Smart working nella PA: ultime novità e dibattito sempre aperto

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Il 30 novembre scorso, a conclusione del confronto con le organizzazioni sindacali, è stato pubblicato lo schema di “Linee guida per lo smart working nella Pubblica amministrazione“. Il testo, adesso, dovrà passare in Conferenza Unificata. Il 2 dicembre, invece, la Conferenza Unificata ha dato il via libera al decreto del ministro per la Pubblica amministrazione, con cui si definisce il contenuto del PIAO, il Piano integrato di attività e organizzazione, in cui confluiranno anche i POLA (Piani Organizzativi del Lavoro Agile). Insomma, il percorso verso lo smart working del “dopo emergenza” prosegue e, naturalmente, resta aperto anche il dibattito sul tema

10 Dicembre 2021

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Redazione FPA

Photo by Tim Gouw on Unsplash - https://unsplash.com/photos/NSFG5sJYZgQ

Il percorso di regolamentazione dello smart working sta andando avanti, sia nel settore pubblico che nel settore privato. Le iniziative in corso stanno generando diversi commenti e reazioni e, come sempre, noi di FPA vi invitiamo a mandarci la vostra opinione, per stimolare il dibattito su un tema che, balzato in primo piano durante l’emergenza sanitaria, resta cruciale anche per il futuro.

Come abbiamo riportato nel nostro “articolo guida” sempre aggiornato, il 30 novembre scorso, a conclusione del confronto con le organizzazioni sindacali, è stato pubblicato lo schema di “Linee guida per lo smart working nella Pubblica amministrazione“. Il testo, adesso, dovrà passare in Conferenza Unificata.

Il 2 dicembre, invece, la Conferenza Unificata ha dato il via libera al decreto del ministro per la Pubblica amministrazione, con cui si definisce il contenuto del PIAO, il Piano integrato di attività e organizzazione, previsto dall’articolo 6, comma 6, del decreto legge n. 80/2021. Il PIAO accorperà, tra gli altri, i piani della performance, del lavoro agile, della parità di genere, dell’anticorruzione. I POLA (Piani Organizzativi del Lavoro Agile) confluiranno quindi in questo nuovo Piano unico. È stata accolta la richiesta di Regioni, Anci e Upi di posticipare la scadenza del 31 gennaio 2022, inizialmente prevista come termine ultimo per l’adozione dei PIAO da parte delle amministrazioni con più di 50 dipendenti (la nuova scadenza sarà probabilmente inserita nel Decreto Milleproroghe di fine anno). Nel frattempo, riferisce il Dipartimento della Funzione pubblica, è stato avviato l’iter di approvazione del Dpr che abroga le disposizioni sull’adozione, da parte delle amministrazioni, dei piani e adempimenti destinati a essere assorbiti dal PIAO. Per evitare duplicazioni e coordinare i contenuti delle sezioni del Piano, infine, il Dipartimento della Funzione pubblica adotterà specifiche linee guida.

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15 Novembre 2021

Tornando, invece, alle Linee Guida sul lavoro agile, dopo il parere della Conferenza Unificata le 32mila amministrazioni pubbliche saranno tenute a rispettare le indicazioni di questo documento, in cui si anticipa la disciplina a regime che sarà fissata entro l’anno con i contratti di lavoro e si stabiliscono le condizioni per poter accedere al lavoro agile e le modalità con cui deve essere svolta la prestazione, compreso il diritto alla disconnessione. Nelle Linee guida è inserito il “doppio modello” del lavoro al di fuori dell’ufficio – il lavoro agile e il lavoro da remoto, il secondo dei quali mantiene i vincoli (anche orari) del lavoro in presenza – e si fissano di fatto i punti dell’accordo individuale, che torna ad essere il presupposto per il lavoro agile, dato che questo non rappresenta più la modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa come era avvenuto durante la fase emergenziale.

Le Linee Guida erano previste dall’art. 1 comma 6 del Decreto del Ministro per la Pubblica Amministrazione dell’8 ottobre 2021, con l’obiettivo di garantire l’attuazione omogenea delle misure previste per il rientro in presenza dei lavoratori delle pubbliche amministrazioni. Sul sito di Funzione Pubblica è stato ora pubblicato un paper, a cura del Ministro Renato Brunetta e di Michele Tiraboschi, professore ordinario di diritto del lavoro all’Università di Modena e Reggio Emilia, in cui si analizza la nuova disciplina quadro e il passaggio verso la regolazione dello smart working nella contrattazione collettiva.

In attesa del passaggio in Conferenza unificata e della successiva entrata in vigore, il dibattito è aperto. Abbiamo pubblicato la scorsa settimana un primo commento a caldo di Gianluigi Cogo, ma proseguiremo con la segnalazione di ulteriori contributi. Sempre nell’ottica di dare spazio in maniera propositiva alla visione di esperti e amministrazioni che sullo smart working lavorano da tempo e che vogliono portare la loro visione ed esperienza.

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