Coronavirus: anche la direttiva del Ministro Dadone spinge sul lavoro agile

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La Direttiva n.1 del 2020 – Emergenza epidemiologica COVID-2019, emanata dalla Funzione pubblica, si rivolge alle amministrazioni pubbliche delle aree geografiche non direttamente coinvolte nell’emergenza. La Direttiva spinge sul lavoro agile e flessibile, invita a utilizzare modalità telematiche per riunioni, convegni e momenti formativi, prevede misure specifiche per le prove concorsuali e per i locali di lavoro.

26 Febbraio 2020

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Redazione FPA

Fabiana Dadone

Bilanciare l’esigenza di proteggere la salute con la necessità di mandare avanti la macchina dello Stato ed erogare servizi essenziali. Questo l’obiettivo delle misure contenute nella Direttiva n.1 del 2020 emanata dalla Funzione pubblica, che ha come oggetto “prime indicazioni in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-2019 nelle pubbliche amministrazioni al di fuori delle aree di cui all’articolo 1 del decreto-legge n.6 del 2020”. Vengono quindi forniti i primi indirizzi operativi (di carattere anche precauzionale) per le amministrazioni pubbliche che si trovano nelle aree geografiche non direttamente coinvolte nell’emergenza.

Si tratta, come ha sottolineato il Ministro, di un documento di indirizzo fornito alle amministrazioni per la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori, ma anche dei cittadini.

“Stiamo mettendo in atto – ha sottolineato il Ministro Fabiana Dadone – tutte le misure che servono a bilanciare l’imprescindibile esigenza di proteggere la salute e garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro con la necessità di mandare avanti la complessa macchina dello Stato e di assicurare i servizi essenziali, di cui il Paese ha comunque bisogno. Ma stiamo anche lavorando a una norma che possa dare piena protezione professionale ai dipendenti della Pa che saranno costretti ad assentarsi per cause di forza maggiore. Andiamo avanti con decisione e razionalità per rispondere al meglio all’epidemia da coronavirus”.

Le indicazioni nella direttiva

Quali sono, quindi, le indicazioni contenute nella Direttiva? Prima di tutto una spinta sul lavoro agile in favore del personale complessivamente inteso e sul lavoro flessibile con un occhio di riguardo per i dipendenti delle PA affetti da patologie pregresse, che usano i trasporti pubblici o che hanno carichi familiari ulteriori connessi alle eventuali chiusure di asili e scuole dell’infanzia.

Le amministrazioni sono invitate a potenziare il ricorso al lavoro agile, individuando modalità semplificate e temporanee di accesso alla misura con riferimento al personale complessivamente inteso, senza distinzione di categoria di inquadramento e di tipologia di rapporto di lavoro.

Si invita a preferire la modalità telematica per riunioni, convegni e momenti formativi, evitando così gran parte delle missioni nazionali e internazionali, escluse quelle strettamente indispensabili.

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Per quanto riguarda i concorsi, si prevedono misure organizzative ad hoc per evitare un’eccessiva vicinanza tra i candidati. Inoltre, si prevede il rafforzamento della pulizia e dell’aerazione dei locali di lavoro, si raccomanda di evitare sovraffollamenti, si prevede una maggiore dotazione di presidi di igiene e, soltanto per specifiche attività e laddove l’autorità sanitaria lo prescriva, la protezione individuale attraverso mascherine e guanti monouso. Infine, si raccomanda la diffusione del decalogo ufficiale del Ministero della Salute con le regole di comportamento utili alla sicurezza dei pubblici dipendenti e dell’utenza.

La Direttiva è indirizzata a tutte le amministrazioni, escluso il comparto scuola, che successivamente ne assicurano l’estensione a società controllate ed enti vigilati. I datori di lavoro pubblico che non insistono sulle aree coinvolte nell’emergenza portano avanti la loro attività e continuano a erogare i servizi in modo regolare. La direttiva potrà comunque essere integrata o modificata in ragione dell’evoluzione dell’emergenza sanitaria.

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