STEM in GENERE: promuovere la parità di genere e la sostenibilità attraverso l’educazione e la sensibilizzazione
Attraverso percorsi educativi e laboratori creativi, il progetto “STEM in GENERE” della Commissione Genere dell’Università degli studi di Brescia mira a sensibilizzare sulle tematiche di genere, contrastare gli stereotipi, la discriminazione di genere e superare i bias cognitivi. Coinvolti oltre 3000 studenti e 160 docenti delle scuole di primo grado, oltre 210 studenti e 20 docenti delle scuole di secondo grado, in percorsi didattici basati su un approccio metodologico non convenzionale, attività esperienziali e utilizzo delle arti performative. Il progetto è vincitore per la categoria “Parità di genere” del Premio “PA Sostenibile 2023”, promosso da FPA e ASviS
7 Agosto 2023
Patrizia Fortunato
Redazione FPA
Le discipline scientifiche e le materie di studio e ricerca sono, per stereotipo, culturalmente associate al genere maschile nell’errata e discriminatoria convinzione che le STEM (Science, Technology, Engineering, Mathematics) siano prerogativa esclusiva dei maschi. Questa presupposizione contribuisce a rinforzare stereotipi di genere che ostacolano il pieno sviluppo degli adulti del futuro, creano un ambiente iniquo, privando gli individui di pari opportunità, violando il principio di uguaglianza garantito dalla Costituzione italiana. È possibile rompere gli schemi di pensiero consolidati, trasmettendo modelli virtuosi e nuove rappresentazioni della realtà: è a questo obiettivo che mira il Progetto “STEM in Genere” della Commissione Genere dell’Università degli studi di Brescia, vincitore per la categoria “Parità di genere” del Premio “PA Sostenibile 2023”, promosso da FPA e ASviS, Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile.
Mariasole Bannò, Referente Scientifica e Presidente Commissione Genere UNIBS,durante la cerimonia di premiazione a FORUM PA 2023 ha evidenziato il legame esistente tra la parità di genere e l’Obiettivo 5 dell’Agenda 2030 dell’ONU (raggiungere l’uguaglianza di genere e l’empowerment di tutte le donne e le ragazze nello sviluppo economico).
“Sono le donne le prime promotrici della sostenibilità. Siamo partiti e partite – ha affermato Bannò – dal presupposto che un riequilibrio di genere nelle carriere STEM potrebbe portare un incremento del PIL significativo per il paese, una maggiore e migliore occupabilità, un incremento dei progetti di sostenibilità e quindi uno sviluppo più sostenibile per tutto il paese”. Il Progetto Stem in Genere è stato possibile proprio grazie al fatto che l’Unione Europea ha introdotto il Gender Equality Plan (GEP) come strumento imprescindibile per le Università, attraverso il quale progettare azioni concrete per promuovere l’uguaglianza di genere, ottenere finanziamenti e muoversi in una direzione fattiva, oltre che politica.
Un approccio metodologico non convenzionale: attività didattiche e arte performativa per promuovere la parità di genere
Il progetto “STEM in GENERE” si propone di promuovere la parità di genere e la sostenibilità attraverso l’educazione e la sensibilizzazione di studenti/esse e azioni di formazione di docenti, in quanto figure educative importanti nel percorso di crescita dei giovani e delle giovani.
Il progetto ha coinvolto oltre 3000 studenti e 160 docenti delle scuole di primo grado, oltre 210 studenti e 20 docenti delle scuole di secondo grado, in percorsi educativi e laboratori creativi al fine di sensibilizzare sulle tematiche di genere, contrastare il fenomeno degli stereotipi e della discriminazione di genere, scardinare gradualmente bias cognitivi. Uno dei punti di forza del progetto è stata l’integrazione di diversi approcci metodologici, come quello comunicativo-sociale, storico letterario e pedagogico-didattico.
Sono stati utilizzati strumenti didattici non convenzionali – giochi e attività esperienziali – e metodologie didattiche innovative che attingono anche al mondo delle arti performative, come la messa in scena di spettacoli didattici a tema matematico-scientifico, o la visita guidata teatralizzata sui temi dell’inclusione e della diversità di genere.
Non è un caso che partner del progetto siano il Centro Lyceum, un team di esperti in formazione, psicologia e pedagogia; l’Associazione Chirone specializzata in divulgazione scientifica e gestione di attività didattiche per bambini e bambine; il Gruppo Teatrale La Betulla con un team di tutor con competenze di arte e drammaturgia per applicare le metodologie e le tecniche dell’arte teatrale ad un’esperienza formativa; e infine BidiBrescia, che propone visite guidate teatralizzate per indurre a riflettere sul tema della discriminazione di genere.
L’importanza delle certificazioni per una società equa e inclusiva
Grazie a iniziative come questa si spera di creare una società più equa ed inclusiva, in cui tutti abbiano pari opportunità di sviluppo e realizzazione personale. Preme sottolineare l’importanza di definire politiche e certificazioni che favoriscano l’implementazione di progetti innovativi volti alla parità di genere. In questa direzione, l’Università degli studi di Brescia ha approvato nel settembre 2021 il primo Bilancio di Genere, per l’integrazione della prospettiva di genere in tutte le politiche dell’Ateneo, e nell’aprile 2022 il Gender Equality Plan 2022-2024, un documento progettuale e programmatico attraverso il quale si impegna a favorire azioni concrete per promuovere l’uguaglianza di genere e il monitoraggio di alcune aree di interesse: cultura dell’organizzazione; equilibrio di genere nelle posizioni di vertice negli organi decisionali; parità di genere nel reclutamento e nelle progressioni di carriera; integrazione della dimensione di genere nella ricerca e nei programmi degli insegnamenti; contrasto della violenza di genere comprese le molestie sessuali.