Produrre valore e ridurre lo spreco: un resoconto di quel che è successo a FORUM PA 2010
Riceviamo e pubblichiamo volentieri un resoconto da parte di Toni Muzi Falconi, sui 4 eventi organizzati da FORUM PA 2010 in collaborazione con Methodos sul tema "Produrre valore e ridurre lo spreco".
1 Giugno 2010
Toni Muzi Falconi*
Riceviamo e pubblichiamo volentieri un resoconto da parte di Toni Muzi Falconi, sui 4 eventi organizzati da FORUM PA 2010 in collaborazione con Methodos sul tema "Produrre valore e ridurre lo spreco".
"Abbiamo attenzione per la customer satisfaction dei cittadini rispetto ai servizi erogati dall’amministrazione pubblica e sappiamo che è assai bassa. Abbiamo attenzione per la customer satisfaction delle imprese rispetto ai servizi erogati dall’amministrazione pubblica e sappiamo che è assai bassa. Abbiamo attenzione per la partner satisfaction delle singole amministrazioni pubbliche rispetto alla collaborazione che ricevono dalle altre amministrazioni pubbliche e sappiamo che è molto bassa. Sappiano tutto questo, ne siamo consapevoli. Eppure, le cose funzionano, poiché se non fosse così saremmo al collasso.”
Così, parola più parola meno, il Ministro Renato Brunetta nel suo intervento al convegno di apertura del ciclo di incontri promossi da Methodos con FORUM PA dedicati a "Produrre valore e ridurre lo spreco".
Tanta consapevolezza "manageriale" unita a tanta miopia "culturale" riferita ad un collasso già prodotto da tempo.
Infatti, la manovra in arrivo non produrrà alcun risultato extracontabile se non aiuterà a riparametrare le nostre aspettative, in linea con una realistica visione del nostro posizionamento competitivo internazionale.
Ha ragione chi critica lo ‘sfascismo’ senza proporre soluzioni.
Ecco quindi qualche spunto operativo emerso netto dal ciclo dei seminari Methodos FORUM PA.
Nessuna soluzione, ma soltanto (e scusate se è poco) suggerimenti e suggestioni:
- a) la resistenza al cambiamento culturale (che esiste anche nelle organizzazioni private) si riassume in "ma non abbiamo mai fatto così" o nel suo contrario: "abbiamo sempre fatto cosà".
- b) gli sprechi esistono sia nel privato che nel pubblico.
- c) gli italiani (vedere qui i risultati delle ricerca apposita di Doxa per Methodos-ForumPa) non solo lucidamente indicano cosa intendono per spreco, ma hanno anche ben distinguere fra efficienza e efficacia, dicendo che è quest’ultima a raggiungere l’obiettivo.
- d) la questione sta nella volontà e capacità delle leadership di attivare con efficacia programmi di cambiamento culturale. Mentre la volontà nasce nella consapevolezza della governance (cda o politici eletti), la capacità è nella competenza del management
- e) acquisita ormai la porosità organizzativa con il conseguente crollo delle mura fra interno ed esterno, il cambiamento culturale implica anche che le persone interne si alimentano dalle esterne e viceversa…
Senza se e senza ma vanno eliminate le spese inutili, purché i risparmi ottenuti siano investiti in cambiamento culturale orientato ad ascoltare e soddisfare le aspettative dei pubblici (sia interni che esterni).
E’ vero che la consulenza è uno spreco e, se non sbaglio, è la terza volta negli ultimi dieci anni che viene decisa la riduzione delle consulenze del 50%. Dovremmo essere ormai vicini allo zero… Ma le ricerche indicano che il mercato del settore pubblico è ancora il più forte e in maggiore crescita.
In effetti, la consulenza è uno spreco se non è capace di sviluppare crescita e cultura dell’attuazione all’interno.
E anche questo vale nel pubblico come nel privato.
La competizione fra i sistemi Paese è feroce in tutto il mondo, e da noi si gioca in gran parte sui tempi di attuazione delle decisioni: dove il tempo non è più una variabile quantitativa, ma qualitativa.
Duro dirlo… Ma, al punto in cui siamo, anche una decisione sbagliata attuata nei tempi giusti può essere meglio di una decisione giusta attuata nei tempi sbagliati.
In assenza di una forte accelerazione di consapevolezza delle due leadership (politici e dirigenti di una amministrazione pubblica) per una realtà relativa comparata, non si riesce francamente a capire perché e come le cose dovrebbero migliorare.
Riconoscere e capire la discontinuità, senza "sfascismo", è la sola leva per un cambiamento efficace, prima che il disorientamento e la confusione si traducano in rabbia e reazione sociale.
