Come deve essere la postazione di lavoro in smart working
Quale postazione di lavoro deve essere predisposta per lavorare in Smart Working? Vediamo cosa dice la legge
11 Dicembre 2019
Maurizio Costa
Content Officer FPA
Molte persone che lavorano in modalità smart working utilizzano i cosiddetti videoterminali, monitor collegati a computer (preferibilmente pc portatili) attraverso i quali svolgere il proprio lavoro. Bisogna però seguire delle regole precise quando ci si trova in una postazione di lavoro in Smart Working, che deve essere attrezzata in un determinato modo per non correre rischi legati alla sicurezza sul posto di lavoro.
Vediamo come deve essere predisposta la postazione, dunque, seguendo quanto stabilito dal Decreto legislativo numero 81 del 9 aprile 2008, il testo principale dal quale attingere per rispondere meglio alle nostre domande.
Cosa sono i videoterminali?
Per videoterminale si intende un elaboratore elettronico costituito da uno schermo e da una tastiera, accompagnati molto spesso da un mouse esterno. Si tratta in realtà di un termine un po’ desueto, visto che oramai le postazioni, soprattutto in modalità di Lavoro Agile, sono costituite principalmente da un pc portatile.
Il d.lgs. 81/2008 si applica, dunque, ai videoterminalisti, cioè lavoratori che svolgono le proprie mansioni almeno 20 ore a settimana con un’attrezzatura munita di videoterminali. Il videoterminale, però, non è solo la postazione fissa con schermo, tastiera e pc: l’INAIL, infatti, nel documento “Il lavoro al videoterminale” afferma che “con il Decreto legislativo 81/2008 anche le attività connesse all’uso del computer portatile rientrano in quelle tutelate dal titolo VII relativo ai videoterminali”. Pertanto, il d.lgs. 81/2008 può essere applicata anche ai dipendenti in Smart Working che lavorano da pc portatile.
Cosa deve fare il datore di lavoro
Secondo il già citato Decreto legislativo 81/2008, il datore di lavoro “analizza i posti di lavoro con particolare riguardo: a) ai rischi per la vista e per gli occhi; b) ai problemi legati alla postura ed all’affaticamento fisico o mentale; c) alle condizioni ergonomiche e di igiene ambientale”.
Questi sono punti fondamentali ai quali prestare particolare attenzione. Come già spiegato in precedenza, per quello che riguarda lo Smart Working, il datore di lavoro non può controllare casa per casa tutte le condizioni di conformità delle postazioni di lavoro. Proprio per questo, in questi casi sono i dipendenti stessi, in accordo con l’azienda o la pubblica amministrazione, a dover verificare, in base alle linee guida, le condizioni di adeguatezza della propria postazione di lavoro in Smart Working.
La postazione di lavoro in Smart Working
L’allegato XXXIV del d.lgs. 81/2008 approfondisce la tematica delle attrezzature dei videoterminalisti che, come abbiamo visto, possono essere dipendenti che lavorano in Smart Working da un pc portatile.
Schermo
Analizziamo nello specifico lo schermo, che deve fornire un’immagine stabile, senza sfarfallamento, tremolio o altre forme di instabilità. L’allegato del Decreto legislativo, stabilisce che i fattori di luminosità e contrasto devono poter essere regolati con semplicità anche in base alle condizioni atmosferiche. Evitare, inoltre, riflessi e riverberi sullo schermo, che potrebbero disturbare la vista.
Infine “lo schermo deve essere posizionato di fronte all’operatore in maniera che, anche agendo su eventuali meccanismi di regolazione, lo spigolo superiore dello schermo sia posto un po’ più in basso dell’orizzontale che passa per gli occhi dell’operatore e ad una distanza degli occhi pari a circa 50-70 cm, per i posti di lavoro in cui va assunta preferenzialmente la posizione seduta”.
Nel caso in cui il dipendente in Smart Working abbia a disposizione un computer portatile, si consiglia sempre di utilizzare uno schermo esterno. Se il lavoratore non può farne a meno, dovrà cambiare spesso posizione ed evitare di piegare la schiena in avanti.
Tastiera e dispositivi di puntamento
Secondo il d.lgs. “la tastiera deve essere separata dallo schermo e facilmente regolabile e dotata di meccanismo di variazione della pendenza onde consentire al lavoratore di assumere una posizione confortevole e tale da non provocare l’affaticamento delle braccia e delle mani”.
Anche il mouse deve essere allo stesso piano della tastiera, posizionato in modo tale da non dover piegare polso e avambraccio per utilizzarlo. Le braccia, infatti, non devono essere piegate e la mano deve trovarsi allo stesso livello dell’avambraccio. Questo proprio per evitare disturbi come la sindrome del tunnel carpale.
Piano di lavoro
La scrivania o il piano di lavoro non devono essere di colore bianco, proprio per evitare fastidiosi riflessi. Ricordarsi, inoltre, di posizionare lo schermo a una distanza adeguata. Come si legge dall’allegato, “l’altezza del piano di lavoro fissa o regolabile deve essere indicativamente compresa fra 70 e 80 cm. Lo spazio a disposizione deve permettere l’alloggiamento e il movimento degli arti inferiori, nonché l’ingresso del sedile e dei braccioli se presenti”.
Se ci si trova in viaggio con il pc portatile, non poggiarlo direttamente sulle gambe, ma usare dei sostegni come libri, valigie o cuscini: questo il consiglio dell’INAIL, che aggiunge che se ci si trova su un divano bisogna utilizzare dei sostegni per avambracci, che fungano da braccioli.
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Sedile di lavoro
La sedia utilizzata per lavorare da pc anche in modalità Smart Working deve avere determinate caratteristiche indicate, come al solito, dal Decreto legislativo:
“Il sedile deve avere altezza regolabile in maniera indipendente dallo schienale e dimensioni della seduta adeguate alle caratteristiche antropometriche dell’utilizzatore. Lo schienale deve fornire un adeguato supporto alla regione dorso-lombare dell’utente. Pertanto deve essere adeguato alle caratteristiche antropometriche dell’utilizzatore e deve avere altezza e inclinazione regolabile. Nell’ambito di tali regolazioni l’utilizzatore dovrà poter fissare lo schienale nella posizione selezionata”.
La sedia deve essere provvista di un meccanismo girevole ed essere accompagnata da un poggiapiedi per un’adeguata postura degli arti inferiori.