della pubblica amministrazione delineati dal PNRR e ribaditi dal recente nuovo Codice degli Appalti.

“Sistemi inadatti a gestire un procurement in cui la quantità di dati di fonti disparate si moltiplica si traducono in mancanza di visibilità e dispendio di risorse”, afferma Silvia Speranza, Regional Vice President di Appian Italia. “Soluzioni di procurement moderne e low-code, come Appian Government Acquisition, forniscono una risposta efficace alle esigenze di processi più snelli, veloci e trasparenti”.

Digitale in Italia, PA tra i protagonisti

La PA rappresenta uno dei principali attori del mercato digitale, sia per la dimensione degli investimenti che per le dinamiche di crescita che lo caratterizzano: per il 2023 si stima un incremento del +9,1% della spesa, pari a un valore del mercato digitale nella PA di quasi 8 miliardi di euro (il totale italiano è stimato sui 79 miliardi), secondo quanto si legge nel nuovo Rapporto sul “Digitale in Italia” realizzato da Anitec-Assinform con Netconsulting cube, che mappa il mercato ICT e che quest’anno contiene anche un approfondimento dedicato alla digitalizzazione della pubblica amministrazione. 

Il 2024, ha sottolineato Marco Gay, presidente di Anitec-Assinform, sarà un anno cruciale per la digitalizzazione, con l’andamento del PNRR che “sarà più nitido e definito tanto sul piano dei progetti che su quello delle riforme”.

I dati al centro dei nuovi servizi al cittadino

Intanto, ha già preso il via in Italia la riforma del Codice degli appalti, che prevede la digitalizzazione dell’intero ciclo degli appalti e dei contratti pubblici, di qualunque importo, nei settori ordinari e nei settori speciali. Al centro della piattaforma digitale c’è la banca dati Anac, che interagisce sia con i software certificati utilizzati dalle stazioni appaltanti, che con le banche dati statali che detengono le informazioni necessarie alle stazioni appaltanti e agli enti concedenti per gestire le varie fasi del ciclo di vita dei contratti pubblici.

“In questo contesto”, afferma Silvia Speranza, “soluzioni innovative per la gestione degli acquisti nella PA risultano fondamentali per allinearsi alle riforme, continuare a generare efficienze e realizzare servizi per il cittadino accessibili e user-friendly”.

Low-code: innovazione alla portata di tutti

Un elemento essenziale di ogni sistema informatico che supporti un processo digitale è la sua capacità di unificare sistemi e dati fino a quel momento isolati e fornire informazioni utili che riducono il lead time delle attività di approvvigionamento (PALT, procurement action lead time).

“Il data fabric di Appian spezza i silos tra sistemi e permette alle imprese e alle pubbliche amministrazioni di ottenere un rapido time-to-value, con la flessibilità di adattare ed estendere le applicazioni in maniera modulare utilizzando le funzionalità di progettazione low-code di Appian”, evidenzia Speranza.

Il low-code è un modello di sviluppo snello che non richiede la scrittura di codici. Ciò lo rende fino a dieci volte più veloce rispetto agli strumenti di sviluppo tradizionali. Questo approccio, unito alle funzionalità di automazione, rappresenta un modo di fare innovazione alla portata di tutti e semplifica la creazione di servizi pubblici in linea con le aspettative di cittadini e imprese a loro volta sempre più digitali.

In linea con questo modello, Appian offre soluzioni modulari per una piattaforma compliant e sicura che dà visibilità end-to-end sul processo di acquisto e snellisce l’intero workflow.

“Le soluzioni Appian Government Acquisition migliorano notevolmente l’efficienza nel procurement. Costruite sulla piattaforma Appian, le soluzioni combinano i vantaggi delle applicazioni predefinite con l’agilità di un ambiente di sviluppo low-code. La visibilità lungo tutto il processo vuol dire per le PA avere informazioni certe su ogni fase dell’acquisto”.

Procurement moderno: low code e l’IA

Le soluzioni di Appian per gli acquisti pubblici sfruttano la tecnologia di automazione integrata alimentata dall’intelligenza artificiale (IA) di Appian, tra cui l’RPA (Robotic Process Automation), l’apprendimento automatico (ML) e l’elaborazione intelligente dei documenti (IDP). Ciò riduce al minimo gli errori e lo sforzo manuale e consente di avere informazioni dettagliate sull’approvvigionamento basate sui dati, con reporting e analisi automatizzate.

L’automazione è preziosa in numerose fasi del processo di acquisto: creazione dei documenti, riempimento dei moduli, stesura di contratti e aggiunta di clausole, anche con suggerimento di linguaggio standardizzato. Appian ha integrato, inoltre, funzionalità di IA generativa, che permettono, per esempio, di comunicare rapidamente con i vendor, generando automaticamente e-mail e altri messaggi. La maggiore visibilità sul processo, da parte sua, riduce il rischio di perdite di tempo e contestazioni e velocizza le approvazioni.   

“Con Appian le organizzazioni hanno la capacità di analizzare gli andamenti della funzione procurement, dando certezza all’intero processo. E i report offrono una base certa su cui fondare le decisioni aziendali”, conclude Silvia Speranza, Regional Vice President di Appian Italia.

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