Smart working: la scelta di una PA innovativa e attenta alle persone

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Il Lavoro Agile non ha vita lunga se viene visto solo come un adempimento normativo e non è accompagnato da un processo organizzativo e sociale che punta alle persone. Di smart working nella PA parliamo in questa intervista con Michele Bertola, Direttore Generale del Comune di Bergamo

30 Settembre 2019

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Marina Bassi

Project Officer Area Ricerca, Advisory e Formazione FPA

Photo by Berkeley Communications on Unsplash - https://unsplash.com/photos/WEDDt-u3q3o

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Il lavoro agile come occasione per rivedere i processi e i flussi di lavoro, fissare obiettivi chiari e condivisi all’interno dell’organizzazione e individuare indicatori in grado di misurarne il raggiungimento. Questo l’approccio del Comune di Bergamo che, nell’avviare il suo progetto di Smart Working, ha scelto di puntare su un’opportunità straordinaria: le persone.

Smart working nella PA: primo passo, coinvolgere i dipendenti

A questo proposito, il senso di appartenenza è stato un elemento fondamentale, come sottolinea Michele Bertola, Direttore Generale del Comune di Bergamo: “Consapevoli di questa straordinaria opportunità, il processo di attivazione del Lavoro Agile ha avuto come primo passaggio obbligato la condivisione della vision e della strategia con i lavoratori dipendenti, lasciando loro libero spazio. Con un primo interpello agli 800 dipendenti del Comune, che aveva ad oggetto proposte e idee per il miglioramento della qualità di lavoro, abbiamo ricevuto 250 feedback che si sono tradotti, di fatto, in 250 lavoratori che hanno avuto la percezione di coinvolgimento nei processi decisionali dell’organizzazione, con conseguente propensione positiva al lavoro”.

Un approccio innovativo e trasversale

Cosa possiamo registrare di particolarmente rilevante sul feedback dato dalle persone?

“Un dato rilevante è stato l’interesse registrato verso lo smart working soprattutto da parte di personale con diversi anni di esperienza, nonostante l’approccio particolarmente innovativo, dimostrando la trasversalità e l’opportunità legate a tutte le fasce di età. L’applicazione dello strumento ha reso possibile, altresì, l’avvicinamento delle fasce di età più giovanili, per cui siamo riusciti con il tempo ad attivare circa 60 tirocini curriculari”.

Conoscere il nuovo per non averne paura

“Il percorso di innovazione intrapreso, e vale per tutte le organizzazioni che approcciano nuovi strumenti di lavoro, non è banale, e sicuramente comporta alcune resistenze iniziali, che sono soprattutto dettate dal timore di perdere il controllo sull’operato di chi si ha al proprio fianco…del resto, si ha paura di quel che non si conosce. Per questo motivo, la fase iniziale del progetto di Smart Working ha riguardato la gestione di un tavolo chiamato ‘Officina’, che ha messo a confronto le istanze provenienti sia dalla Dirigenza pubblica che dai privati connessi con l’amministrazione, che si sono trovati ad avere necessità simili in termini di scadenze e obiettivi”. 

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L’engagement del lavoratore

Il tema più importante, in ogni caso, riguarda l’engagement del lavoratore. Per questo nel primo anno di sperimentazione sono state proposte ai dipendenti coinvolti due giornate di lavoro agile sincrono (in aumento successivamente). Al momento l’accento è posto sul ruolo che ha la legge del 2017 rispetto al management organizzativo interno, che comunque va rispettato.

Chiudiamo con una frase, in cui Michele Bertola sintetizza il percorso avviato nel Comune di Bergamo: “ci devi credere e devi farlo credere, oppure non riuscirai mai a fare lavoro agile per adempimento”.

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