#SCE2014 apre al motto “Costruiamo il futuro, rammendiamo l’Italia”
"Serve un patto tra governo, imprese e ricerca per un rilancio strategico e una nuova politica industriale. L’innovazione deve diventare il grande obiettivo nazionale". Con questo imperativo il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti ha aperto questa mattina la sessione inaugurale della terza edizione di Smart City Exhibition, la manifestazione europea, organizzata da Forum Pa e Bologna Fiere, sulle tematiche delle città e delle comunità intelligenti.
22 Ottobre 2014
Redazione FORUM PA
"Serve un patto tra governo, imprese e ricerca per un rilancio strategico e una nuova politica industriale. L’innovazione deve diventare il grande obiettivo nazionale". Con questo imperativo il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti ha aperto questa mattina la sessione inaugurale della terza edizione di Smart City Exhibition, la manifestazione europea, organizzata da Forum Pa e Bologna Fiere, sulle tematiche delle città e delle comunità intelligenti.
Dal palco centrale della Fiera di Bologna, che ospiterà l’Exhibition fino al 24 ottobre, il ministro Galletti ha iniziato il suo intervento marcando la centralità delle tematiche dell’innovazione e dell’ambiente nel discorso nazionale. "Nei prossimi giorni – ha annunciato Galletti – firmeremo con gli altri capi di Stato europei un protocollo con cui ci si impegna, da qui al 2030, a ridurre del 40% le emissioni di CO2. Abbiamo bisogno di agire sui territori e nei Comuni con politiche intelligenti: per riuscirci occorre puntare sull’innovazione e sulla ricerca". "L’efficientamento energetico e le Smart City sono fondamentali per la nuova sfida che ci si presenta, ma devono essere sostenute da un nuovo piano industriale".
Il ministro ha così introdotto i temi centrali del Forum ‘Costruiamo il futuro, rammendiamo l’Italia’, in collaborazione con SAIE. Carlo Mochi Sismondi, amministratore delegato di Smart City Exhibition e presidente di Forum PA, ha parlato di "un momento di sfida per il quale abbiamo pochissimo tempo". "Sulle nostre città – ha spiegato Mochi Sismondi – stanno arrivando dalla programmazione europea 2014-2020 importantissimi finanziamenti: un miliardo dal PON Metro e circa 3 miliardi e mezzo da quel 5% dedicato da Bruxelles alla programmazione urbana. Se non saremo in grado di cogliere questa possibilità con politiche mirate e condivise, rischiamo di perdere un’occasione enorme". Una linea di pensiero sposata appieno anche dal presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, presentato e salutato dal presidente di Bologna Fiere Duccio Campagnoli. "La capacità di competere sul mercato dipende dalle capacità della governance: occorre una regia solida che ponga le condizioni giuste per le imprese", ha detto il numero uno degli industriali. "E’ fondamentale definire principi specifici di governance – ha aggiunto Squinzi suggerendo le linee guida – Innovazione, efficienza energetica e sviluppo sostenibile devono diventare i nuovi driver della nostra economia. Un’economia che deve muoversi nell’ottica delle Smart City attraverso integrazione tra infrastrutture, servizi e cittadini, per migliorare la qualità della vita nelle nostre città".
Il presidente di Confindustria ha centrato in pieno quello che rappresenta il tema centrale di questa edizione di SCE: l’esigenza di un drastico cambio nell’agenda politica e di un’interazione verticale tra la governance e il modo di ‘utilizzare’ le città. Una necessità improcrastinabile ribadita anche da Francesco Profumo, presidente dell’Osservatorio Smart City ANCI, che nel suo intervento ha sviscerato numeri che inducono una profonda riflessione. "Il 75% dell’energia che consumiamo nel mondo e l’80% delle emissioni di CO2 che produciamo provengono dalle città che occupano appena il 2% della superficie mondiale – ha spiegato Profumo -: dobbiamo trasformare le città in luoghi che producono, e non più che consumano soltanto". Secondo Profumo "i servizi e i cittadini possono diventare elemento di sviluppo per il Paese". Per riuscire in questo obiettivo è necessario un cambiamento culturale, perché quella italiana "è una cultura troppo industriale, mentre serve una cultura più trasversale".
Le città italiane vanno istruite e preparate per poter sfruttare le opportunità che stanno prendendo forma in un orizzonte sempre più prossimo. Tesi ribadita anche dal sindaco di Bologna Virginio Merola. "Tutte le ricerche e gli studi dicono che le città che ce la possono fare sono quelle che hanno un’estrema attenzione alla qualità della vita urbana e che puntano fortemente sull’innovazione". Il primo cittadino bolognese ha parlato di "una grande occasione da cogliere". Rivisitare e correggere il modo di vivere la città è una condizione indispensabile per rimettere questo Paese sui binari dello sviluppo. "Una Smart City – ha osservato Merola – è una città che ha intelligenza civica nel proporre progetti che vedano protagonisti i cittadini". Il motore di questo ‘new deal’ si accende, prima di tutto, con una spinta culturale nuova. Un concetto espresso sul palco anche dal sindaco di Catania Enzo Bianco secondo cui il nostro Paese deve assolutamente ripartire dalla formazione, dall’università e dalla ricerca. "Il tema dell’innovazione sarà decisivo", ha detto Bianco parafrasando in poche parole tutto il significato e l’impegno di Smart City Exhibition.