Se non adesso, quando? (tmf)
Per Mauro Bonaretti, DG Comune di Reggio Emilia, è necessario invertire il trend storico della spesa corrente con tagli selettivi, dopo avere chiarito con nettezza e quantificazione gli obiettivi strategici sui quali occorre, invece, investire.
È il caso della Provincia di Pordenone, illustrato dall’assessore Giuseppe Pedicini, dove significative azioni di riduzione degli sprechi sono state fatte e successivamente rendicontate in modo trasparente ai cittadini attraverso un bilancio sociale.
È necessario mettere in rete gli attori che contribuiscono ai risultati perseguiti, valorizzando il capitale umano attraverso la Responsabilizzazione, la Motivazione e la Collaborazione – fattori chiave nel processo di cambiamento culturale.
Il cambiamento culturale può anche passare attraverso l’adozione di strumenti, come nel caso dell’INPS, presentato da Antonio De Luca, direttore centrale Pianificazione e Controllo di gestione. Il passaggio alla digitalizzazione per la risoluzione di molte pratiche non solo ha portato efficienza dei processi ma ha consentito efficacia nella formazione e valorizzazione del capitale umano.
Come ha indicato Riccardo Monti, ceo del Boston Consulting Group; passando:
- a processi e norme a responsabilità e leadership,
- da carriere lente e sicure a carriere rapide e meritocratiche,
- da prospettive locali a prospettive internazionali.
Per Giorgio Del Mare, amministratore delegato di Methodos, il cambiamento tende a generare nelle persone incertezza, timore delle responsabilità, microaggressività e confusione dei ruoli. Visione e leadership sono le due leve fondamentali di un cambiamento efficace.
Diversi gli spunti raccolti nei tre laboratori:
La comunicazione, come leva fondamentale nell’attivazione delle relazioni con gli stakeholder e nell’acquisizione di legittimazione sociale di un’organizzazione sul territorio.
È Massimo Pensato, direttore generale del Consiglio Nazionale del Notariato che illustra i risultati ottenuti, in poco meno di due anni, dal network territoriale per la comunicazione attivato dopo la fase di analisi e ascolto degli stakeholder e la progettazione del relativo piano di crescita.
Al di là dei numeri (solo alcuni: 46 sportelli di consulenza gratuita in collaborazione con 80 enti locali, un incremento del 177% di presenza sulla stampa locale, e una riduzione del 50% delle spese di comunicazione).
Concorda Gabriella Alemanno, direttore generale di Agenzia del Territorio che ritiene irrazionali i tagli alle spese in comunicazione come modo per ridurre gli sprechi, proprio per il ruolo che questa riveste nel rinsaldare le relazioni con gli stakeholder delle organizzazioni e quindi facilitare il raggiungimento degli obiettivi perseguiti.
Le tecnologie, come strumento non solo per semplificare e snellire i processi e i flussi di lavoro, ma anche e soprattutto per coinvolgere le persone di un’organizzazione e i relativi segmenti di pubblico influenti.
Le IlluminAzioni, il progetto presentato da Cinzia Corsetti, responsabile Eccellenza Operativa Area Mercato dell’Enel, mostra come una richiesta di offrire il proprio contributo con idee di miglioramento, abbia coinvolto e motivato in modo forte le persone (150 persone il primo anno, 450 il secondo …) tanto da “alzare il livello” e coinvolgere non solo l’attuazione ma anche la progettazione … mostrando, ancora una volta, che l’inclusione supporta e agevola il raggiungimento degli obiettivi organizzativi.
Anche per Massimo Civitelli, direttore Sistemi Informativi del Ministero degli Esteri, generare valore significa coinvolgere tutti i portatori di interesse, incorporando nel bene o nel servizio che si è prodotto anche la trasparenza, l’affidabilità, la fiducia.
Le persone, senza il coinvolgimento delle persone delle organizzazioni nessun programma può essere attuato.
Antonella Papeschi, neo direttore generale di Liquigas, assieme a Linda Grassi, responsabile change management, hanno identificato due elementi fondanti del successo del programma di riorganizzazione della loro azienda: il coinvolgimento delle persone e uno stile di direzione coerente con i principi condivisi all’interno.
L’efficienza organizzativa – e quindi la riduzione degli sprechi e la produzione di valore – è possibile solo se la cultura è allineata con le strategie e improntata all’efficacia.
Luigi Massa, già direttore generale del Comune di Napoli, ha evidenziato l’analogia con le organizzazioni pubbliche, dove sicuramente il convincimento del management e il coinvolgimento delle persone supporta e favorisce il cambiamento culturale.
*Toni Muzi Falconi è director di Methodos e Connexia, docente a contratto alla NYU, alla Lumsa, alla Sapienza e alla Luiss