Una catena del valore per i servizi pubblici: più qualità e costi minori
Nonostante il processo di aziendalizzazione (in senso organizzativo) dei servizi pubblici sia iniziato da diversi anni, sono ancora molti i passi da fare in direzione di una produzione, erogazione e gestione del servizio pubblico realmente efficiente e di alta qualità. A tre anni dal nostro primo ciclo di articoli, torniamo su questo tema guidati nuovamente da Alberto Padula che, insieme a Sergio Cherubini, ha individuato un modello di “catena del valore” per ottenere un servizio pubblico migliore a costi decisamente inferiori.
30 Gennaio 2013
Nonostante il processo di aziendalizzazione (in senso organizzativo) dei servizi pubblici sia iniziato da diversi anni, sono ancora molti i passi da fare in direzione di una produzione, erogazione e gestione del servizio pubblico realmente efficiente e di alta qualità. A tre anni dal nostro primo ciclo di articoli, torniamo su questo tema guidati nuovamente da Alberto Padula che, insieme a Sergio Cherubini, ha individuato un modello di “catena del valore” per ottenere un servizio pubblico migliore a costi decisamente inferiori.
Le organizzazioni che operano nel comparto dei servizi pubblici da sempre costituiscono il volano per il progresso economico e sociale del sistema-paese. I servizi resi dalla pubblica amministrazione in senso stretto (sicurezza, strade, anagrafe, istruzione ecc.), dalle istituzioni (sanità, previdenza sociale, mobilità, regolazione ecc.) e dalle imprese di pubblica utilità operanti in regime di concessione (tele-radiodiffusioni, telecomunicazioni, autostrade, trasporti, poste ecc.) incidono, infatti, in maniera significativa sia sulla qualità della vita dei cittadini, sia sulla produttività delle imprese.
Di questo tema FORUM PA si era occupato ampiamente nel 2010 grazie alla collaborazione con Alberto Padula, professore incaricato di Economia e gestione delle imprese di pubblici servizi all’università Tor Vergata di Roma, che era maturata in uno specifico incontro dedicato a FORUM PA 2010.
A quasi tre anni di distanza torniamo ad occuparci del tema dei servizi pubblici e del loro contributo all’economia e allo sviluppo del sistema Paese e lo facciamo ancora una volta grazie ad uno spunto di Alberto Padula e del suo nuovo testo Management dei servizi Pubblici (edito da Franco Angeli). Scritto in tandem con Sergio Cherubini (Professore ordinario di Marketing e suo predecessore a Tor Vergata con il corso di Tecnica amministrativa delle imprese di pubblici servizi), il volume riprende le riflessioni del 2010 ampliandole ulteriormente e – soprattutto – arricchendole con un approfondimento specifico sulla governance dei servizi pubblici.
“Rispetto al discorso che portammo avanti nel 2010 – ci spiega Padula – c’è stato un deciso passo in avanti che, con qualche difficoltà, possiamo provare a sintetizzare: c’è innanzitutto un lavoro di catalogazione ed analisi delle principali norme finalizzate allo sviluppo dei servizi pubblici. In secondo luogo c’è una riflessione sulla competitività e quindi sullo sviluppo dei servizi pubblici per il rilancio delle imprese che li erogano e di tutto il sistema Paese. Infine, nel 5° capitolo, dedicato alla governance, abbiamo provato a individuare e codificare una Catena del Valore dei servizi pubblici (PVC – Public Value Chain)”.
In pratica, ispirandosi al modello di Michael Porter, la catena del valore individuata da Padula e Cherubini indica, da un lato, tutte le attività che devono essere realizzate in modo sequenziale per produrre il servizio in maniera efficiente e, dall’altro, una serie di attività di supporto da mettere in atto all’interno dell’organizzazione per facilitare le attività di produzione nell’ottica del miglioramento del servizio pubblico.
“L’obiettivo – continua Padula – è quello di arrivare ad un servizio più efficiente, grazie all’ottimizzazione dei fattori di produzione (i costi); più orientato al cliente; e soprattutto sostenibile nel corso del tempo”.
Questo approccio risulta particolarmente interessante in questo momento, in cui tutta la macchina amministrativa ed istituzionale è chiamata ad un deciso ripensamento del proprio ruolo e ad un riposizionamento delle proprie attività e del proprio impegno in ottica di spending review. Anzi, il modello proposto va oltre il principio della spending review – che è quello di tagliare i costi lasciando invariata la qualità del servizio al cittadino – puntando a migliorare il servizio operando contemporaneamente una riduzione dei costi.
Come scrive Giuseppe De Rita nella prefazione al volume: “Questo è un libro che ha la ventura di collocarsi nel dibattito politico di oggi, segnato dalla crisi della sovranità statuale e dal declino di quel primato delle istituzioni che ci ha dominato per decenni. Oggi la legittimazione dei servizi pubblici non viene da tale sovranità e da tale primato, viene dal suo riposizionamento rispetto a una domanda sempre più complessa e di ampio respiro. Una domanda non facile da decifrare, essendo sostanzialmente sistemica; ma su cui comunque va fatto un collettivo percorso interpretativo, di cui questo volume è un passo sostanziale”.