Semplificazione: tagliati oneri alle PMI per 1,5 miliardi di euro l’anno
Continua il percorso del progetto MOA (Misurazione degli Oneri Amministraivi) che punta a ridurre (misurandolo) il carico burocratico per le imprese. La settimana scorsa è stato approvato il secondo pacchetto secondo quanto previsto a ottobre scorso dal programma del Ministro Brunetta.
7 Marzo 2011
Redazione FORUM PA
Continua il percorso del progetto MOA (Misurazione degli Oneri Amministraivi) che punta a ridurre (misurandolo) il carico burocratico per le imprese. La settimana scorsa è stato approvato il secondo pacchetto secondo quanto previsto a ottobre scorso dal programma del Ministro Brunetta.
La settimana scorsa il Consiglio dei Ministri ha approvato un rilevante pacchetto di semplificazioni burocratiche in materia di prevenzione degli incendi e di tutela dell’ambiente che intervengono su adempimenti che pesano per circa 2 milioni di su Piccole e Medie Imprese italiane.
Studiati in collaborazione con le associazioni imprenditoriali e le amministrazioni interessate, questi provvedimenti introducono un nuovo modo di fare semplificazione. "Per la prima volta in Italia – ha spiegato il ministro Renato Brunetta nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi – viene concretamente affermato il principio di proporzionalità: gli adempimenti amministrativi vengono infatti diversificati in relazione alla dimensione, al settore in cui opera l’impresa e all’effettiva esigenza di tutela degli interessi pubblici (in linea con lo Small Business Act adottato a livello comunitario). Inoltre, per tutte le procedure è prevista la presentazione online delle domande allo Sportello unico".
Com’è facilmente comprensibile, nel mondo delle aziende (4,5 milioni nei settori industria e servizi e 2,5 milioni nell’agricoltura) le differenze sono elevatissime, specialmente in una realtà composta sostanzialmente di piccole e medie imprese. Queste ultime sono la quasi totalità dell’universo, basti pensare che l’85% di quelle dell’industria e dei servizi non supera il numero di 10 addetti. Eppure il sistema amministrativo italiano tratta in modo sostanzialmente identico le une e le altre: le grandi come le piccole, l’attività di servizi turistici come l’impresa che tratta materiali chimici. Stesse procedure burocratiche, stesse autorizzazioni, stessi vincoli e, quindi, stessi costi per l’imprenditore.
Per superare questa condizione insostenibile il Governo si è impegnato, con la manovra economica dell’estate 2010, a realizzare un percorso di semplificazione che contribuisca all’azione di rilancio dell’economia, liberando risorse fino da oggi spese per attività amministrative.
"Tutto questo – ha precisato Brunetta – senza ridurre in alcun modo i livelli di protezione degli interessi pubblici (ad esempio la tutela ambientale o l’incolumità pubblica) che, al contrario, ne escono più tutelati. Il principio di proporzionalità, infatti, rende più efficace anche l’azione degli uffici pubblici, che possono concentrare il lavoro di verifica e controllo sui casi dove sia davvero necessario: ad esempio, i vigili del fuoco potranno verificare – in tempi più brevi – il sistema di sicurezza antincendi degli ospedali, non essendo costretti a impegnare risorse per le agenzie di viaggi. Meno scartoffie, quindi, significa maggiori tutele".
Il pacchetto di semplificazioni appena approvato è composto da due regolamenti che semplificano diversi procedimenti amministrativi nel settore della prevenzione incendi e nel settore delle autorizzazioni ambientali. "Si tratta di procedure che ogni anno scaricano sulle PMI italiane costi pari a circa 3,2 miliardi di euro. Si stima che l’introduzione di queste semplificazioni farà loro risparmiare circa 1,5 miliardi di euro all’anno".
Per quanto concerne le novità in tema di prevenzione incendi, la semplificazione è incisiva: si abbandona un approccio che non riconosce alcuna differenza tra imprese perché si distinguono le attività sottoposte ai controlli di prevenzione incendi in tre categorie per le quali è prevista disciplina differenziata in relazione al rischio. Per le attività a basso rischio viene eliminato il parere di conformità. Sarà sufficiente utilizzare la segnalazione certificata di inizio attività (SCIA), con tempi certi per tutte le imprese. Per le attività a medio ed elevato rischio la valutazione di conformità dei progetti ai criteri di sicurezza antincendio si dovrà ottenere entro 60 giorni. Anche i controlli successivi all’avvio delle attività sono pesati in base al rischio: controlli a campione sul luogo per quelle a basso rischio; sempre a campione ma più numeroso per quelle a basso rischio e organizzazione più complessa; controlli mirati su tutte quelle ad alto rischio, le uniche per le quali viene rilasciato il certificato.
Quanto alle novità in materia ambientale, le semplificazioni intervengono invece sulle procedure di autorizzazione allo scarico di acque industriali e su quelle per l’inquinamento acustico.
Per quanto riguarda lo scarico delle acque reflue, viene introdotta l’autocertificazione per i rinnovi delle autorizzazioni se nel frattempo sono rimaste immutate le caratteristiche delle acque e del loro ciclo di scarico. Le imprese con scarichi paragonabili a quelli domestici (alberghi, ristoranti, panetterie, uffici, banche, ecc.) vengono inoltre individuate in un apposito elenco e trattate allo stesso modo di un’abitazione o di un condominio.
Per quanto riguarda invece l’impatto acustico, un milione e mezzo di imprese con attività poco rumorose (vendita al dettaglio, parrucchieri, palestre, vari tipi di laboratori artigianali, ecc.) sono esentate dall’obbligo di presentare la documentazione fin qui prevista. Per tutte le restanti attività viene resa effettivamente percorribile la strada dell’autocertificazione. Fanno eccezione le attività rumorose che superano i limiti stabiliti dai Comuni e per le quali sarà necessaria la documentazione di un tecnico abilitato.
FONTE: Ministro per la PA e l’Innovazione